Psichiatria di comunità e di malattie psichiatriche: sono i temi al centro dell’ultimo libro della psichiatra di origine abruzzese Paola Carozza
Le malattie psichiatriche stanno colpendo fasce sempre più ampie della popolazione e sempre più i giovani e in età più precoce rispetto al passato. Qual è l’approccio alla cura dei pazienti e quale deve essere il modello organizzativo dei servizi?
“Pratiche basate sull’evidenza e pratiche promettenti nella psichiatria di comunità. Orientare metodologicamente il lavoro quotidiano dei professionisti “è il titolo del volume, che la professoressa Paola Carozza ha realizzato in collaborazione con Giovanni Soro e pubblicato da Giovanni Fioriti Editore, con l’obiettivo di trasferire nella pratica una serie di indicazioni teoriche per dare un senso tecnico al lavoro quotidiano e colmare il gap esistente tra l’implementazione dei trattamenti EB e l’aspecificità, a volte iatrogena, della routine quotidiana.
“Nel settore della psichiatria di comunità, dimensione integrata ma distinta della salute mentale di comunità” scrive Carozza nell’introduzione al suo libro “vige oggi una certa confusione su come trasferire nella pratica una serie di indicazioni teoriche per dare un senso tecnico al lavoro quotidiano. Nella dicotomia tra i trattamenti psicosociali evidence-based che richiedono formazione rigorosa, sistematicità, intensità, supervisione costante, valutazione degli outcome e confronto con la fidelity e la pratica (…), alla fine nei servizi si rischia di non implementare i primi perché troppo dispendiosi di tempo e di risorse, né di conferire alla seconda la dignità di una tecnica, seppure non esattamente rispondente alle linee guida o alle raccomandazioni scaturite dalle ricerche. Ne consegue che nella maggioranza dei casi la presa in carico dei pazienti non è in realtà una presa in cura, ma rischia di essere una sine cura e che la psichiatria di comunità, invece che assumere le caratteristiche di un approccio disciplinare, biopsicosociale, misurabile e riproducibile, si identifica prevalentemente con una modalità relazionale per la quale possono bastare solo una buona dose di umanità, un buon carattere e una generica disponibilità. Il presente lavoro vuole colmare il gap esistente tra l’implementazione con trattamenti evidence-based, che non si stanno in realtà offrendo a tutti i pazienti che ne avrebbero bisogno, e la specificità, a volte iatrogena (cioè con l’uso improprio o eccessivo di uno o più farmaci), della routine quotidiana”.
Paola Carozza è Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche di Ferrara, Co-direttore del Master di Riabilitazione Psichiatrica dell’Università di Ferrara, Presidente della Società Italiana di Riabilitazione Psichiatrica e Vicepresidente europeo della World Association for Psychosocial Rehabilitation.
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Nella libreria De Luca di Chieti, in occasione dell’incontro dal titolo “La nuova sfida costruttiva: la formazione e l’educazione socio-sanitaria”, in ricordo di Eugenio Borgna (docente e psichiatra) ispiratore del progetto “La fragilità umana prima, durante e dopo il Coronavirus”, si è parlato di come la malattia mentale, con i disturbi a essa connessi, sia un problema diffusissimo di cui, con molta lentezza e ritardo, la società italiana comincia a prendere coscienza.
L’iniziativa è stata curata dal Rotary club di Chieti, Fondazione Giorgio La Pira, Diritti in movimento.
Grazie anche ai recenti coming out di personaggi conosciuti della tv, della musica, del cinema e della tv (per fare solo due esempi: da Alba Parietti che ha reso nota la malattia della madre o della cantante Noemi che, in un’intervista, ha confessato le sue profonde difficoltà vissute intorno ai trent’anni) l’opinione pubblica comincia a prendere coscienza di quanto lo stigma sia obsoleto.
Ad introdurre l’incontro Manlio Madrigale e Marilisa Palazzone. Subito dopo, in collegamento online, il docente Paolo Cendon, fondatore di Diritti in movimento, ha parlato di “20 anni di amministrazione di sostegno”.
A seguire la presentazione del libro di Paola Carozza a cui sono stati invitati ad intervenire Marco Alessandrini, Direttore del Distretto di Salute Mentale, e Giovanni Martinotti, Direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura della Asl Lanciano-Vasto-Chieti.