Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti di martedì 21 aprile

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di martedì 21 aprile. Non decresce ancora la curva dei contagi. Per l’Osservatorio Nazionale delle Regioni azzeramento possibile solo dopo il 7 maggio.

 

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 20.40 – Coronavirus: Pescara e Montesilvano blindano il lungomare il 25 aprile e 1 maggio

Ore 20.10 – Coronavirus Abruzzo, Marsilio: ripartire da export e cantieri L’Aquila 

Ore 19.06 – Sevel: Fca, da lunedì ripartenza parziale delle fabbriche

Ore 16.57A Pescara Forza Italia lancia l’iniziative della “spesa sospesa”

Ore 16.04Coronavirus Abruzzo: Tua, trasporto più sicuro con servizi digitalizzati

Ore 15.38Bollettino del 21 aprile: in Abruzzo 55 nuovi casi di Coronavirus

Ore 15.14Di Giannantonio: “Stress da Covid per sanitari come soldati in Vietnam”

Ore 15.12Questa sera speciale di Rete8 nel reparto di Malattie infettive di Pescara con il prof. Parruti

Ore 13.28 – Paolo Di Sabatino ha scritto una canzone a sostegno dell’Ospedale Mazzini di Teramo

Ore 13.21 – A Giulianova per la signora Patrizia un’emergenza nell’emergenza

Ore 13.11 – Sulmona, tampone a domicilio a 30 positivi in quarantena

Ore 12.36Lettera al Prefetto da Confcommercio L’Aquila

Ore 12.00 – I tutor del progetto CONI non ancora pagati esclusi anche dal bonus dei 600 euro

Ore 11.50 – L’emergenza sanitaria che tiene tutti a casa fa lievitare il consumo di acqua

Ore 11.15- Coronavirus Abruzzo: cig in deroga: nuovo appello dei sindacati alla Regione

Ore 11.00 – L’attore e regista Milo Vallone scrive al ministro della Cultura Franceschini 

Ore 10.26Il piano per l’emergenza diffuso da TUA, l’azienda del trasporto unico regionale

Ore 9.30 Allarme cozze invendute a causa dell’emergenza Coronavirus

Ore 8.45Dalla Regione ordinanza per recupero vaccinazioni pediatriche fermate dal Covid

Ore 8.00 Dopo l’emergenza Coronavirus, Montesilvano ripartirà dalla mobilità green

Ore 6.00Le proiezioni dell’Osservatorio Nazionale: in Abruzzo stop al Covid dal 7 maggio

LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)

Coronavirus Italia: il bollettino del 21 aprile
Calo netto dei malati per coronavirus. Sono infatti 107.709 gli attualmente positivi, 528 in meno rispetto a ieri, quando per la prima volta dall’inizio dell’emergenza si era registrato un calo di 20 pazienti. Il dato è stato fornito dalla Protezione civile.
Sono salite a 24.648 le vittime dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 534. Ieri l’aumento sul giorno precedente era stato di 454.
Nuovo record di guariti da coronavirus in Italia: complessivamente sono 51.600, con un incremento rispetto a ieri di 2.723. Ieri l’aumento dei guariti era stato di 1.822.
Prosegue il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.471, 102 in meno rispetto a ieri. Di questi, 851 sono in Lombardia, 50 in meno rispetto a ieri. Dei 107.709 malati complessivi, 24.134 sono ricoverati con sintomi, 772 in meno rispetto a ieri e 81.104 sono quelli in isolamento domiciliare.
Il numero dei contagiati totali dal coronavirus in Italia – compresi morti e guariti – è di 183.957, con un incremento rispetto a ieri di 2.729.
L’aumento ieri era stato di 2.256. Dai dati della Protezione civile emerge che sono 33.978 i malati in Lombardia (-609 in meno rispetto a ieri), 13.244 in Emilia-Romagna (-278), 14.811 in Piemonte (+254), 10.077 in Veneto (+16), 6.622 in Toscana (+54), 3.463 in Liguria (-33), 3.218 nelle Marche (+6), 4.402 nel Lazio (+37), 2.946 in Campania (-73), 1.909 nella Provincia di Trento (-20), 2.812 in Puglia (+2), 1.322 in Friuli Venezia Giulia (+132), 2.259 in Sicilia (+49),2.067 in Abruzzo (+5), 1.536 nella provincia di Bolzano (-4), 407 in Umbria (-17), 837 in Sardegna (-17), 819 in Calabria (-9), 522 in Valle d’Aosta (-26), 245 in Basilicata (+3), 213 in Molise (+0). Quanto alle vittime, se ne registrano 12.579 in Lombardia (+203), 3.147 in Emilia-Romagna (+68), 2.485 in Piemonte (+76), 1.154 in Veneto (+42), 686 in Toscana (+19), 990 in Liguria (+33), 834 nelle Marche (+12), 363 nel Lazio (+14), 317 in Campania (+8), 376 nella provincia di Trento (+10), 351 in Puglia (+25), 241 in Friuli Venezia Giulia (+2), 206 in Sicilia (+3), 271 in Abruzzo (+8), 251 nella provincia di Bolzano (+2), 60 in Umbria (+2), 93 in Sardegna (+7), 76 in Calabria (1), 126 in Valle d’Aosta (+0), 24 in Basilicata (+0), 18 in Molise (+0).
I tamponi complessivi sono 1.450.150, 52.126 più di ieri. Oltre 680mila sono stati effettuati in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Dall’inizio dell’emergenza non è “mai stato così alto il numero di pazienti dimessi e guariti” dal coronavirus. Lo dichiara la Protezione Civile, sottolineando che nelle ultime 24 ore sono stati dimessi dagli ospedali 772, pazienti mentre i guariti sono 2.723 in più rispetto a ieri.

#Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha pubblicato su Facebook una serie di post riguardo alla fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Conte ha precisato che il governo prenderà decisioni nell’esclusivo interesse di tutto il Paese, “dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni”. Conte ha ricordato che gli esperti stanno lavorando giorno e notte alla stesura del piano per una riapertura graduale e sostenibile, che tenga conto dei molteplici aspetti, operativi e scientifici. “Prima della fine di questa settimana confido di illustrare i dettagli di questo articolato programma, una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio”. Il premier si è detto consapevole che i cittadini e le imprese sono stanchi e vorrebbero un significativo allentamento delle misure, o addirittura la loro totale abolizione, ma – ha aggiunto – “sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Assumeremo le decisioni che spettano alla politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, e determinazione”. E sulla riapertura delle aziende: “Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro, che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose ore di punta? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?”.

#Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, in considerazione dell’evoluzione del contesto emergenziale e al fine di consentire la prosecuzione degli interventi previsti (acquisto di dispositivi di protezione individuale, di attrezzature medicali e di ogni genere di bene strumentale utile a contrastare l’emergenza, nonché l’ampliamento delle strutture ospedaliere sia temporanee che definitive destinate alla cura dei pazienti affetti Covid-19),  ha deliberato un ulteriore stanziamento per complessivi euro 900.000.000 in favore del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.

#Ci sono voluti due mesi esatti di emergenza e 40 giorni di lockdown: per la prima volta cala il numero dei malati di coronavirus in Italia. Una diminuzione minima nei fatti, solo 20 positivi in meno rispetto a domenica, ma consistente dal punto di vista simbolico anche perché si aggiunge ad una serie di segnali incoraggianti: il totale dei ricoverati nelle terapie intensive che è il più basso da un mese, il calo dei malati in 12 Regioni – ma non in Lombardia dove la provincia di Milano è sempre quella col più alto tasso di contagi in Regione e si registrano ancora 163 morti, e in Piemonte -, Umbria, Basilicata, Calabria e Sardegna senza vittime. Tutti numeri e indicazioni che, però, non consentono di sciogliere il nodo sul quale da giorni si sta consumando il confronto sempre più acceso tra governo e regioni sulle modalità della riapertura in vista del 4 maggio. Con l’esecutivo sempre più orientato per un avvio differenziato della Fase 2 e i governatori del Nord in pressing affinché ci sia un’unica data per tutto il paese.

Come si ripartirà, dunque? Un dato da cui iniziare c’è e sono le analisi degli esperti che, ormai da giorni, ripetono come se è vero che il dato complessivo italiano conferma la discesa dei contagi, è altrettanto chiaro a tutti che il virus continua a muoversi in maniera non uniforme, con alcuni territori che fanno molto più fatica di altri ad uscire dall’emergenza. L’ultima è quella dell’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle regioni italiane coordinato da Walter Ricciardi, il consulente dell’Oms e del ministro della Salute Roberto Speranza che è anche uno dei principali sostenitori della riapertura ‘differenziata’. Lo studio sottolinea che proprio la Lombardia, assieme alle Marche, sarà l’ultima regione ad avere zero nuovi casi, non prima del 28 giugno. Il Piemonte e il Veneto ci arriveranno il 21 maggio mentre molte altre regioni del Centrosud tra la fine d’aprile e l’inizio di maggio.

Le conclusioni le tira il direttore scientifico Alessandro Solipaca. “Il passaggio alla Fase 2 dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione”. Un concetto ribadito dal membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi: “Prevedo un network di misure sul territorio nazionale – dice – ma non posso escludere misure specifiche a livello regionale”. Che è proprio il tema su cui da giorni montano le frizioni tra governo e regioni. E tra gli stessi governatori. Perché se un’intesa sembra esserci sulla necessità di avere linee guida nazionali che devono poi esser adattate su ciascun territorio, lo scontro è sulle date delle riaperture. Con il presidente della Lombardia Attilio Fontana che definisce “quasi impossibile” gli zero contagi e ribadisce la sua contrarierà a qualsiasi regionalizzazione: “o siamo in grado di contenere il contagio, allora si apre tutti, o se non siamo in grado non c’è chi ‘è più o chi è meno’. Perché se il contagio riprende anche da chi è meno è un rischio per tutti”. Con la sindaca di Torino Chiara Appendino che gli fa da sponda chiedendo “che il Piemonte e la mia città possano ripartire insieme alle altre regioni”. E con Luca Zaia che nel chiarire la volontà del Veneto di attendere le indicazioni degli scienziati e di non voler mettere a repentaglio la vita dei cittadini, ripete quel che dice da giorni: “noi siamo pronti”. Strategie diverse di pressing sul governo, così come quelle dei governatori del Sud, pronte a muoversi autonomamente – “l’Abruzzo non aspetterà il 4 maggio con le braccia conserte”, dice il governatore Marco Marsilio – e a bloccare gli arrivi dal Nord come ha fatto sapere ampiamente il presidente della Campania, De Luca. Per decidere, il premier Giuseppe Conte attende per mercoledì la relazione del coordinatore della task force Vittorio Colao – che dovrebbe contenere una serie di indicazioni concrete su lavoro, trasporti, mobilità – ma intanto ha riunito i capi delegazione della maggioranza. L’idea che si fa strada è quella di aperture ‘mirate’ e scaglionate, cercando però di non arrivare ad uno scontro frontale con i governatori, a partire da Fontana, facendo leva sulle indicazioni scientifiche. E non è un caso, allora, che il capo delegazione M5s, Alfonso Bonafede, al termine della riunione ribadisca la necessità che la ripartenza garantisca la “piena sicurezza per tutti i cittadini” e sottolinei la necessità per tutte le istituzioni nazionali e locali di essere “unite e coordinate nell’applicare e declinare le misure nei singoli territori”.

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.