Covid Abruzzo, l’Unità di crisi ragiona anche sulla scuola

Ieri in Abruzzo si è svolta la riunione dell’Unità di crisi alla quale ha preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Marsilio. Tra i temi sul tappeto, anche l’eventuale ritorno della didattica a distanza per gli studenti più grandi.

Agire oggi, continuando a proteggersi, e sperare nel domani, ma in cosa? Nel vaccino per esempio, e non solo. Sul fronte terapeutico c’è il plasma di chi il covid l’ha contratto e vinto, a patto di ricordarsi che si tratta di una cura e non di un’immunizzazione.

Poi c’è, e ci sarà, una migliore comprensione del virus, quella che ci dovrà portare ad elaborare una dolorosa ma necessaria classificazione dei decessi: quanti per il covid e quanti con il covid? Nel mezzo c’è la gestione quotidiana di quella che oggi è, e resta, una pandemia.

Ieri in Abruzzo si è svolta una riunione dell’Unità di crisi alla quale hanno preso parte il presidente della Regione, Marco Marsilio, i rappresentanti delle prefetture, i presidenti delle province, i questori, i sindaci di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, i direttori generali delle Asl, i rappresentanti del centro zooprofilattico. Presenti anche l’assessore alla sanità Nicoletta Verì e il direttore dell’Agenzia regionale di Potezione civile Mauro Casinghini e Alberto Albani, capo della task force regionale sanitaria.

Tra le ipotesi in campo è emerso anche il ritorno della didattica a distanza per le scuole superiori, e non perché il virus sia più presente in classe, quanto per l’inevitabile affollamento dei mezzi di trasporto, soprattutto nelle ore di punta, che mette a rischio le regole del distanziamento sociale.