Coronavirus Abruzzo, previsto stop ai contagi dal 7 maggio

Secondo le proiezioni dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, in Abruzzo la data chiave per l’azzeramento dei casi di Coronavirus è il 7 maggio.

Che la fine dell’emergenza sanitaria possa avere tempi diversi da regione a regione è cosa nota, visto che anche il diffondersi del contagio non è stato uniforme sul territorio nazionale. Di ipotesi relative all’azzeramento territoriale ne sono state fatte diverse, qualche tempo fa per esempio la data indicata per l’Abruzzo dall’Istituto Einaudi era stata fissata all’11 aprile. Oggi però, sulla scorta di ulteriori studi, arriva l’autorevole pronunciamento dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che in Abruzzo indica la data chiave del 7 maggio per lo stop alla diffusione del  Covid-19. In Lombardia e Marche, verosimilmente, l’assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di giugno, in Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio. Nelle altre regioni l’azzeramento dei contagi potrebbe avvenire tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio (vedi sotto). Lo studio dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane è coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica, e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio.

“In questo momento è quanto mai necessario fornire una valutazione sulla gradualità e l’evoluzione dei contagi, al fine di dare il supporto necessario alle importanti scelte politiche dei prossimi giorni – dichiara Solipaca. – Il nuovo coronavirus SARS CoV-2 ha finora provocato oltre 22 mila e 700 decessi in Italia, dove attualmente si contano circa 172 mila e 400 contagiati. L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi. La proiezione sbasa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile, dal 24 febbraio al 17 aprile. I modelli statistici stimati per ogni regione sono di tipo regressivo (di natura non lineare) e non epidemiologico, pertanto non sono fondati sull’ammontare della popolazione esposta, di quella suscettibile e sul coefficiente di contagiosità R0, ma approssimano l’andamento dei nuovi casi osservati nel tempo”.

Le proiezioni tengono conto dei provvedimenti di lockdown introdotti dai DPCM, quindi è ovvio che l’eventuale allentamento delle misure, per esempio la riapertura delle attività e della circolazione di persone, le renderebbero non più verosimili”.

Nel rapporto si sottolinea che la precisione delle proiezioni è legata alla corretta rilevazione dei nuovi contagi, ma è noto che possono essere sottostimati a causa dei contagiati asintomatici e del numero di tamponi effettuati.
Secondo le proiezioni dell’Osservatorio a uscire per prime dal contagio da Covid-19 sarebbero la Basilicata e l’Umbria, le quali il 17 aprile contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi; le ultime sarebbero le regioni del Centro-Nord, nella quali il contagio è iniziato prima. In Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non è lecito attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno. Infatti, per entrambe le Regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento. La Provincia autonoma di Bolzano dovrebbe avvicinarsi all’azzeramento dei contagi a partire dal 28 maggio: nonostante il numero di casi osservati complessivamente sia basso in valore assoluto (29 casi il 18 aprile), il trend dei nuovi casi sta scendendo con particolare lentezza. Nel Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio, nel Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare ad avvenire tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio. Le proiezioni effettuate evidenziano che l’epidemia si sta riducendo con estrema lentezza, pertanto questi dati suggeriscono che il passaggio alla così detta fase 2 dovrebbe avvenire in maniera graduale e con tempi diversi da Regione a Regione. Una eccessiva anticipazione della fine del lockdown, con molta probabilità, potrebbe “riportare indietro le lancette della pandemia” e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati.

 

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