ESCLUSIVA RETE8: Parla l’uomo di Ombrina Mare, Sergio Morandi

Ampia intervista esclusiva a “Il Fatto” di Rete8. Parla l’uomo di Ombrina Mare, Sergio Morandi AD della Rockhopper: “Non è una raffineria, vi spiego cosa faremo. Non mi aspettavo tanta ostilità, Abruzzo da decenni regione petrolizzata”.

L’Amministratore delegato di Rockhopper parla a due settimane dalla nuova riunione della conferenza di servizi fissata per il 9 novembre a Roma, e difende il suo progetto.

“Non è una raffineria: si tratta di un impianto dalla tipologia diffusissima in tutto il mondo, che non presenta alcun rischio particolare sulla sicurezza, mentre l’impatto visivo è minimo. Piena compatibilità con l’ambiente, come avviene nei paesi evoluti. In Abruzzo, regione petrolizzata da decenni, non mi aspettavo tanta ostilità”. Queste solo in sintesi le dichiarazioni di Sergio Morandi.

GUARDA L’INTERVISTA INTEGRALE

L’intervista integrale va in onda stasera, sabato 24 alle ore 20 su Rete8 ed in replica domani, domenica, alle 14,30, ma è già disponibile sul nostro canale Youtube e in questo articolo.

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

2 Commenti su "ESCLUSIVA RETE8: Parla l’uomo di Ombrina Mare, Sergio Morandi"

  1. Ivano Angiolellu | 24/10/2015 di 15:36 |

    INTERVISTA ALL’UOMO DI OMBRINA MARE

    Dopo aver ascoltato l’intera intervista del cortese ingegner Morandi, ringraziandolo per le informazioni fornite sul “semplicissimo” progetto di Ombrina Mare, credo che i circa duecento posti di lavoro previsti per la costruzione della piattaforma (estensibili fino a mille con l’indotto garantito dalle aziende che gravitano nel settore), non compensino affatto i rischi insiti nell’operazione, in un mare in quel punto profondo poco più di quaranta metri. Sarebbe poi interessante conoscere, dei mille posti di lavoro ipotizzati, quanti siano effettivamente acquisibili localmente come nuova occupazione, trattandosi di attività operative ad altissima specializzazione tecnica. Singolare, da ultimo, il riferimento alle Maldive e alla Norvegia, paradisi turistici per eccellenza, che accetterebbero di buon grado la presenza delle piattaforme a pochi metri dalla costa, idonee a produrre il benessere economico da impiegare anche a fini di tutela ambientale. Più modestamente, credo che l’Abruzzo possa fare volentieri a meno di quel tipo di benessere, benché sia arduo – con l’attuale governo centrale – contrastare e vincere la potenza economica dei soggetti promotori della sgradita iniziativa. Gli Abruzzesi non desisteranno.
    Quanto all’Abruzzo da decenni Regione petrolizzata, posto che le piattaforme a mare siano pochissime, e’ matura oggi nella coscienza civile una diversa migliore consapevolezza sulle tematiche ambientali, sul valore e sulla tutela del territorio e del paesaggio, costituzionalmente garantiti, a fronte dei rischi non trascurabili insiti nelle infrastrutture della specie, caro ingegner Morandi!

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