Al Comune di Chieti è ancora polemica sulla realizzazione della Cittadella della Giustizia nell’ex ospedale San Camillo de Lellis e sul vincolo che riguarda la destinazione d’uso dell’edificio. Fratelli d’Italia attacca la maggioranza
«Non si poteva mettere un vincolo e l’Amministrazione Ferrara lo ha messo lo stesso. Noi lo avevamo detto e ci siamo astenuti dal voto in Consiglio comunale per protestare contro questa maggioranza arrogante che non ascolta»: così il capogruppo di Fratelli d’Italia Carla Di Biase sulla revoca della delibera dello scorso 20 gennaio che poneva un vincolo sulla destinazione d’uso a fini sanitari dell’ex ospedale San Camillo de Lellis, struttura di interesse culturale in base ad un decreto del Ministero della Cultura.
Il sindaco Diego Ferrara ieri aveva detto che non si tratta di un dietrofront sulla volontà di evitare la delocalizzazione del tribunale da piazza San Giustino nell’ex sanatorio per la cura della tubercolosi e resta dell’avviso che la Cittadella giudiziaria dovrà nascere nel centro storico.
Il primo cittadino aveva rimarcato: «Revochiamo in autotutela l’atto di gennaio, per produrre un atto nuovo che tiene conto del vincolo e della mutata situazione». Leggi anche: Polo Giudiziario all’ex San Camillo di Chieti: Ferrara non cambia idea e ribadisce il suo no
La revoca della delibera di gennaio, intanto, viene inviata alla Asl che contro quella delibera aveva fatto ricorso, avendo visto sfumare gli introiti della vendita del San Camillo. In questa situazione anche il ricorso dovrebbe cadere.
I partiti di opposizione tornano all’attacco e il capogruppo di Fratelli d’Italia Carla Di Biase evidenzia che «In questo modo la maggioranza Ferrara ha di fatto bloccato la vendita dell’edificio al ministero della Giustizia che vi avrebbe trasferito il tribunale. Contraria alla delocalizzazione, la maggioranza Ferrara, con il sostegno dei quattro consiglieri leghisti, riuscì in quel modo a stoppare un’operazione da 37 milioni di euro, fortemente caldeggiata dal presidente della Regione Marco Marsilio. Un mese dopo, il 21 febbraio, è arrivato il decreto del ministero della Cultura che riconosce l’interesse culturale della struttura e dice testualmente che non è da considerarsi precluso un cambio di destinazione d’uso, qualora tale scelta possa portare al recupero funzionale e alla conservazione dell’intero complesso».
IL SERVIZIO DEL TG8