Bolognano: altre 130 tonnellate di rifiuti tossici da rimuovere

Nuovo appello per la discarica di rifiuti pericolosi di via Anelli a Piano D’Orta di Bolognano. Ne devono essere rimosse altre 130 tonnellate che mettono a rischio la falda acquifera e bisogna reperire 120 mila euro. Il Comune chiede che venga avviata una indagine epidemiologica.

Una bomba ecologica è ancora in via Anelli a Piano D’Orta di Bolognano dove, durante i lavori di rimozione di 155 tonnellate di rifiuti pericolosi, si è scoperto che ci sono ulteriori 13o tonnellate di materiali tossici che rappresentano una grave minaccia per il territorio e per la salute pubblica poichè rischiano di inquinare la falda acquifera.

Bisogna reperire altri 120 mila euro ha spiegato oggi alla stampa il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerino Testa, che già si era adoperato per la bonifica dell’area che si trova vicino alla ex Montecatini.

Il capogruppo Testa evidenzia che <Sono state rimosse 155 tonnellate a fronte delle 285 complessive del cumulo di rifiuti insistente nell’area pubblica confinante con il sito ex Montecatini, in via Anelli a Piano d’Orta, nel territorio comunale di Bolognano e, parallelamente sono state effettuate le attività di caratterizzazione e accertamento della qualità ambientale. Come temevamo, i materiali campionati risultano tutti interessati dai superamenti dei limiti di legge: si tratta di Arsenico, Cadmio, Cobalto, Piombo, Rame e Zinco ed evidenziano la presenza di ceneri di pirite, residui di produzione industriale.

Nel tornare ad evidenziare l’importanza delle operazioni fin qui svolte grazie all’impegno costante del sindaco Di Bartolomeo e della Regione Abruzzo, siamo già al lavoro per il reperimento delle ulteriori risorse economiche – circa 120 mila euro – necessarie per il completamento di tutti gli interventi utili affinché possano compiersi nel più breve tempo possibile>.

Il sindaco di Bolognano, Guido Di Bartolomeo, chiede che venga effettuata una indagine epidemiologica e a confermare la gravità della situazione ci sono le analisi illustrate alla stampa dal geologo Giovanni Ciccone il quale ha detto che nell’area ci sono metalli pesanti, ossia rifiuti industriali, molto pericolosi e si trovano in una zona urbanizzata e con coltivazioni agricole. I dati intanto sono stati inviati al Ministero della Transizione Ecologica.

Il sindaco Di Bartolomeo afferma: <Purtroppo le conferme ottenute sono perfino peggiori di quelle da noi paventate  non avevamo alcun dubbio sull’elevato livello di inquinamento ambientale con conseguenti rischi per la salute pubblica dei residenti. Danni già procurati – ricordo come l’atto illecito fu compiuto tra il 2012 e il 2014- e l’impossibilità, all’epoca degli accertamenti, di risalire agli autori del reato, non può più bastare. Attiveremo ogni utile azione per dare un none e un cognome al responsabile di questo ulteriore scempio a scapito del nostro territorio. Grazie alla rimozione della prima parte dei rifiuti pericolosi, ho potuto riaprire al transito la strada ma resta il danno, anche patrimoniale, che per i cittadini è incommensurabile. Ho provveduto ad inviare i risultati delle analisi anche all’assessorato regionale alla Sanità perché l’allarme è elevato e i casi di malattie gravi e di forme di allergie cutanee che continuano a colpire i cittadini di Piano d’Orta devono essere subito attenzionati. Ritengo che sia necessario estendere la perimetrazione del Sin inquinato>.

Ad entrare nel dettaglio, carte alla mano, degli interventi effettuati è stato il tecnico nominato dal Comune, il geologo Giovanni Ciccone.

L’esperto spiega che <Le operazioni sulle aree in questione sono state svolte dal comune di Bolognano previo accordo con la Regione Abruzzo – Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche – (convenzione del 15/07/2021) e a seguito degli accertamenti ambientali sono emersi superamenti delle CSC del D.Lgs 152/06. La concentrazione di Piombo nella quasi totalità dei campioni (cinque su sei) eccede il limite di 2500 mg/kg sulla cui base si classifica un rifiuto come pericoloso con HP14 e in tre campioni su sei eccede il limite di 3000 mg/kg necessario per l’attribuzione della caratteristica di pericolosità HP10 per tale parametro.

La concentrazione di Rame individuata nel campione S2 a 1.5 metri è superiore a quella necessaria per classificare un rifiuto come pericoloso con HP14. E la concentrazione di Arsenico riscontrata nel campione S1 a 0.5 m di profondità (pari a 940 mg/kg) è prossima al limite di 1000 mg/kg in base al quale un rifiuto risulterebbe pericoloso con HP7 per tale parametro. I riscontri ottenuti sono preoccupanti e non si può escludere la contaminazione anche delle falde acquifere. Per questa ragione l’amministrazione comunale ha già provveduto a comunicare al Ministero per la Transizione Ecologica la propria disponibilità ad eseguire ulteriori accertamenti in contradditorio con ARTA Abruzzo>.