Pescara: Covid, marineria in ginocchio chiede stop a fermo pesca dopo lockdown

Il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate (M5Stelle), nell’incontro organizzato, a Pescara, dal senatore Luciano D’Alfonso, ha ascoltato le richieste della marineria già provata dai mesi di lockdown.

Nella Piazza antistante alla Camera di Commercio di Pescara, il Sottosegretario di Stato alle Risorse marine, Politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe L’Abbate, ha incontrato, in un confronto pubblico promosso dal Senatore del Partito Democratico Luciano D’Alfonso, gli operatori del comparto della pesca sulle principali questioni per “lavorare insieme, istruire e portare avanti, per fare l’impossibile nella direzione della soluzione praticabile”, come tiene a precisare D’Alfonso.

Le tematiche all’ordine del giorno sono state quattro:
La richiesta di annullare o abbreviare, per quest’anno, il fermo biologico visti i tre mesi di stop.
L’accessibilità, nel rispetto delle regole, alla cosiddetta pescosa “Fossa di Pomo”.
La procedura riferita ai rimborsi, agli indennizzi e ai pagamenti spettanti alla marineria di Pescara.
L’integrazione della capacità pensionistica nel mondo del lavoro della pesca.

“Al momento di dialogo costruttivo, di alta valenza istituzionale, – ha detto D’Alfonso –  hanno partecipato tra gli altri, il Sindaco di Pescara Carlo Masci e il Vicario del Prefetto Carlo Torlontano”.

I marittimi che D’Alfonso, da “uomo di montagna” definisce “i pastori del mare”, non possono sopportare altri 30 giorni senza lavorare, dopo i tre mesi di lockdown. Chiedono di evitare o quanto meno limitare il lungo fermo biologico. La marineria, e in particolare quella di Pescara, col Covid-19 ha pagato un prezzo altissimo anche per la perdita del suo “capitano”, Mimmo Grosso, e ha avuto danni ingenti a causa della pandemia.

Al momento, il Governo avrebbe fissato già date e regole per i giorni di stop di pesce fresco sulle tavole. Il blocco dei pescherecci inizialmente varrà da Trieste ad Ancona, mentre lungo l’Adriatico nel tratto da San Benedetto e Termoli (quindi anche in Abruzzo) le attività si fermeranno il 17 agosto fino al 15 settembre e da Manfredonia a Bari lo stop varierà ancora.

Il vicepresidente della giunta regionale, Emanuele Imprudente, aveva chiesto all’Istituto zooprofilattico di Teramo di valutare la bontà o meno di un fermo pesca nell’anno della pandemia. Il parere, a firma del direttore generale Nicola D’Alterio, è stato chiaro: “È evidente che la riduzione dello sforzo di pesca gioca a favore della sopravvivenza e tutela degli stock ittici”, in sostanza, dunque, per l’Izs, le imbarcazioni possono scendere in mare, visti i tre mesi in cui la pesca non è avvenuta.

Il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura L’Abbate, ha detto che “nulla è immodificabile. Il tema del fermo biologico, come tutti voi sapete è regolamentato dalla normativa europea, e sarà importante sfruttare le potenzialità che l’Europa ci mette a disposizione. Tutto l’impianto della normativa – continua il Sottosegretario L’Abbate – si fonda sulla tutela dello stock ittico e se ci sono degli studi scientifici, come emerso in questa sede, che dimostrano che è possibile operare in questo periodo, allora dobbiamo fare fronte comune per chiedere a Bruxelles di cambiare i regolamenti”.

Il Sottosegretario L’Abbate si spinge anche oltre, e su proposta del Senatore D’Alfonso che lavorerà per trovare un accordo sul tavolo della Conferenza Regioni, proporrà al Ministero dell’Agricoltura di attivare una comunicazione con Bruxelles per fare in modo di spostare in avanti la data del fermo biologico in maniera tale da trovare tempo e spazio per una verifica sulla resistenza di questa misura.