“Padre Mio” in anteprima nazionale su Rete8

“Padre Mio”, il documentario sulla “Passione di Cristo”  verrà trasmesso il 2 aprile, giornata del Venerdì Santo, alle ore 21.00, in anteprima nazionale, su Rete8 e sarà al centro di diverse rassegne cinematografiche nazionali.

Il documentario «Padre Mio», con la regia di Antonio D’Ottavio che firma il soggetto assieme a Davide Cavuti, autore anche della colonna sonora originale: è un racconto poetico della processione del Venerdì Santo.

“Padre Mio” è il docufilm realizzato da Antonio D’Ottavio ed è un racconto poetico della passione di Cristo, con un omaggio speciale a quella di Chieti, nell’anno della pandemia e racchiude un messaggio di amore e di pace. Il soggetto del documentario è firmato dal compositore e regista Davide Cavuti e dallo stesso D’Ottavio; la produzione è di “MuTeArt Film», in collaborazione con “Dem Film produzioni”.

Nel progetto, è presente l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, che conclude il suo intervento con una preghiera medievale francese al Cristo Morto, da lui tradotta. Il documentario vede le partecipazioni straordinarie di alcuni grandi attori del panorama italiano come Edoardo Siravo, Paolo Bonacelli, Paola Gassman; il significato del «Venerdì Santo» passa attraverso il racconto di Aurelio Bigi (storico), Franca Minnucci (scrittrice e attrice), Giampiero Perrotti (giornalista e «Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti», Enrico Di Carlo (giornalista e scrittore), Cristiano Sicari (presidente della «Deputazione Teatrale Teatro Marrucino») e la partecipazione straordinaria del tenore Piero Mazzocchetti. La colonna sonora è firmata dal maestro Davide Cavuti. Un lavoro poetico e di preghiera dedicato alla «Passione di Cristo» che si trasforma in una riflessione sul mistero della salvezza e parla al cuore della gente.

«Il Venerdì Santo è un momento molto importante nel cammino della Liturgia della Chiesa e della fede cristiana, perché è il giorno in cui si fa memoria della Passione di Cristo» – sono le parole dichiarate da Monsignor Bruno Forte – «La Processione vuole prolungare la riflessione su questo mistero del Cristo morto e raggiungere le persone per dire che nessuno è dimenticato da Dio e ognuno è accompagnato dal suo amore».

La pace è uno dei temi toccati nel documentario: «Abbiamo bisogno di realizzare una pace non fondata sul compromesso o sulla legge del più forte ma basata su una giustizia per tutti soprattutto per i più piccoli, per i più deboli» – aggiunge monsignor Bruno Forte – «Questa è la pace che viene da Dio ma che noi vorremmo accogliere e costruire rispondendo con impegno e amore a quello che Egli ci chiede».

Le suggestive immagini della «Cattedrale di San Giustino» saranno la scenografia naturale della performance di Piero Mazzocchetti, che per l’occasione ha interpretato l’«Ave Maria» di Charles Gounod e il «Miserere» di Saverio Sellecchy.

«Sono molto felice e onorato di prendere parte a questo documentario straordinario con la regia di Antonio D’Ottavio e il soggetto del maestro Davide Cavuti» – ha commentato il tenore Piero Mazzocchetti – «Il Miserere di Selecchy credo che sia nel cuore di tantissime persone, degli abruzzesi, dei chietini in Italia e nel mondo ed è un momento davvero particolare di grande sofferenza e passione ma anche di grande forza artistica, perché, nella sua partitura e nella sua interpretazione, devo ammettere che ogni volta provo delle forti emozioni».

La voce dell’attore cinematografico e teatrale Paolo Bonacelli (vincitore di un «Nastro d’Argento» nel 1992) interpreta il testo «La Pace», tratto dal libro «Le Vite» (2019) di Davide Cavuti: «la pace è l’apertura delle voci ai fratelli, è la carezza di mia madre, un’armonia di suoni che protegge. È la presenza di Dio, che riscalda e ascolta», recita il testo dell’autore.

Nel documentario, gli attori coinvolti interpretano alcuni testi tratti da opere di Dante Alighieri, Jacopone da Todi, Mario Luzi, Madre Teresa, Raffaele Fraticelli; alla sceneggiatura, oltre a Cavuti, ha collaborato Aurelio Bigi, memoria storica del «Venerdì Santo» di Chieti.

«Viviamo un periodo storico molto difficile e l’arte può donarci momenti di riflessione e generosità verso chi soffre». – ha dichiarato il maestro Davide Cavuti, autore del soggetto e della musica originale del documentario – «Il documentario Padre Mio racchiude un messaggio di fratellanza e di pace e prova a colorare i sentimenti di ognuno di noi attraverso la preghiera e la poesia, con le parole dell’Essere che tutto avvolge e innalza ed è un omaggio alla suggestiva processione del Venerdì Santo, affinché il suo significato ci sostenga sempre nel riconoscere Gesù nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle che hanno bisogno».

Alla realizzazione del documentario, hanno collaborato, inoltre, Loredana Errico (direttrice del «Teatro dei 99» dell’Aquila), Pietro Nissi (editore e fotografo), Matteo Veleno (interviste), Pino Di Felice (collaborazione tecnica; hanno dato la loro disponibilità l’«Arcidiocesi di Chieti-Vasto», l’«Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti» e la «Deputazione Teatrale Teatro Marrucino».

«Sono onorato di aver realizzato questo progetto così significativo che parla di pace e speranza» – ha commentato il regista Antonio D’Ottavio – «Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione del documentario omaggio alla Processione del Venerdì Santo di Chieti e in particolar modo il maestro Davide Cavuti, co-autore del soggetto e autore delle musiche originali e grazie al quale sono riuscito a coinvolgere alcuni grandi nomi del panorama culturale italiano. Ringrazio Monsignor Bruno Forte per la sua disponibilità e il messaggio che ha trasmesso con il suo contributo. Con questo lavoro, – conclude D’Ottavio – il nostro intento è di contribuire a divulgare il significato di fratellanza e di amore che è insito nella Processione del Venerdì Santo, una tradizione religiosa dell’Abruzzo e patrimonio nazionale che raggiunge i cuori di tutti quelli che la seguono».

Le riprese del documentario si sono svolte a Chieti, all’interno del «Teatro Marrucino», della «Cattedrale di San Giustino» e del «Palazzo Arcivescovile» di Chieti, a Roma e in alcuni comuni abruzzesi.