L’Aquila: “Posti a rischio al Contact center Inps”

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Contact center Inps: i lavoratori si rivolgono al Prefetto, a rischio 560 posti. Il presidente dell’associazione Lavori@mo per L’Aquila all’attacco delle istituzioni per la mancata mobilitazione.

“A 6 mesi dall’inizio della mobilitazione per il rispetto delle norme di tutela dell’occupazione dei 560 lavoratori nessuna risposta da parte dell’INPS e delle istituzioni locali”. Così in una nota il presidente dell’Associazione LAVORI@MO PER L’AQUILA, Venanzio Cretarola, attacca le istituzioni aquilane per la mancata mobilitazione in relazione alle incertezze legate alla commessa Inps che mettono a rischio 560 lavoratori. Cretarola annuncia di essersi rivolto al Prefetto dell’Aquila. In particolare, Cretarola punta il dito su due esponenti del Pd: il vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, e la senatrice Stefania Pezzopane.

“Sembra che Istituzioni, e organizzazioni sindacali, che si sono in passato mobilitati, giustamente, per problemi occupazionali molto meno pesanti, non abbia pari interesse al futuro di 560 lavoratori”, si legge nella nota. “Nel frattempo però – prosegue – il Vice Presidente della Regione Lolli, la Senatrice Pezzopane e i sindacati provinciali protestano contro un Bando di gara per il Call Center della RAI che non applicherebbe correttamente la clausola sociale per i suoi 20 addetti, promuovendo un ricorso legale ed una interrogazione parlamentare e proponendo una protesta davanti alla sede RAI di Roma. Quindi si vuole protestare a Roma per 20 lavoratori (di Roma) ma non si è andati negli ultimi 6 mesi davanti all’INPS che continua a tacere sulla richiesta di applicazione della legge per i 560 dell’Aquila e invia lettere inaccettabili alla Senatrice Pezzopane e al Prefetto!” – protesta Cretarola che si chiede: “Cosa si aspetta a rivolgersi al Governo e al Ministro del Lavoro che detengono le funzioni di indirizzo e controllo sull’INPS? Cosa si aspetta ad esigere dall’INPS di comunicare come intende scrivere il Bando per applicare le leggi della Repubblica? Perchè solo noi continuiamo a chiedere ai Sindacati locali e nazionali di coordinare tutte le 10 sedi nazionali del Contact Center INPS?”

La replica di Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli:

“La polemica scatenata da Venanzio Cretarola, presidente dell’associazione Lavori@mo per L’Aquila e’ davvero sconcertante. Si scaglia in modo incomprensibile proprio contro di noi, i due rappresentanti politici ed istituzionali che combattono concretamente da mesi e mesi la battaglia per la tutela dei lavoratori del call center dell’Inps, senza invece dire alcunche’ di tutti coloro che davvero non stanno facendo niente. Siamo allibiti. Al Senato – proseguono i due esponenti del Pd – sono stati presentati interrogazioni parlamentari, emendamenti e un disegno di legge sui call center, proprio ispirato alla situazione dell’Inps. Anche grazie al lavoro della senatrice Pezzopane sono state ottenute cose impensabili fino ad un anno fa: clausola sociale per i call center nel codice degli appalti e scorporo del costo delle risorse umane dai massimi ribassi nella legge di bilancio. In Regione, con Lolli, e’ stato avviato un tavolo sui call center, per intervenire nelle vertenze anche con risorse dedicate proprio allo sviluppo di un vero e proprio polo di eccellenza. Proprio ad una delle riunioni di questo tavolo e’ emersa l’esigenza di esprimere pubblicamente preoccupazione per il bando relativo al call center della Rai, perche’ costituirebbe un precedente pericoloso anche per la vicenda Inps. Cretarola era presente a quella riunione, conosce bene tutta la situazione e per questo le sue parole suonano ancora piu’ strane. Era li’ quando e’ stato esplicitamente chiesto di promuovere un’interrogazione per sollevare nei confronti del governo lo scandalo del bando call center Rai, proprio come segnale da mandare ad INPS. Non vorremmo – concludono Pezzopane e Lolli – che la campagna per le prossime elezioni comunali abbia un peso su questa triste polemica, perche’ la vertenza Inps e’ delicata, riguarda la vita di tante famiglie e va tenuta fuori dalla competizione politica”.