Coronavirus Abruzzo: l’attore Milo Vallone scrive al ministro

L’attore e regista Milo Vallone scrive al ministro della Cultura Dario Franceschini per sollecitare il sostegno degli artisti e del comparto dello spettacolo fermato dal Coronavirus anche in Abruzzo.

La lettera aperta dell’attore abruzzese è indirizzata anche al presidente del Consiglio Conte e al ministro delle finanze Roberto Gualtieri. Di seguito il testo integrale:

“Le scrivo in merito all’urgenza di un sostegno per gli artisti e per i vari reparti all’arte connessi (produttori, organizzatori, tecnici e maestranze dello spettacolo) derivata dal durissimo lockdown delle proprie attività per l’emergenza dettata dal distanziamento sociale in relazione al Coronavirus.

Sorvolo sulle varie considerazioni in merito all’importanza della cultura per la salute mentale e psichica, e la crescita etica e civile di un popolo e di una società e di come e quanto l’arte, nelle sue molteplici forme espressive, sia protagonista indiscussa da svariati secoli, della stessa formazione culturale degli individui e della società tutta.
So che Lei ha ben presente quanto gli artisti e i reparti tecnici e organizzativi che consentono la creazione e la divulgazione delle opere prodotte e/o allestite, siano semplicemente il prezioso fertilizzante della società.
So che Lei ha altrettanto ben presente quanto questo stia prepotentemente emergendo in queste settimane di quarantena: dal bisogno di servirsene per lanciare con una certa forza comunicativa e efficacia di ascolto il motto (oggi diciamo hashtag): “io resto a casa”, sino alla compagnia che usando le svariate forme espressive, stiamo facendo ai nostri connazionali in questi lunghissimi giorni di isolamento, attraverso la TV e la Rete (film, canzoni, spettacoli teatrali, letture, concerti).
Non insisterò pertanto su questi punti poiché la ridondanza di un’ovvietà ci porterebbe nella demagogia.

Mi sia consentito però suggerire una forma di sostegno rapida e consistente per la sopravvivenza di questa importantissima e necessaria categoria che risulta essere la più penalizzata, proprio per quella straordinaria forza aggregativa che il nostro operato genera e di cui, al contempo, si nutre.
Pertanto, in nome di quella democrazia che il partito a cui appartiene custodisce nel nome e che i vostri alleati di governo dovrebbero avere nel proprio stesso DNA politico, mi sia permesso suggerirLe uno strumento che consenta alla categoria in oggetto, la sopravvivenza durante questo forzoso e per noi ancora lunghissimo, “pit stop”.
Dal tanto dibattere di queste settimane sembra però che il nostro sia l’unico comparto sociale che, pur essendo il più esposto al rischio d’estinzione, sia di fatto escluso dalle misure di sostegno presenti nella Vostra agenda.

Per cui, con il motto (che oggi chiamiamo hashtag): ‘Lotto per l’Arte’, vorrei suggerire a Lei, alla Presidenza e a tutta la compagine dell’Esecutivo, di predisporre l’utilizzo dei fondi del gioco del lotto, da giugno a dicembre, in favore degli artisti e dei reparti tecnici e organizzativi ad essi collegati.

Gentile Ministro, è ormai chiaro che è in atto un esproprio (sia ben inteso: per pubblica utilità e sicurezza) del posto di lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani. E, democrazia vuole che per ogni esproprio, la normativa preveda la corresponsione di un adeguato indennizzo.
Nel frattempo assistiamo, con una speranza spesso imparentata con l’ansia, al Vostro lavoro di individuazione delle risorse tra quelle interne e quelle comunitarie o extracomunitarie.
Il tempo però inizia da essere sempre più stretto, Ministro. Per tutti i comparti sociali.
Ma ripeto, gli artisti non vengono mai menzionati tra le parti sociali da tutelare.
Servono risorse e per la categoria a cui da sempre appartengo, mi permetto di suggerirLe questo
“Lotto per l’Arte” che potrebbe concretamente consentire la sopravvivenza di questa necessaria categoria sociale che già prima del COVID, soffriva di assopite, pigre e confuse forme di tutela a fronte di estenuanti e non di rado proibitive condizioni di accesso ai sempre più esigui fondi a disposizione (e mi riferisco anche alla burocrazia e alle voci di bilancio degli enti territoriali).

Un’ultima considerazione (che poi è quella che mi ha spinto a scriverLe), gentile Ministro.
Leggo con favore la Sua dichiarazione in cui vorrebbe creare una piattaforma digitale attraverso la quale poter divulgare arte e cultura. Ben venga. Ma è ovviamente un appendice e non una soluzione.
E’ semplicemente inimmaginabile che questo, che a tutti gli effetti oggi rappresenterebbe un palliativo e ad emergenza finita, un surrogato, possa ridisegnare la fruizione dell’arte così come da millenni la storia dell’umanità l’ha concepita.

Noi, in termini di comunicazione, amiamo l’on line ma le nostre opere sono figlie dell’ON LIVE.
E’ lì il nostro posto. E’ lì, è nell’ON LIVE, che si genera quella straordinaria condizione che l’arte rappresenta.
Ed è lì, in quel “dal vivo” che trionfano la vita e l’opera che in qualsivoglia modo o genere espressivo, il nostro ingegno esprime.
Ed è lì, è in quello straordinario “dal vivo” che noi e il nostro pubblico, non appena sarà possibile, vorremo tornare.
Qualsiasi altra ipotesi ha il sapore documentaristico, divulgativo appunto, e nulla più.
Non posso dire di aver visto e vissuto l’Andalusia per aver guardato un documentario su National Geografic.
Per quanto istruttivo e affascinante, ne converrà con me, non è la stessa cosa. Né mai potrà esserlo.

Non meno insoddisfacente considerazione riservo per quel vincolo delle 30 giornate lavorative dell’anno precedente che sono state imposte come conditio ai lavoratori dello spettacolo per accedere alle 600,00 euro stanziate.
Ma perché questo astratto vincolo in un mestiere così atipico com’è il nostro? Perché?
Si ha la voglia di aiutarci o di creare ostacoli affinché alla bella comunicazione segua una forte inattuabilità di accesso ai sussidi?
Gentile Ministro, un artista può fare 21 repliche di spettacoli o concerti e riuscire a vivere per l’intero anno, oppure può decidere di lavorare meno un anno e dedicarsi più allo studio, alla scrittura, all’esercizio, o può più semplicemente non essere stata una buona “annata” e così ci si dà da fare affinché la successiva (il 2020, appunto) avrebbe potuto esserlo.
Ministro Franceschini, il segretario del Suo partito, solo qualche settimana fa a riguardo degli indennizzi per questo gigantesco esproprio, diceva: nessuno sarà escluso.
Mi auguro che a questa doverosa più che bella intenzione, segua la serietà, la rapidità e la concretezza che la gravità del momento richiede.

Non so se quella che le sto suggerendo è una strada percorribile ma di certo è legittima la richiesta di darci la possibilità, in questo tempo forzatamente sabbatico, di mantenerci in vita: come esseri umani e come artisti.
Ripeto, non so se quanto suggerito sia l’ipotesi migliore ma la prenda come uno spunto, un’idea.
Ed avere idee è sempre cosa buona poiché un’idea può anche non essere quella giusta ma dell’idea giusta potrebbe esserne la madre.

Nella speranza di sentir pronunciare anche da Lei (in qualità di massimo rappresentante della Cultura che lo Stato abbia): “Lotto per l’Arte”,
Le auguro buon lavoro e Le porgo cordiali saluti.

Pescara, 20 Aprile 2020
Milo Vallone

P.S.
Se riterrà opportuno dargli un po’ d’attenzione, allego alla presenta anche un’ipotesi snella, di parametri di assegnazione ed elargizione delle risorse suggerite, a reale tutela delle classi letteralmente a rischio estinzione del comparto che per sintesi qui chiamo “artisti”.

LOTTO per l’Arte

Ipotesi di sussidio – Ripartizione e requisiti:

Ripartizione degli introiti mensili derivati dall’incasso del Gioco del Lotto et similia:

– 35% Da ripartire tra gli artisti e tecnici con reddito personale
al di sotto di € 25.000,00
– 7% Da ripartire tra gli artisti e tecnici con reddito personale
compreso tra i 25.000,00 e i 40.000,00 euro
– 2% Da ripartire tra gli artisti e tecnici con reddito personale
compreso tra i tra i 40.000,00 e gli 80.000,00 euro
– 40% Da ripartire tra Enti produttori e organizzatori (Associazioni, cooperative, società)
con fatturato al di sotto dei 30.000,00 euro
– 12% Da ripartire tra Enti con fatturato compreso tra i 30.000,00 e i 60.000,00 euro
– 2% Da ripartire tra Enti con fatturato superiore ai 60.000,00 euro
– 2% Fondo per un bando di finanziamento a fondo perduto per n°50 produzioni per ogni settore artistico
(cinema/audiovisivo 50%, teatro 10%, musica 10%, danza 10%, mostre 10%, festival 10%)
da allestire tra il 1 giugno 2021 e il 31 dicembre 2022

Requisiti per gli artisti:
– Essere iscritti ad ENPALS entro il 31 dicembre 2018
– Essere iscritti ad un ente nazionale di rappresentanza della categoria (es.: NUOVO IMAIE, 7607, SIAE, SAI o altre organizzazioni sindacali, ecc.) entro il 31 dicembre 2018
O in alternativa produrre la certificazione da parte dei datori di lavoro, di aver partecipato ad almeno n°5 produzioni di rilevanza nazionale nell’ultimo triennio (1 gennaio 2017 – al 31 dicembre 2019)

Esclusione:
– Artisti che percepiscono reddito da qualsivoglia lavoro dipendente (es. Docenti) e/o che non godano già di altre forme di sussidio previste dallo Stato per l’emergenza del COVID19 (es. Benefit per partite IVA e artigiani, cassa integrazione, ecc.)

Requisiti per le produzioni:
con qualsiasi ragione sociale e personalità giuridica:
cooperativa, fondazione, associazione, società di persone o capitale:

– Atto costitutivo e statuto che ne certifichino le finalità culturali e la costituzione al 31 dicembre 2018
– Produrre documentazione che attesti di aver allestito almeno n°5 produzioni (spettacoli, concerti, festival, rassegne, film, mostre, ecc.) nell’ultimo triennio (1 gennaio 2017 – al 31 dicembre 2019)
Esclusione:
– enti già riconosciuti e finanziati dal ministero ai quali invece si potrà corrispondere il 50% del contributo del 2019
– soggetti giuridici che non godano di altre forme di sussidio previste dallo Stato per l’emergenza del COVID19″

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