Il diabete a 100 ani dalla scoperta dell’insulina

L’Abruzzo festeggia i 100 anni dell’insulina con un convegno a Pescara e come momento di confronto scientifico sul diabete ieri, oggi e domani ma anche come vera e propria festa di compleanno.

Non mancherà la torta di rito con la candelina a tre cifre per l’occasione spenta dalla più anziana paziente diabetica d’Abruzzo con in attivo quasi 60 anni di convivenza diabetica.

La dottoressa Giuliana La Penna, Dirigente Medico dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia, M.M. della ASL di Pescara, Presidente Regionale dell’Associazione Medici Diabetologi, responsabile scientifico ed ideatrice dell’evento spiega: “Noi diabetologi instauriamo un rapporto speciale e simbiotico con i nostri pazienti. Per noi il paziente è al centro di tutto.

Lavoriamo davvero con il cuore e per questo motivo ho ritenuto doveroso che a spegnere le 100 candeline del successo dell’insulina non fossero i medici ma i pazienti che grazie a questa invenzione salvavita possono oggi essere con noi.

E’ così che 100 anni fa nel Toronto General Hospital (tuttora esistente, come Insulin Museum), i dottori A.A. Fletcher e W.R. Campbell somministrarono per la prima volta 96 unità al giorno per via sottocutanea a Leonard Thompson, di 14 anni, ricoverato per diabete in fase terminale. Un giorno che segnò la storia”.

L’obiettivo del Congresso Regionale AMD-SID Abruzzo (Associazione Medici Diabetologici e Società Italiana di Diabetologia) è quello di comprendere le principali innovazioni e fotografare lo stato dell’arte nell’ambito della cura del diabete tipo 1 e 2.

La dottoressa La Penna conclude che “Oggi grazie alle innovazioni che si sono succedute la vita di una persona con diabete è una vita pressoché normale. La Terapia insulinica resta la pietra miliare del trattamento della patologia diabetica ma con molecole sempre piu’ efficaci, innovazioni informatiche e tecnologiche è stato possibile migliorare drasticamente la qualità di vita dei pazienti con diabete.
Si ripercorreranno tutte le tappe della ricerca scientifica in tema di terapia insulinica dal 1921 ad oggi e si parlerà di innovazioni tecnologiche, dal monitoraggio in continuo della glicemia al pancreas artificiale diventato oggi già una realtà. La tecnologia nella cura del diabete si declina anche attraverso l’utilizzo di farmaci innovativi, la parte scientifica prevede quindi temi di assoluto interesse, quali la disamina delle diverse molecole degli agonisti del recettore del GLP-1 (argomento di grande attualità clinica considerati gli effetti positivi glicemici ed extra-glicemici della classe) e l’analisi dello stato dell’arte sugli effetti
metabolici, cardiovascolari e renali degli SGLT2 inibitori alla luce dei numerosi nuovi dati divenuti disponibili e delle nuove regole di prescrivibilità dei nuovi farmaci innovativi.
L’emergenza Covid 19 vissuta negli ultimi due anni ha portato a rivedere l’assistenza diabetologica pertanto si rifletterà su cosa abbiamo imparato e come ripartire e se i PDTA e la Rete Diabetologica sono ancora oggi attuali in Abruzzo e questo tema sarà affrontato dal Direttore dell’Agenzia regionale Sanità, il dottore Pierluigi Cosenza. Inoltre il direttore del Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo, il dottore Claudio D’Amario e l’assessore regionale alla Sanità, la dottoressa Nicoletta Verì, avranno la possibilità di confrontarsi con gli operatori sanitari sugli argomenti che da questi ultimi verranno posti. Del resto, sempre più emerge, per fronteggiare l’emergenza di malattie croniche ad altissima prevalenza come il diabete, la necessità della migliore razionalizzazione della strategia di cura, razionalizzazione che non può non comprendere il sempre maggiore coinvolgimento attivo della medicina generale, integrata in un team allargato al quale partecipino oltre la specialistica, il territorio, ma anche le istituzioni ed i pazienti. Ed infatti l’ultima sessione del convegno è aperta alle associazioni dei pazienti e ci sarà anche la premiazione da parte delle società scientifiche alle persone che convivono con il diabete da oltre 50 anni”.