Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 9 maggio

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di sabato 9 maggio. L’Abruzzo torna ad avvicinarsi all’obiettivo del “contagio zero”. Si svuotano i reparti ospedalieri e crescono i guariti. Oggi 8 nuovi casi e 4 decessi.

 

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 18.46 – Carapelle Calvisio: botta e risposta tra Pd e Lega sul caso migranti

Ore 18.27 – Coronavirus Abruzzo: Testa (FdI) risponde a Pd su fondi zone rosse 

Ore 18.07 – Coronavirus Abruzzo: Rifondazione su caos ordinanze montagna e funghi 

Ore 17.59 – Coronavirus Abruzzo: Liris, “Lavoriamo a misura di sostegno per lo sport”

Ore 15.25Coronavirus Abruzzo, bollettino del 9 maggio: 8 nuovi casi e 4 decessi

Ore 14.46Fase 2: assembramenti sulla riviera di Pescara. Masci: “Non costringetemi a nuove restrizioni”

Ore 13.44 – Coronavirus Abruzzo: Diritti Diretti dona dpi alla Asl di Chieti

Ore 13.25 – Coronavirus Abruzzo: la preoccupazione dei sindaci per il weekend

Ore 13.20 – Coronavirus Abruzzo: Tua, la protesta degli autisti. I disagi degli utenti

Ore 13. 10 – Giulianova: torna il problema dello spiaggiato

Ore 13.00 – Coronavirus Abruzzo: Aterno Manthonè Pescara, la didattica a distanza con i detenuti

Ore 12.30 – Coronavirus Abruzzo: riparte il golf e tornano fruibili i green

Ore 12.00 – Coronavirus Abruzzo. Pesca: indennizzi per fermo biologico, rimborsi e cig in deroga

Ore 11.30 – Coronavirus Abruzzo: i borghi dell’aquilano ripartono con il turismo lento

Ore 11.00 – Coronavirus, CCIAA Chieti Pescara, contributi per le aziende 

Ore 10.20 – Coronavirus Abruzzo: Chieti, borracce della salute ai pazienti della Radioterapia Oncologica

Ore 9.45 – Coronavirus : Uila Uil “Bonus di 600 euro agli agricoltori”

Ore 9.30 – Psicanalisi dell’autodichiarazione

Ore 8.45 – Coronavirus Abruzzo: Inps “108 mila richieste per Bonus 600 euro e quasi 9 mila per Cig in deroga”

Ore 8.00 – Coronavirus Abruzzo: i balneatori chiedono certezze. Domenica flash mob

Ore 6.00 – Dall’ultimo bollettino sanitario solo sei casi in 24 ore. Abruzzo vicino al “contagio zero”

 

LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Coronavirus Italia, bollettino del 9 maggio
Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 30.262 in Lombardia (-1.721), 13.934 in Piemonte (-173), 7.401 in Emilia-Romagna (-329), 5.877 in Veneto (-310), 4.448 in Toscana (-144), 2.982 in Liguria (-194), 4.345 nel Lazio (+17), 3.230 nelle Marche (-8), 1.965 in Campania (-47), 830 nella Provincia autonoma di Trento (-42), 2.729 in Puglia (-4), 2.080 in Sicilia (-47), 869 in Friuli Venezia Giulia (-42), 1.676 in Abruzzo (-37), 473 nella Provincia autonoma di Bolzano (-29), 111 in Umbria (-8), 550 in Sardegna (-3), 118 in Valle d’Aosta (-5), 612 in Calabria (-7), 145 in Basilicata (-7), 205 in Molise (+21). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 14.924 (+85), Piemonte 3.331 (+26), Emilia Romagna 3.827 (+30), Veneto 1.643 (+16), Toscana (+7), Liguria 1.276 (+11), Lazio 553 (+4), Marche 958 (+4), Campania 388 (+2), Provincia autonoma di Trento 438 (+0), Puglia 443 (+0), Sicilia 256 (+3), Friuli Venezia Giulia 308 (+0), Abruzzo 355 (+4), Provincia autonoma di Bolzano 290 (+1), Umbria 71 (+0), Sardegna 119 (+0), Valle d’Aosta 139 (+0), Calabria 90 (+0), Basilicata 27 (+1), Molise 22 (+0). I tamponi effettuati sono 2.514.234, con un incremento di 69.171 rispetto a ieri. Le persone sottoposte a tampone sono 1.645.076.

Coronavirus: Cross, stop trasferimenti Covid dopo 67 giorni
Centrale ha spostato 116 pazienti fra ospedali, 76 col virus.
Dopo 67 giorni, stasera alle ore 20 terminano le attività legate all’emergenza Coronavirus della Cross, la Centrale Operativa Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario che ha sede nella centrale del 118 di Pistoia. Dal 4 marzo, ricorda la Regione Toscana, la Cross ha lavorato incessantemente per mappare i posti letto in tutta Italia e organizzare i trasferimenti. In totale 116 sono stati i pazienti trasferiti, di cui 76 affetti da Covid e 40 non affetti da Covid. Le missioni sono state effettuate utilizzando sia ambulanze (32 missioni) che elicotteri (39) e aerei (45) tutte servendosi di mezzi messi a disposizione dal mondo del volontariato. La città da cui sono partiti il numero più alto di trasferimenti è stato Bergamo (60 pazienti) seguito da Milano con 19. In totale sono 15 i comuni interessati dal servizio. La maggioranza (38) delle destinazioni è stata in Germania, le altre nelle regioni italiane che hanno dato disponibilità.

Coronavirus: triplicata la mortalita’ per infarto . Studio in 54 ospedali, -60% ricoveri,tornati indietro di 20 anni – La mortalità per infarto e’ triplicata passando dal 4.1% al 13.7% a causa della mancanza di cure (la riduzione dei ricoveri e’ stata del 60%) o dei ritardi (i tempi sono aumentati del 39%), causati dalla paura del contagio. Lo spiega Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC), a seguito di uno studio nazionale in 54 ospedali, nella settimana 12/19 marzo, durante la pandemia di Covid-19, confrontandola con lo stesso periodo dello scorso anno. La situazione rischia di bruciare 20 anni di prevenzione.

“Il calo più evidente ha riguardato gli infarti con occlusione parziale della coronaria ma è stato osservato anche in ben il 26,5% dei pazienti con una forma più grave d’infarto – afferma Salvatore De Rosa, coautore dello studio – La riduzione dei ricoveri per infarto è stata maggiore nelle donne rispetto agli uomini e non solo i pazienti con infarto si sono ricoverati meno ma quelli che lo hanno fatto si sono ricoverati più tardi” Nonostante la pandemia Covid 19 si sia concentrata nel Nord Italia, la riduzione dei ricoveri per infarto è stata registrata in modo omogeneo in tutto il Paese: Nord e Sud 52,1% e 59,3% al Centro. “Una riduzione simile a quella dei ricoveri per infarto è stata registrata anche per lo scompenso cardiaco, con un calo del 47% nel periodo Covid rispetto al precedente anno – osserva Pasquale Perrone Filardi, Presidente eletto SIC – La riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco è stata simile tra gli uomini e le donne. Una riduzione sostanziale dei ricoveri è stata osservata anche per la fibrillazione atriale con una diminuzione di oltre il 53 % rispetto alla settimana equivalente del 2019, così come è stata registrata una riduzione del 29,4% di ricoveri per malfunzione di pace-makers, defibrillatori impiantabili e per embolia polmonare”.

“Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19”: e’ il grido d’allarme della Società Italiana di Cardiologia (SIC), lanciato dal suo presidente, Ciro Indolfi, Ordinario di Cardiologia Università Magna Graecia di Catanzaro, a seguito di uno studio nazionale in 54 ospedali che ha rilevato un forte aumento delle morti per infarto, con valori triplicati. “L’organizzazione degli Ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid-19 – spiega – e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi e per timore del contagio i pazienti ritardano l’accesso e arrivano in condizioni sempre più gravi, con complicazioni, che rendono molto meno efficaci le cure salvavita come l’angioplastica primaria. Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19”.

Coronavirus: Rasi (Ema), 50mila studi per trovare cura . C’era appello per centralizzare sforzi, ascoltati solo da alcuni –  “Complessivamente in tutto il mondo sono stati lanciati circa 50.000 studi clinici per studiare una risposta terapeutica alla pandemia da COVID-19. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) aveva lanciato un appello alla centralizzazione delle risorse per evitare l’eccessiva dispersione di energie ma è chiaro che solo qualcuno ci ha ascoltato”. Lo ha affermato il Direttore Esecutivo dell’EMA, Guido Rasi nel fare il punto sull’emergenza sanitaria in corso. “A livello europeo le cose sono migliorate ma scontiamo la mancanza di una struttura centralizzata che autorizzi gli studi clinici e la dispersione è inevitabile” ha aggiunto Rasi. Nell’anniversario della dichiarazione di Schumann che ha segnato il primo atto concreto dell’integrazione europea, Guido Rasi ha auspicato la “nascita di una agenzia centralizzata per la ricerca europea che sarebbe una risorsa formidabile per tutto il Continente, sulla falsariga delle strutture già esistenti in USA e Giappone”.

Fase 2:Cattolica, test immunità 6 regioni, Usca 31% italiani. Quadro degli interventi, tamponi a macchia leopardo, meglio Nord – Sono 6 le Regioni ad aver avviato test sierologici nell’ambito di programmi che vedono diverse strategie di campionatura e diverse tecnologie. Al momento le USCA coprono il 31% della popolazione nazionale, con un picco di copertura che ora riguarda l’Emilia Romagna (91% della popolazione coperta), seguita dalle PA di Trento e Bolzano (84%) e l’Abruzzo con il 69% e l’analisi delle delibere regionali mostra che al momento solo Toscana ed Emilia Romagna hanno deliberato un documento di programmazione sanitaria a supporto della gestione nella fase 2. Sono alcuni dei dati della sesta puntata dell’Instant Report ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Servizi Sanitari dell’Università Cattolica) sul Covid-19, e questa e’ la prima dedicata proprio alla fase 2. A macchia di leopardo in Italia il ricorso ai tamponi per scovare i positivi a Covid-19 nelle varie Regioni italiane con migliori risultati al Nord. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus a livello nazionale il 2,59% della popolazione ha eseguito il tampone.

Coronavirus: Lettera firmata da Fico, trovare strada europea. Missiva condivisa con presidenti camere Francia, Germania, Spagna  – “Il futuro dell’Europa dipenderà dalla nostra capacità di trovare una strada europea per fermare la diffusione del coronavirus in maniera rapida e responsabile e far fronte alle sue conseguenze, garantendo che siano mobilitate le risorse necessarie affinché tutti i Paesi membri dell’UE possano intraprendere un percorso di ripresa comune”.E’ quanto scrive il presidente della Camera Roberto Fico in una lettera firmata insieme ai presidenti delle Camere basse di Francia, Germania e Spagna in occasione della festa dell’Europa. Lettera pubblicata dal Corriere della Sera, El Pais, Faz e altri giornali europei. “Questa nuova via di ricostruzione e riforma – si legge nella missiva – richiede spirito di iniziativa nell’Unione Europea per fronteggiare i gravissimi effetti sull’economia e la società in modo solidale e in stretta cooperazione. Dobbiamo far leva sulle idee creative emerse nella crisi per innescare una nuova dinamica che consenta all’Europa di affermarsi con i suoi punti di forza nella competizione globale”. “La pandemia del coronavirus mette in primo piano la necessità di affrontare le lacune e le disfunzioni di una globalizzazione senza freni. Impone cambiamenti strutturali in campo politico, economico, sociale e ambientale per garantire diritti e servizi ai nostri cittadini, obiettivo realizzabile solo se lavoriamo insieme”, scrivono ancora i presidenti delle Camere.

Festa Mamma: Coldiretti, fiori e piante regalo più gettonato . Con Covid-19 danno di 1,5 mld nel settore florovivaistico  – Fiori e piante sono il regalo più gettonato per la festa della mamma nell’anno della pandemia: a sceglierli sono tre italiani su quattro (75%). Seguono i cioccolatini (12%), gioielli o bigiotteria (12%) o capi di abbigliamento (1%). Lo rileva un sondaggio online effettuato sul sito web della Coldiretti che ha promosso iniziative nei mercati degli agricoltori di campagna amica in tutta Italia con il regalo alle mamme di un fiore e l’opportunità di una offerta libera per sostenere l’iniziativa la spesa sospesa a favore delle famiglie più bisognose. L’organizzazione agricola, nel sottolineare che dopo il periodo di lockdown, la festa della mamma è il primo appuntamento per esprimere i propri sentimenti, segnala che tra i regali floreali prevalgono rose, bouquet vari e lilium, e tra le piante begonie, gerani e azalee.

La preferenza per i fiori, sostiene inoltre Coldiretti, è “una boccata di ossigeno per uno tra i settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus e dalle limitazioni poste al commercio per effetto della chiusura forzata con l’Italia che rischia di perdere i propri primati nel mondo dopo il record per le esportazioni florovivaistiche che nel 2019 hanno raggiunto ben 904 milioni di euro di piante, fiori e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di euro), Germania (159 milioni di euro) e l’Olanda (153 milioni di euro)”. L’organizzazione agricola stima che “il danno nel 2020 per il settore florovivaistico è pari a 1,5 miliardi di euro dovuto a problemi sull’export, con blocchi al confine ed in dogana di tanti Paesi Ue ed extra-Ue, ritardi e problemi nel trasporto su gomma, la chiusura dei canali distributivi ma anche il divieto di cerimonie”.

Via libera a Mes Ultralight – L’Eurogruppo ha trovato un accordo sul Mes. La linea di credito da 240 miliardi sarà disponibile dal 1 giugno. Il presidente Centeno spiega che “tutti potranno prendere prestiti fino al 2%
del Pil” con scadenza a 10 anni e tasso d’interesse poco sopra lo 0,1% annuo, per coprire i costi sanitari. Esulta Sassoli: “Chi ha fatto perdere tempo all’Italia chieda scusa”. Ma allo ‘State of the Union’ a Firenze, il premier Conte rilancia: “Sure, Bei, Mes sono insufficienti, ammontano ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella Usa, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie. Il prestito effettivo del Recovery Fund deve essere di almeno un trilione di euro”.

Moody’s rinvia l’esame dell’Italia-  l’agenzia in una nota aggiorna il proprio calendario e rimanda le valutazioni
anche sulla Grecia. Un rinvio con cui Moody’s non tocca il rating Baa3 dell’Italia con outlook stabile. Dbrs invece come nelle attese si esprime: il giudizio sul Belpaese è confermato a BBB (high), ma il trend è rivisto da stabile a negativo. Una revisione al ribasso legata alla “considerevole incertezza sulle ripercussioni economiche” del coronavirus.

Coronavirus – Negli Usa oltre 1.600 vittime nelle ultime 24 ore – Sono 1.635 le vittime del coronavirus negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore. Il bilancio totale della pandemia supera così i 77 mila morti, secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins University. Gli Usa registrano al momento oltre 1,28 milioni di casi ufficialmente diagnosticati. Record di decessi, invece, in Brasile, che ha registrato 751 morti in 24 ore.

Fase 2 Italia: Bolzano riapre i negozi – Le Regioni premono per poter anticipare le aperture. Oggi la provincia autonoma di Bolzano riaprirà i negozi, mentre lunedì toccherà a parrucchieri, bar, ristoranti e musei e il 25 invece
agli alberghi. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha annunciato l’impugnazione della legge. Intanto in Italia la curva del contagio si conferma decrescente. Il numero delle vittime ha superato le 30 mila, il maggior numero in Europa.

Terrorismo: Mattarella “Ricordare è un dovere” – “Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l’assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, ledebolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall’espandersi del clima di violenza”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo con il quale chiede anche di “ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica”.

Parla delle “responsabilità accertate” e sottolinea che “non sempre è stata fatta piena” luce. Poi il ricordo dell’uccisione di Aldo Moro, era il 9 maggio del 1978, “una ferita indelebile”. “Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, – sottolinea Mattarella – ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro”.

Conte, euro ci protegge ma politica monetaria Ue non basta. Premier a Euractiv, risposta fiscale sia equa per tutti  – “La Bce sta agendo non a protezione di singoli stati, ma per garantire stabilità finanziaria e corretto funzionamento della politica monetaria nella zona euro. Tutti i paesi membri si avvantaggiano della sua azione. Ritrovarsi nel sistema dell’euro ha contribuito a proteggere i nostri risparmi e a mettere al riparo l’Italia dalla speculazione finanziaria”. Lo spiega il premier Giuseppe Conte. “È però giusto osservare che la politica monetaria è una delle gambe su cui ci possiamo poggiare. L’Unione monetaria comporta un legame ancora più stretto tra i paesi membri rispetto alla Ue, quindi dobbiamo necessariamente agire in maniera coordinata, anche sul piano delle politiche di bilancio. La divergenza tra le economie nazionali, già elevata, rappresenta un rischio per il funzionamento del mercato comune e uno ancora più forte per la gestione della politica monetaria. Se la risposta fiscale alla pandemia non sarà equa per tutti, rischiamo effetti assai pericolosi”, conclude.

Conte, Cig in deroga semplificata già in dl rilancio  – “Il Governo vuole vincere la sfida della semplificazione amministrativa e della riduzione degli adempimenti burocratici. Per questo, già nel prossimo decreto-legge di sostegno all’economia, introdurremo un meccanismo semplificato di erogazione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga, fondamentale per ampie categorie di lavoratori. Ma – più in generale – siamo al lavoro su un pacchetto di interventi coraggiosi, per ridurre i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, soprattutto quelle infrastrutturali, e dare un taglio netto alla burocrazia”. Lo spiega il premier Giuseppe Conte.

Conte, Recovery Fund sia ambizioso e parta prima del 2021. Premier a Euractiv, preveda una parte di trasferimenti  – Sul Recovery Fund “attendiamo la proposta che la Commissione europea metterà sul tavolo tra qualche giorno. Probabilmente i fondi saranno a regime e gestiti all’interno del budget europeo, ma la posizione italiana è chiara: il programma deve essere ambizioso in termini di risorse raccolte sui mercati, deve finanziare primariamente i settori e i paesi più colpiti dalla pandemia, deve prevedere la disponibilità anticipata rispetto al gennaio 2021 di parte dei fondi. Su tali aspetti la posizione italiana coincide con quella di numerosi altri Stati membri”. Lo spiega il premier Giuseppe Conte. “I finanziamenti devono essere fatti a lungo termine per permettere di distribuire nel tempo il peso dello sforzo fiscale eccezionale ma temporaneo sopportato ora dagli Stati membri; le risorse devono essere date primariamente agli stati più colpiti e devono prevedere una quota ben significativa di “grants”, pur non volendo escludere prestiti; gli Stati dovranno avere il compito di allocarli all’interno di un chiaro quadro di regole comuni”, aggiunge.

Boccia, 300 contagiati al giorno al lavoro, serve prudenza. Dal 18 maggio valuteremo gli spostamenti tra regioni   “Gli ultimi dati dell’Inail dicono che 300 persone al giorno in Italia si contagiano sul posto di lavoro e dieci muoiono. E il lockdown si è allentato da una settimana soltanto. Se si parte senza regole e senza protocolli chi si assumerà la responsabilità di tutelare la salute dei lavoratori?”. Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia sottolinea la necessità di agire ancora con prudenza, perché “la cosa peggiore per l’economia italiana sarebbe dover tornare indietro”. Boccia ribadisce il no alle aperture anticipate dei negozi l’11 maggio. Prima, sottolinea, “bisogna condividere le linee guida. Faremo tutto la prossima settimana. Nel frattempo i negozianti possono riorganizzare i loro locali. Non è meglio attendere una settimana per garantire una sicurezza maggiore?”. Quanto al braccio di ferro con l’Alto Adige, “nell’ultimo mese l’Inail ci ha comunicato che ci sono stati 702 lavoratori contagiati a Bolzano. Immaginiamo cosa potrebbe accadere in assenza del rispetto delle misure. E questo discorso vale per tutte le Regioni”. Sulle riaperture di bar e ristoranti, “stiamo definendo le linee nazionali di sicurezza. Se l’epidemia continuerà a calare il governo conferma che le Regioni dal 18 maggio potranno aprire le attività economiche sulla base della situazione dei loro territori”, dichiara il ministro. Dopo il 18 maggio si valuterà anche la riapertura tra regioni, che “va monitorata con attenzione, perché abbiamo situazioni di contagio diverse”, sottolinea Boccia. Il rischio che i governatori del Sud chiudano i confini a chi viene dai territori più colpiti “non c’è se non andiamo in ordine sparso e se i governatori si affidano alle linee guida del governo”, rimarca. Per gli spostamenti all’interno della stessa regione, “credo, con una situazione sotto controllo come speriamo di avere nei prossimi giorni, ci possa essere un allentamento”.

Coronavirus: Pakistan, 618 vittime. Oltre 27mila casi positivi – Il bilancio delle vittime del coronavirus in Pakistan è salito a 618, mentre il numero totale delle persone positive è 27.474. Sono i dati diffusi dal ministero della Salute, secondo i quali nelle ultime 24 ore si sono registrati 24 decessi e 1.637 nuove infezioni, 127 in meno rispetto a ieri. Sono 224 le persone guarite, che salgono così a 7.756.

Argentina, quarantena fino al 24 maggio. Da lunedì regole più flessibili per ripartenza – Il presidente dell’Argentina Alberto Fernandez ha annunciato che la quarantena in vigore su tutto il territorio nazionale a causa della pandemia da coronavirus resterà in vigore fino al 24 maggio e resterà particolarmente rigida nella capitale, Buenos Aires, e nella sua provincia.

In una conferenza stampa, Fernandez ha aggiunto che a partire da lunedì, saranno più flessibili le regole per la ripartenza di alcuni settori produttivi nelle province in cui la situazione è stabile, mentre il via libera ad esercizi commerciali e industrie sia nella capitale, sia in provincia avverranno solo dietro esplicita autorizzazione del governo nazionale.

Il capo dello Stato si è detto “orgoglioso” per i risultati ottenuti, con una situazione “abbastanza controllata” se confrontata “con quella di altri Paesi della regione, come Ecuador, Brasil e Chile”. In base all’ultimo bollettino delle autorità sanitarie, sul territorio argentino sono stati confermati 5.371 contagiati e 285 morti.

 

“E’ importante che il paese riparta, ma il virus non ha cambiato né identità né caratteristiche. Violare le regole di comportamento per la prevenzione del contagio, dunque, potrebbe facilitarne la circolazione”. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro stoppa le fughe in avanti delle Regioni che vogliono riaprire negozi, bar e ristoranti a partire già da lunedì e offre una sponda al ministro delle Salute Roberto Speranza che anche oggi ha ribadito la linea del governo: prima del 18 maggio non si apre nulla. “Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti – ha detto – ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora”.

Ma si apre uno spiraglio per l’ipotesi della riapertura di cinema e teatri a giugno: come per le chiese, saranno previste regole precise per permettere agli spettatori – così come sarà per i fedeli – di partecipare a spettacoli rispettando distanziamenti e sicurezza. “Si stanno valutando – spiega il presidente del’Iss – forme di partecipazione con numeri limitati di persone in luoghi confinati previo rispetto delle regole e con un percorso di garanzia, dalla fasce orarie agli ingressi. Questo vale per tutti gli eventi che hanno tali caratteristiche”. E’ vero, infatti, come ha detto Brusaferro nel corso della conferenza stampa settimanale, la curva del contagio “decresce ed è un segnale che prosegue in tutte le regioni”. Ma è altrettanto evidente che ciò non significa nulla, se non si attendono i dati sull’andamento dei casi dopo l’allentamento delle misure deciso il 4 maggio. Attesa che non sarà inferiore ad una decina di giorni. Ed infatti il presidente dell’Iss conferma che quei numeri ci saranno “solo la prossima settimana” e che “solo dall’analisi dei dati, che verrà fatta dalla cabina di regia tra ministero e Regioni, si potranno fare ragionamenti per decidere misure successive”.

Il governo, probabilmente a metà della prossima settimana, tirerà dunque le somme e predisporrà il nuovo Dpcm. In ogni caso, è impensabile di allentare ulteriormente le misure prima del 18 maggio. Con buona pace del governatore altoatesino Armo Kompascher la cui legge per riaprire negozi, bar, ristoranti, parrucchieri e musei “è già in vigore”. Il ministro delle Autonomie Francesco Boccia ha impugnato il provvedimento: non essendo ancora pronte le linee guida nazionali sul lavoro – che l’Inail sta predisponendo con il Comitato tecnico scientifico -, l’ordinanza “è in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro”. Dopo l’ordinanza della Calabria, sulla quale il Tar deciderà sabato, anche quella dell’Alto Adige finisce dunque davanti ai giudici. Ma se Kompascher ha tratto il dado e superato il Rubicone dello scontro con Roma, gli altri governatori continuano l’offensiva di parole per chiedere di riaprire di più e prima. “Mi sento con i colleghi presidenti – dice il veneto Luca Zaia-: c’è condivisione rispetto al fatto che il 1 giugno è una data troppo distante” per ristoranti e bar in primis. Zaia denuncia inoltre “un’area di incertezza paurosa” sulle Fase 2, “non c’è programmazione. Se il Governo dicesse che si apre il 18 maggio tutti accenderebbero i motori. Ma il 18 potrebbe presentarsi Conte e fare un Dpcm che chiude altre due settimane”. In Lombardia invece Attilio Fontana, visti i Navigli pieni a Milano, parla di “momento delicatissimo: i cittadini, che hanno capito di dover rispettare le regole del lockdown, mi auguro rispettino anche quelle necessarie nella Fase 2”. E fa marcia indietro rispetto a giovedì anche il governatore della Liguria Giovanni Toti. “L’obiettivo della riapertura complessiva è più il 18 maggio che non prima”.

Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini torna invece a chiedere che dal 18 maggio le Regioni possano decidere in autonomia per le successive riapertura. Una possibilità che Boccia ha accolto già nel corso della Conferenza Stato-Regioni e che però dovrà confrontarsi con un altro tema: il ministro delle Autonomie ribadisce che si procederà ad “aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni” dei dati. E dunque ci saranno territori che potranno aprire e altri no. Tutto rimandato, invece, per la mobilità sull’intero territorio nazionale: non se ne parlerà prima di giugno anche se nel nuovo Dpcm potrebbero essere consentiti i movimenti tra regioni limitrofe e quelli di chi vive al confine tra una regione e l’altra.

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.