Coronavirus Abruzzo: tanta CIG nell’Aquilano, resta il nodo Lfoundry

Coronavirus Abruzzo: nell’Aquilano massiccio ricorso alla CIG nelle industrie. Tensioni alla Lfoundry di Avezzano dove i lavoratori sono in sciopero.

Come si muovono le aziende in questo periodo di emergenza? Nell’aquilano la linea è di non chiudere le fabbriche dove si può ricorrendo alla cassa integrazione per chi non è impegnato nella produzione primaria. La richiesta, in particolare, di cassa integrazione ordinaria con riferimento all’emergenza in corso, come previsto dal decreto “Cura Italia” è stata avviata in diversi stabilimenti cittadini: in Accord Phoenix, in Framiva e in Em969 del gruppo Taddei. Laddove ci sono materiali ancora da lavorare non si vuole in sostanza bloccare totalmente la produzione ricorrendo però alla cassa per gli altri lavoratori. Anche altre aziende della provincia si sono mosse così, altre ancora stanno valutando.
Situazione molto particolare in LFoundry ad Avezzano. Le Rsu aziendali hanno proclamato lo sciopero sino a lunedì sera. Per i sindacati molto è stato fatto sulle misure igienico comportamentali ma qualcosa per loro è andato storto. La richiesta di rallentare la linea per ridurre la presenza di personale non è stata presa in considerazione come lo scaglionamento delle pause e la riduzione della loro durata è stata fatta passare come accordo con le Rsu ma così non è, affermano, e per cui secondo loro si è approfittato di fatto dell’emergenza per modificare le condizioni di lavoro. Il risultato per le Rsu? L’aumento delle persone nelle zone critiche dello stabilimento.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.