Yokohama Ortona: Le motivazioni della chiusura non convincono

Un incontro stamane in Regione, alla presenza dell’assessore Febbo, per capire le reali motivazioni della decisione di smantellare lo stabilimento Yokohama di Ortona e per individuare possibili soluzioni.

Si parte dalla posizione irremovibile dei dirigenti Yokohama assunta a Tokyo: alla luce della quotazione in calo del petrolio, delle ripercussioni del Covid 19 e della crisi del mercato internazionale, secondo i manager giapponesi lo stabilimento di Ortona, in contrada Tramarete, specializzato nella produzione di tubi off-shore, modello isola, non ha più ragion d’essere. Dismissione già fissata per il 18 di agosto, slittata, dal DPCM del Governo sull’emergenza Covid, al 31 dicembre. 83 lavoratori lasciati di punto in bianco in mezzo ad una strada, a causa, secondo i legali presenti stamane in Regione in rappresentanza dell’azienda, di una sovraccapacità produttiva, alla luce di una crisi del mercato a lungo termine, non più sostenibile. Non la pensano così i sindacati e le RSU, ed il sindaco di Ortona Leo Castiglione, presente anche lui:

“A fronte di una perdita di 500 mila euro era stato preso un impegno sulla base di un piano di rientro, obiettivo centrato dai lavoratori, ma questo non è bastato – dice Castiglione in riunione – ed ora vogliono farci credere che sono bastati due mesi di emergenza sanitaria per giungere ad una decisione così drastica? Temo ci sia dell’altro sotto.”

I sindacati parlano invece di stabilimento strategico fino a pochi anni fa per il mercato europeo, nord africano ed in parte asiatico, questo cambiamento non è giustificabile, così come fa pensare male una certa concorrenza interna con altri stabilimenti in Indonesia e Giappone, segno evidente che le mire sono altre. Sarebbe bastata una semplice riconversione su altri prodotti che la Yokohama realizza. Prova a tracciare un percorso d’uscita l’assessore Febbo che ha proposto il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico sfruttando questo tempo a disposizione, da qui alla fine dell’anno, per valutare altre soluzioni. I legali dell’azienda si sono limitati a farsi portatori della proposta, ma si sono detti non particolarmente ottimisti, ed intanto sotto gli uffici regionali in Via Passolanciano, una folta rappresentanza di dipendenti con fischietti e bandiere hanno continuato per tutto il tempo a rivendicare un sacrosanto diritto, quello del lavoro.

Il sindaco Leo Castiglione e l’assessore Mauro Febbo insieme ai rappresentanti sindacali hanno riferito ai lavoratori della Yokohama dell’incontro con i rappresentanti della proprietà. Entro venerdì sarà stabilita una data per un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico con la presenza della proprietà dell’azienda a cui è stato chiesto di presentare una proposta concreta su cui lavorare.

IL SERVIZIO DEL TG8