Covid Abruzzo, preoccupano i contagi tra i bambini

Alla vigilia della riapertura delle scuole in Abruzzo, preoccupa il diffondersi dei contagi da Covid-19 anche tra i più giovani: l’infettivologo Giustino Parruti spiega i rischi che possono correre i bambini.

È un dato di fatto: il Coronavirus più lo cerchi e più lo trovi. Se si indaga scrupolosamente nei focolai può infatti accadere che, nella rete del tracciamento, finiscano anche i bambini, della cui positività altrimenti non si sarebbe avuta cognizione poiché, spesso, non manifestano sintomi. Una spiegazione, proprio su questo punto, è stata avanzata recentemente da Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas. Mantovani sostiene che alla base della maggiore protezione dei bambini contro il coronavirus ci siano le vaccinazioni (quasi tutte, morbillo compreso). In sostanza, i vaccini somministrati ai bambini “allenano” il sistema immunitario e lo fortificano anche di fronte al covid-19.

Un meccanismo che potrebbe rivelarsi utile anche contro il coronavirus Sars-CoV-2 e che spiegherebbe anche perché i più piccoli patiscono meno gli effetti della malattia. Il direttore scientifico dell’Irccs Humanitas di Rozzano (Milano) e professore emerito di Humanitas University descrive così il fenomeno insieme al collega Mihai Netea (Olanda) sul ‘New England Journal of Medicine’, in un articolo che parla di immunità innata allenata, epigenetica, e Covid-19.

“Vaccinarsi – spiega Mantovani con il collega Netea – può aumentare il tono di base dell’immunità innata, come in un allenamento, e innescare la resistenza antimicrobica definita ‘agnostica’. Tale addestramento è direttamente collegato alla resistenza alle malattie infettive, come probabilmente accade anche per Covid-19. In questo processo giocano un ruolo chiave le cellule mieloidi, in particolare i macrofagi, attori centrali dell’immunità innata, che con la loro diversità e plasticità contribuiscono all’attivazione, all’orientamento e alla regolazione delle risposte immunitarie adattive”.

Ma il fatto che i bimbi, pur contagiati, difficilmente finiscano in gravi condizioni non vuol certo dire che ci si possa rilassare:

“La circolazione agostana degli asintomatici è stata forte e stiamo avendo più contagi tra i bambini. – dice l’infettivologo Giustino Parruti, primario di malattie infettive all’ospedale di Pescara – Certo negli adulti il pericolo è maggiore perché coloro che hanno fattori di rischio, come diabete o malattie cardiovascolari, possono riprodurre la manifestazione clinica polmonare che, per esempio, abbiamo visto a Pescara: i tre casi di polmonite di ieri stanno a testimoniare che la circolazione asintomatica si è allargata. Il passaggio ai bambini è altrettanto preoccupante perché, anche se nella stragrande maggioranza dei casi hanno forme asintomatiche, possono avere delle manifestazioni importanti, inquadrate dalla società scientifiche nazionali e internazionali. Questi casi riguardano circa il 2/3 per cento dei piccoli che si infettano e anche possono esitare in danno d’organo. Per questo resta fondamentale evitare il diffondersi del virus osservando scrupolosamente le misure di protezione consigliate, a partire dal distanziamento dall’uso delle mascherine”.

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