Coronavirus Abruzzo: 79 nuovi casi, anche due sindaci

Coronavirus Abruzzo:  ancora in crescita la tendenza dei contagi (oggi altri 79) e dei decessi (saliti a 22) . Le più colpite restano le aree del pescarese e della Val Fino. Positivi i sindaci di Castiglione Messer Raimondo e Montefino.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

 

Ore 22.00 – Marsilio pronto ordinanza per chiudere Brioni e Val di Sangro

Ore 20.14 – Tamponi sanitari solo per i più esposti

Ore 19.00Due ordinanze di Marsilio per la disciplina del Trasporto Pubblico Locale

Ore 18.00La mappa dei casi positivi in Abruzzo per comune aggiornata al 21 marzo

Ore 15.50 Coronavirus: in Abruzzo oggi 79 nuovi casi, i decessi saliti 22

Ore 15.45 – A Vasto novena San Michele Arcangelo

Ore 15.30 – Cassa Integrazione alla Marelli di Sulmona

Ore 14.15Coronavirus, a Pescara minorenne fugge di casa per stare con il fidanzatino

Ore 13.40L’appello dei “caregiver”

Ore 13.25A Teramo chiude “Casa Maia”, lo sgomento del Comune

Ore 13.10 – 500 medici in pensione pronti tornare

Ore 12.50 Festa di battesimo in giardino, tutti denunciati (tranne il neonato)

Ore 12.25Tanta CIG nell’Aquilano, resta il nodo Lfoundry

Ore 12.20Positivo anche il sindaco di Montefino 

Ore 12.10Biondi controcorrente: “non militarizziamo la città”

Ore 12.00Due decessi nell’ospedale di Atri

Ore 11.20Ordini infermieristici: “proposti contratti indecorosi”

Ore 11.00Tensioni per la Brioni: sindacati chiedono rinvio apertura

Ore 10.50Il drammatico appello del sindaco di Castilenti

Ore 1o.25A Castiglione Messer Raimondo positivo anche il sindaco

Ore 10.00Parruti su Rete8: “in Abruzzo possibile picco da 1000 ricoveri”

Ore 9.00L’Aquila, tamponi all’ex poliambulatorio di Paganica

Ore 6.30A Castiglione Messer Raimondo il quarto decesso, è morta la paziente-uno

Ore 6.00Create le Unità Speciali di Continuità Assistenziale

 

 

 

 

LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)

C’è un piccolo paese che muore ogni giorno col coronavirus in Italia: oggi le vittime hanno raggiunto il picco massimo, 693 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4.032. I malati sono diventati 42.681 (4.825 in più rispetto a ieri). Davanti all’escalation del contagio sale la richiesta al Governo di Regioni, Comuni ed anche sindacati di attuare una chiusura totale. E mentre Palazzo Chigi valuta ulteriori strette, il governatore lombardo Attilio Fontana e quello del Piemonte Alberto Cirio firmano delle ordinanze per bloccare tutto. Nel caso della Lombardia uffici pubblici, studi professionali, cantieri, attività all’aperto. “Le nostre autorità sanitarie – dice Fontana – ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare”. Gli fa eco Cirio: “chiudiamo tutto quello che è possibile, in base ai poteri delle Regioni. Questa è la più grande emergenza dal dopoguerra”. Sul fronte sanitario sono arrivate quasi 8.000 risposte all’appello per creare una task force di 300 medici volontari da mandare nelle aree più colpite. “In un momento così difficile – ha commentato il premier Giuseppe Conte – questa è l’ennesima risposta generosa di cui tutti noi italiani possiamo andare fieri. Grazie a tutti, eroi in camice bianco”.

Novità anche sul versante dei giochi. L’Agenzia per le Dogane e i Monopoli ha sospeso il Lotto e il Superenalotto. La decisione, riportata in una circolare, riguarda tutte le lotterie e le slot machines. L’appuntamento con la conferenza stampa delle 18 alle Protezione civile è ormai diventato un bollettino di guerra. La linea di morti e positivi continua a salire. Fortunatamente aumentano anche i guariti (6.072, 943 più di ieri). Il virus è diffuso in tutte le regioni, Lombardia in testa (25mila i malati, quasi la metà del totale), mentre “i numeri al Sud – spiega il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli – sono ancora fronteggiabili. Si sta facendo una corsa contro il tempo e si lavora senza sosta e senza tregua”.

Per arrestare la diffusione del virus, la ricetta, puntualizza il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, è sempre quella del “distanziamento sociale”. “E’ tassativo – sottolinea – il rispetto delle nuove misure prese dal Governo, che sono un un segnale forte per dire che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo. Ci sono ancora situazioni dove con la scusa di fare due passi si fanno assembramenti. Le scappatoie danneggiano noi stessi e i nostri cari e le persone più fragili sono gli anziani. Servono meccanismi di rispetto sistematico delle misure; senza non saremo in grado di allentare la diffusione del virus”. E per sperare in un vaccino, aggiunge, bisogna aspettare fine anno. Ancora mesi di battaglia, dunque, con Regioni e Comuni sulla linea del fuoco a chiedere di più.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, auspica un’intesa con il Governo per “la chiusura ragionata di tutte le attività”. Borrelli fa notare che quelle attuali sono “le misure massime che si potevano adottare. Dopodiché c’è la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa e senza alimentari nei supermercati?”. Ma a stretto giro arriva il giro di vite dei governatori Cirio e Fontana. In Lombardia l’ordinanza raccomanda ai gestori di supermercati, farmacie, luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, di “provvedere alla rilevazione della temperatura corporea”. Disposta anche la chiusura di tutte le strutture ricettive, ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. E per chi non rispetta il divieto di assembramento nei luoghi pubblici, scatterà un’ammenda fino a 5mila euro. L’ordinanza del Piemonte vieta l’assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici; i mercati saranno possibili solo dove sarà garantito il contingentamento degli accessi, l’accesso agli esercizi commerciali sarà limitato ad un solo componente per famiglia.

E continuano ad essere tanti gli italiani denunciati dalle forze dell’ordine per il mancato rispetto dell’invito a rimanere in casa salvo motivazioni valide. Ieri i denunciati sono stati 10mila, il numero più alto dal’entrata in vigore dei divieti, lo scorso 11 marzo. Da allora le persone denunciate sono state complessivamente 73mila, su un milione e 600mila controllate. Dopo il capo della Polizia, Franco Gabrielli, anche la procura di Milano caldeggia il pugno di ferro per i trasgressori. I magistrati del capoluogo lombardo valutano se applicare per l’emergenza Coronavirus una norma più dura dell’articolo 650 del codice penale, ossia l’articolo 260 del testo unico delle leggi sanitarie, che punisce chi non osserva un ordine “legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva”. Un reato che prevede una pena congiunta dell’arresto “fino a 6 mesi” e dell’ammenda fino a 400 euro.

Infine, buone notizie sul fronte mascherine, La prossima settimana ne arriveranno 12 milioni dalla Cina. Saranno le prime dei lotti da 100 e 50 milioni stipulati dal Governo con la Byd e un’altra azienda privata cinese attraverso la mediazione della Farnesina. Mentre aiuti (specialisti e macchinari) sono in arrivo anche dalla Russia, dopo una telefonata tra Conte ed i presidente Vladimir Putin.

Cinque giorni: è corsa contro il tempo per intercettare e isolare le persone con sintomi. È questo il lasso di tempo mediano che intercorre tra segnali dell’infezione e diagnosi. “Questa è la sfida”, dice il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa alla Protezione civile. E bisogna fare presto perché la curva prenda un’altra piega. La scommessa, secondo Brusaferro, è per il Sud, in modo che le curve possano essere modificate e limitare così il numero di casi “in una dimensione sostenibile dal nostro Sistema sanitario nazionale”.

Gli esperti studiano anche il modello Seul. “D’accordo con il ministro, sto proponendo che lo si adotti anche in Italia. Abbiamo già attivato un gruppo di studio per definire i dettagli”, ha detto Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, guardando ai dati dell’Italia e a quelli della Corea del sud, e osservando che il modello potrebbe essere “una strategia nazionale”. Molti tamponi e l’ausilio della tecnologia per tracciare i contagiati e le persone con cui erano entrati in contatto. “Ci troviamo di fronte a un problema molto importante in fatto di privacy – osserva Ricciardi – e andrà studiato con grande accuratezza. Ma bisogna capire che ci troviamo di fronte a una situazione di estrema gravità”. Il tema centrale è sempre la velocità. Serve accelerare sull’individuazione precoce di tutti i contagiati e i loro contatti.

L’Italia si trova a combattere una battaglia che oggi ha visto 793 morti in più, il giorno con il maggior numero di vittime, in tutto 4.825, secondo il bollettino quotidiano; 42.681 malati in Italia, 4.821 in più, ieri l’incremento era di 4.670; i guariti 6.072, 943 in più di ieri. Più colpiti sempre gli uomini e una popolazione anziana con patologie che aggravano il quadro sanitario di persone già fragili. Da qui l’appello tassativo di restare a casa, per proteggere chi è più esposto.

In termini numerici, secondo l’analisi dell’economista sanitario, Cesare Cislaghi, se confrontiamo il numero di nuovi casi con quelli di cinque giorni prima notiamo che il rapporto ha un decremento: la velocità è ancora troppo elevata ma l’ accelerazione diminuisce. “Il problema più grave – aggiunge Cislaghi – ancor più della elevata mortalità è il numero di malati che ha necessità di essere assistito in terapia intensiva. Il numero dei decessi cresce di giorno in giorno e anche i nuovi casi aumentano sempre ma non più in modo esponenziale come giorni addietro; è un segnale di speranza cui vogliamo allacciarci pur senza illuderci e conservando la certezza che dobbiamo continuare ad applicare in modo scrupoloso le misure che sono state decise”. E proprio i tempi di reazione sulle misure sono, secondo Cislaghi, un fattore determinante per la diffusione, in Italia come in altri Paesi. Quindici giorni di ritardo nell’adottare misure realmente efficaci, afferma, “non hanno forse permesso che l’epidemia all’inizio non crescesse così rapidamente”, a partire dalle comunicazioni della Cina, e poi a cascata in tutti i Paesi, dove tra l’arrivo dell’epidemia da Covid-19, ora classificata dall’ Oms in Pandemia, e la risposta dei Governi, il lasso di tempo trascorso “ha creato problemi e rappresenta uno dei fattori per cui dobbiamo ancora aspettare giorni per intravedere segnali confortanti”. Cislaghi rileva una “isteresi decisionale, cioè la caratteristica di un sistema di reagire in ritardo alle sollecitazioni, che è stata purtroppo non trascurabile”. “È mancata una immediata e completa presa di coscienza – dice Cislaghi – ma dobbiamo guardare alla prossima settimana e dobbiamo avere molta speranza”.

TUTTE LE NOTIZIE SUL CORONAVIRUS, CLICCA QUI

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.