Sisma L’Aquila: subappaltatori non pagati, indagini GdF

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Sisma L’Aquila: subappaltatori non pagati, indagini della Guardia di Finanza, va avanti l’inchiesta della Procura della Repubblica.

Va avanti spedita l’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica dell’Aquila sulle false certificazioni di pagamento dei subappaltatori, presentate da grandi aziende per ottenere l’erogazione dello stato di avanzamento lavori (Sal) nell’ambito delle commesse private di ricostruzione di abitazioni danneggiate dal terremoto del 6 aprile 2009. Nel mirino dei pm e della Guardia di finanza sono finiti, finora, una ventina di costruttori che sono indagati per una prassi, quella del falso pagamento, in parte o totalmente, di subappaltatori, denunciata negli anni scorsi da decine di piccoli imprenditori entrati in grandi difficoltà. Pagamento che è condizione necessaria perché venga sbloccato da parte dei Comuni il saldo dei Sal. Il malcostume di non pagare le piccole ditte si è diffuso a macchia d’olio fino ad esplodere addirittura con rivolte pubbliche dei malcapitati dinanzi all’allora Municipio dell’Aquila di Villa Gioia. La norma attuale viene ritenuta insufficiente dagli addetti ai lavori in quanto concede la possibilità di autocertificare sulla fiducia pagamenti “taroccati”, poi dilazionati nel tempo o in alcuni casi mai avvenuti, per la disperazione di fornitori e subappaltatori. Ad operare, oltre alle Fiamme Gialle, un pool di magistrati che ha disposto interrogatori e accertamenti bancari. Ci potrebbero anche essere dei sequestri per equivalente delle somme non pagate. Sono stati sentiti anche molti subappaltatori. La casistica del fenomeno è arricchita anche da un’inchiesta che vede indagato il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, anche sulla scorta di intercettazioni telefoniche, con l’accusa per induzione indebita a dare o promettere utilità, la cosiddetta concussione depotenziata, in due circostanze, una tentata e l’altra consumata secondo il pm Stefano Gallo. Nel tentativo andato a segno, Cialente avrebbe chiamato il funzionario comunale Fabrizio De Carolis, a sua volta indagato, per ottenere lo sblocco del pagamento di Sal alle società Palomar e Consta che stavano ricostruendo il cosiddetto condominio Cappelli, nonostante le certificazioni sui pagamenti dei subappaltatori non fossero a posto.