25 aprile, le celebrazioni della Festa nazionale in Abruzzo

Diverse le iniziative previste in Abruzzo per la festa del 25 aprile: il giorno della Liberazione numerosi gli appuntamenti seppur contingentati per via dell’emergenza sanitaria, così secondo le direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri impartite al fine di prevenire assembramenti.

L’Amministrazione comunale di Pescara ha tributato un omaggio floreale con i colori della bandiera italiana ai patrioti pescaresi della guerra di liberazione dal nazifascismo e i cui nomi sono iscritti sulla lapide apposta nel 1947 all’ingresso di Palazzo di città. Il sindaco Carlo Masci e il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli hanno voluto così ricordare in un luogo simbolo i caduti per la libertà, prima della cerimonia istituzionale a piazza Garibaldi assieme al prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il questore Luigi Liguori, il presidente della Provincia Antonio Zaffiri e ai rappresentanti della Forze armate e di Assoarma.

Le cerimonie per la celebrazione della Festa nazionale del 25 aprile si sono tenute senza discorsi ufficiali e con le sole bandiere italiane.

«Le prescrizioni per il contenimento dei rischi di contagio da Covid 19 – così Masci e Antonelli – hanno purtroppo impedito di celebrare pienamente la Festa della liberazione come momento di condivisione della nostra storia. Il Comune ha comunque inteso ricordare le due medaglie d’oro al valor militare alla memoria per la resistenza, Renato Berardinucci e Vermondo Di Federico, fucilati dai tedeschi ai cimitero di Arischia l’11 giugno 1944. Avevano 23 e 20 anni. Erano ambedue originari di Picciano e per questo motivo abbiamo voluto al nostro fianco il sindaco Vincenzo Catani. Il prossimo I giugno celebreremo ufficialmente il centenario della nascita di Berardinucci con il coinvolgimento dei parenti dei due patrioti che si scagliarono contro il plotone d’esecuzione e con questo gesto di eroismo consentirono ai compagni Umberto Collepalumbo e Giuseppe Padovano di sottrarsi allo stesso tragico destino che li strappò giovanissimi alla vita».

IL DISCORSO DEL SINDACO DI TERAMO D’ALBERTO

Celebriamo la giornata di oggi, 25 aprile, di nuovo nel rispetto delle misure di contenimento a causa del protrarsi dell’emergenza pandemica, in un modo differente ma con la solennità e l’importanza che riveste: il Paese e le sue istituzioni hanno la necessità e la volontà di ripetere, laicamente e collegialmente, i riti che simbolizzano e rendono visibili i valori che sono a fondamento della convivenza.
Quella odierna è l’entusiastica celebrazione della libertà, della democrazia e dell’indipendenza; è andare ad affermare, sempre con maggiore forza, il rifiuto di ogni fascismo e di ogni dittatura: da 76 anni, questa ricorrenza testimonia il cambiamento dei tempi e delle sensibilità, inducendoci a ribadire ogni volta con uguale intensità e partecipazione, il suo significato.
Ai momenti celebrativi oggi partecipano le autorità cittadine e l’Associazione Partigiani, così da inviare segnali di vigilanza di chi sa bene che le conquiste della storia si tengono ancorate se sono presidiate e difese.
Le istituzioni tutte simboleggiano la forza di una comunità unita da una condivisa sensibilità, coesa nelle sue più radicate convinzioni, raccolta attorno ai valori che la rendono tra le più libere, avanzate, democratiche del mondo.
In questi anni, purtroppo, sono stati troppi i segnali che lasciano temere una iniziale deriva verso disvalori da cui abbiamo il dovere e il diritto di proteggerci, negando ad essi la minima possibilità di permearci. Ai valori della Resistenza e della Costituzione dobbiamo appellarci per affrontare il particolare momento storico che stiamo vivendo, è come se quello spirito di abnegazione che portò alla Liberazione sia oggi manifestato dal personale sanitario, dai volontari, da chi affronta in prima linea quotidianamente e da un tempo troppo lungo il nemico comune.
E’ come se quell’anelito alla libertà, venisse oggi manifestato dal bisogno di tornare a riappropriarsi della propria vita, della normale quotidianità, della socialità.
E’ come se un afflato comune verso una convivenza pacifica, rispettosa, giusta venisse rivelato nella responsabile risposta che la stragrande maggioranza di noi sta dando.
Vogliamo e dobbiamo sottolineare ancora una volta quanto preziose siano le libertà costituzionali con le quali siamo abituati a convivere, nonostante le rinunce cui ci ha costretti il virus pandemico; quanto le limitazioni subite alle nostre libertà di circolazione, di soggiorno, di incontro, di iniziativa economica, siano state fortemente impattanti così come i nostri diritti al lavoro, allo studio che hanno subìto variazioni tali da richiedere adeguamenti e sacrifici.
Quanto accaduto, tutto ciò che abbiamo subito e stiamo subendo avviene, però, a tutela di un altro diritto fondamentale, costituzionalmente garantito, quello alla salute, che richiede e merita un bilanciamento con il quale gli altri diritti hanno dovuto subire una compressione.
Tale compensazione deve essere ragionevole e limitata nel tempo; ora è giunto il momento di avviare la ricostruzione, così come accadde 76 anni fa, consapevoli dell’importanza di tenere saldi i valori Costituzionali. In tal senso, diviene fondamentale continuare a tutelare il diritto alla salute, adottando tutte quelle misure che consentano la progressiva riconquista delle libertà purtroppo sacrificate e applicando gli interventi efficaci per uscire dalle macerie di questi ultimi mesi per poi rincorrere il nostro domani, individuale e collettivo.

Affinché tutto ciò possa avvenire, sarà prioritario non lasciare indietro nessuno, sostenere chi maggiormente ha subito le conseguenze dell’epidemia, chi deve ora sentire la forza e la presenza tangibile del nostro Paese, come sistema e come organismo.
Dobbiamo sentirci quotidianamente partigiani degli ultimi, di chi è solo, di chi è malato, di chi è in difficoltà e di chi è più debole, dei nostri bambini ai quali dobbiamo insegnare e consegnare un futuro che non conosca l’indifferenza.
Questo anniversario della Liberazione, ancora così particolare, deve perciò farci ricordare non solo come da essa siano originate le nostre libertà basilari, ma come essa possa offrirci una chiave di interpretazione per affermarne la rinascita autentica. La Resistenza fu una straordinaria e fondamentale pagina della nostra storia ed oggi, su quell’entusiasmante esempio, siamo chiamati ad affrontare un accadimento che ha traumatizzato persone e sconvolto la nostra società, così da farci riorganizzare vincendo le difficoltà, credendo nella forza e nei tesori morali e materiali di questa nostra amata Patria.
Il simbolo della rinascita dell’Italia libera evoca oggi, ancora più di sempre, il coinvolgimento individuale e collettivo che, sono certo, ci consentirà di scrivere di nuovo una ulteriore e straordinaria pagina della storia nazionale, ma anche della vita di tutti.
La Resistenza, la lotta di Liberazione, lo spirito della nostra Costituzione, la battaglia di questo tempo hanno qualcosa di formidabile in comune: la consapevolezza di ciascuno, che non esiste destino individuale che sia slegato dal destino collettivo di una comunità, che il diritto di ciascuno trova compimento ed esaltazione nell’eguale diritto dell’altro, che la felicità di ognuno dipende dalla felicità degli altri.