Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 29 maggio: è il giorno dei contagi zero

Coronavirus, qui tutti gli aggiornamenti di venerdì 29 maggio. Oggi zero contagi e 2 decessi. Indice Rt a 0,67.

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 21.30Covid 19, a Pescara vietata vendita serale di alcolici da asporto

Ore 20.20Covid 19, l’Abruzzo ha un indice Rt 0,67

Ore 20.00Covid 19 Abruzzo: Marsilio ha firmato l’Ordinanza per le spiagge libere

Ore 18.12 – Abruzzo: da ricerca Gssi la schiuma anti covid per bagni pubblici

Ore 16.32 – Covid 19 Abruzzo: arriva il test rapido per l’olfatto

Ore 15.58Covid 19 Abruzzo: stagione balneare, tutto pronto ma…

Ore 15.55Covid 19 Pescara: completato il trasferimento dei pazienti al Covid hospital

Ore 15.23Covid 19 Abruzzo, bollettino del 29 maggio: 0 contagi e 2 decessi

Ore 14.34 – Covid 19 Abruzzo, fase 2: Parruti, “App Immuni non sostituisce mascherine”

Ore 14.26 – Covid 19 Abruzzo, fase 2: riprendono i corsi di formazione e istruzione

Ore 13.10 – Covid-19: Giulianova, poteri da commissario per le spiagge libere

Ore 12.28 – Covid-19: le proposte di Legambiente per rilancio Val di Sangro

Ore 12.23 – Covid-19 Abruzzo, anche i bambini nel test sierologico nazionale

Ore 12.15 – Covid-19, a Teramo multe per chi abbandona mascherine e guanti

Ore 11.56 – Covid-19, in piazza Duomo all’Aquila protesta dei giovani medici

Ore 11.22 – Covid-19 Abruzzo, Codici e Aeci: “I consumatori hanno diritto al rimborso”

Ore 11.03 – Covid-19, Marcozzi (M5S): “Caos tamponi Asl Chieti, situazione imbarazzante”

Ore 10.37 – Covid-19: L’Aquila, pubblici esercizi potranno raddoppiare occupazione suolo pubblico

Ore 9.15 – Covid-19: l’appello degli allevatori abruzzesi

Ore 9.00 – Covid-19: www.vincilvirus.it si apre ai centri del cratere sisma 2009

Ore 8.45 – Covid-19 Abruzzo, l’esperto Mastropasqua su Rete8: “Il coronavirus passa attraverso gli occhi”

Ore 6.00 – Covid-19 Abruzzo, test sierologici: Cri, “06.551010 non è truffa, rispondete”

LE NEWS ANSA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Coronavirus Italia, bollettino del 29 maggio. Lieve calo dei nuovi positivi in Italia: sono ora 232.248 i contagiati totali, 516 più di ieri, quando se ne erano registrato 593. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 354 in più (ieri 382) pari al 68,6% dell’aumento odierno in Italia. I dati sono stati resi noti dalla Protezione civile. Ci sono 5 regioni a zero contagi: Abruzzo, Umbria, Valle d’Aosta, Calabria e Basilicata, oltre alla provincia di Bolzano.
Sono 87 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in aumento rispetto alle 70 di ieri. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 38, mentre ieri erano state 20. I morti a livello nazionale salgono così a 33.229. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. Sette regioni – Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – non fanno registrare vittime.
Sono saliti a 152.844 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 2.240. Giovedì l’aumento era stato di 3.503.
Sono 475 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 14 meno di ieri. Di questi, 173 sono in Lombardia, lo stesso numero di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 7.094, con un calo di 285 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 38.606, con un calo di 1.512 rispetto a ieri.
Sono 46.175 i malati di coronavirus in Italia, 1.811 meno di ieri, quando il calo era stato di 2.980.
Nel dettaglio – secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 22683 in Lombardia (-230), 5.658 in Piemonte (-414), 3.564 in Emilia-Romagna (-186), 1.849 in Veneto (-176), 1.255 in Toscana (-125), 994 in Liguria (-151), 3.163 nel Lazio (-242), 1.352 nelle Marche (+6), 986 in Campania (-26), 1.283 in Puglia (-112), 410 nella Provincia autonoma di Trento (-48), 1.137 in Sicilia (-8), 323 in Friuli Venezia Giulia (-13), 770 in Abruzzo (-54), 154 nella Provincia autonoma di Bolzano (-3), 31 in Umbria (-2), 190 in Sardegna (-10), 19 in Valle d’Aosta (-4), 159 in Calabria (-11), 162 in Molise (-1), 33 in Basilicata (-1). Quanto alle vittime, sono in Lombardia 16.012 (+38), Piemonte 3.851 (+13), Emilia-Romagna 4.102 (+8), Veneto 1.906 (+8), Toscana 1.031 (+2), Liguria 1.452 (+7), Lazio 721 (+13), Marche 986 (la Regione ha comunicato un ricalcolo dei decessi, sono dunque 11 in meno rispetto a ieri che erano stati segnalati e che non risultano classificabili come Covid 19), Campania 411 (+1), Puglia 500 (+4), Provincia autonoma di Trento 462 (+0), Sicilia 272 (+0), Friuli Venezia Giulia 333 (+0), Abruzzo 404 (+2), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 76 (+1), Sardegna 130 (+0), Valle d’Aosta 143 (+0), Calabria 97 (+1), Molise 22 (+0), Basilicata 27 (+0). I tamponi per il coronavirus sono finora 3.755.279, in aumento di 72.135 rispetto a ieri. I casi testati sono finora 2.368.622.

Brusaferro: “Dati fanno prevedere seconda ondata Covid. Meno ore al sole, più al chiuso più confusione con altri virus”. Per gli scenari che immaginiamo, in autunno, una patologia come il Sars-cov-2, che è trasmessa da droplet, si può maggiormente diffondere e si può confondere con altre sintomatologie di tipo respiratorio” e “la famosa ipotesi della seconda ondata è collegata a questo, che, dal punto di vista tecnico scientifico è un dato obiettivo”. Così il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, in audizione in Commissione Bilancio. “In autunno, si diffondono le infezioni respiratorie, meno ore di sole e attività all’aperto e più la circolazione aumenta”.

A settembre riporteremo studenti e studentesse tra i banchi. Lo faremo anche seguendo le indicazioni del documento del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute che individua regole di buon senso e chiare”. Lo assicura la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina su fb. “Il piano definitivo per gli aspetti didattici sarà pubblicato il prima possibile sul sito del Ministero – aggiunge – così come abbiamo fatto con quello sanitario. L’obiettivo di tutti è tornare a scuola in presenza e in piena sicurezza. Grazie al lavoro Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, del Governo con le importanti risorse economiche stanziate, e di tutto il mondo della scuola, lo raggiungeremo”Tra le indicazioni del Comitato tecnico scientifico, distanza interpersonale di un metro, mascherina per tutti i maggiori di 6 anni di età, scaglionamento degli ingressi, nessuna prova delle febbre per entrare a scuola, ma se si hanno 37.5 gradi di temperatura si deve restare a casa, valorizzazione degli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche, prima della riapertura della scuola sarà prevista una pulizia approfondita di tutti gli spazi. “Questo lavoro è la cornice in cui inserire il piano complessivo di riapertura delle scuole. Girano come sempre – mette infine in guardia la ministra – informazioni parziali e non ufficiali che a volte possono mandare in confusione le famiglie, gli studenti e il personale scolastico”.

Abbiamo superato la curva di picco dell’infezione, siamo nella parte di discesa e in una fase di controllo della situazione, ma richiede un’attenzione particolare” nell’identificare ed isolare precocemente i casi sospetti. Questo significa “sistemi di monitoraggio e capacita” di risposta sanitaria ad eventuali focolai’. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro,  durante l’audizione in Commissione Bilancio della Camera. Con la prossima settimana ci avviamo a una sfida sarà ancora più importante perché sarà liberalizzata la mobilita tra regioni e anche quella internazionale. Questo richiederà una capacità ancora più attenta di monitorare e rispondere a focolai”.

Se l’Italia riparte, “si riparte senza distinzioni”. Il ministro delle Autonomie Francesco Boccia stoppa la guerra tra le Regioni sulle modalità con cui dal 3 giugno sarà possibile tornare a circolare liberamente nel paese e conferma la contrarietà del governo alla proposta del governatore della Sardegna Christian Solinas di chiedere un certificato di negatività a tutti coloro che arriveranno sull’isola: è incostituzionale. “Rileggete l’articolo 120 della Costituzione – dice – Una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone”. Le parole del ministro fermano l’ennesima fuga in avanti ma non chiudono la questione della riapertura dei ‘confini’ regionali sulla quale si abbatte anche lo scontro tra la fondazione indipendente Gimbe, che accusa la Lombardia di ‘aggiustare’ i numeri, e la Regione che risponde querelando e definendo le parole del presidente “gravissime e offensive”. Il governo non ha infatti ancora fatto una scelta definitiva e non lo farà prima di domenica, continuando a ribadire che ogni decisione sarà improntata alla massima cautela.

Nelle prossime ore i dati sul monitoraggio che tiene conto delle aperture del 18 maggio faranno ulteriore chiarezza su quella che è la fotografia delle Regioni, ma non saranno sufficienti. Gli esperti si prenderanno ulteriori 24-36 ore per valutare altri numeri, quelli relativi al weekend scorso quando in diverse città italiane le piazze della movida si sono riempite di giovani, e capire – in caso di presenza di nuovi e contenuti focolai – se sia necessario o meno individuare delle zone rosse. Ma ci sono da tenere in contro altri elementi: da quattro giorni, anche se con numeri ridotti, i contagi hanno ripreso a salire e ora sono il doppio di lunedì. Con il nord ovest che è la zona più esposta: La Lombardia ha da due giorni il 65% dei casi e da una settimana, mentre la percentuale di positivi su nuove persone testate è dello 0,5 nel resto d’Italia, in Liguria sale al 4,9%, in Lombardia al 3,8% e in Piemonte al 2,5%. Il ‘problema’ nord ovest – considerando anche l’alta percentuale di asintomatici – dunque esiste e il governo lo sa bene. Ma l’obiettivo resta quello espresso da Boccia in Parlamento, fare in modo che si possa riaprire in maniera unitaria. “Faremo valutazioni in maniera rigorosa e laica. Ma se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni. La distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo”.

Se questo significa sbloccare tutto il 3 giugno o rinviare di qualche giorno, lo si saprà all’inizio della prossima settimana e dunque al momento resta in piedi pure l’ipotesi di riaprire tutto introducendo una fase di quarantena per chi si sposta, anche se Boccia ha sostenuto che al momento “non siamo in quella condizione”. Il Dpcm attualmente in vigore prevede che a partire da martedì i cittadini dei paesi Schengen e della Gran Bretagna potranno circolare liberamente nel nostro paese: andrebbe dunque o prolungato il divieto d’ingresso o prevista anche per loro la quarentena come per il resto degli italiani. Attilio Fontana si dice però fiducioso che dal 3 non ci saranno più vincoli per la sua regione: “sono convinto che i lombardi saranno liberi di circolare in Italia. I dati sono positivi e in miglioramento. la Lombardia rientrerà sicuramente nel novero delle regioni che avranno libertà di movimento”. Stessa posizione del governatore ligure Giuseppe Toti. “I dati del Ministero ci dicono che per tutti gli indicatori non ci sono allarmi. Questi sono i fatti. Agli altri lasciamo l’allarmismo e il terrorismo”. E Solinas? Il governatore sardo è di fatto isolato: la sua proposta è ferma in commissione sanità della Conferenza delle regioni e sarà discussa solo il 3, quando le riaperture dovrebbero essere già un dato di fatto. Lui però non ci sta, se la prende con “l’inutile litania neocentralista” di Boccia e annuncia che chi non ha il certificato, “dal mio punto di vista non può imbarcarsi in partenza e quindi non arriva in Sardegna”.

Ma se sul passaporto sanitario Solinas è solo, le sue preoccupazioni restano condivise dagli altri presidenti delle regioni del sud, anche se con toni meno accesi. Nello Musumeci non ha escluso che la Sicilia possa ripartire qualche giorno dopo, visto che c’è un’ordinanza tutt’ora in vigore che consente la mobilità infraregionale dall’8 giugno. E il presidente delle Calabria Jole Santelli chiede al governo di adottare “precauzioni” per chi esce da quelle Regioni dove il contagio è più alto. Insomma, chiudere la Lombardia magari no; ma prevedere dei controlli sì.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.