Aggressione Cetteo Di Mascio: si stringe il cerchio sul presunto mandante

A distanza di diversi mesi dall’arresto dei due presunti colpevoli dell’aggressione nei confronti dell’ex responsabile del settore giovanile del Teramo Calcio Cetteo Di Mascio, dall’Ordinanza del Gip di Teramo, Marco Procaccini, emergono elementi sui quali gli inquirenti già stanno effettuando ulteriori approfondimenti e che potrebbero fare chiarezza sul mandante dell’aggressione.

Sarebbero state escluse in modo definitivo ipotesi riguardanti la sfera personale di Cetteo Di Mascio, aggredito lo scorso mese di maggio all’interno dello Stadio Bonolis di Teramo, come già indicato nella stessa Ordinanza.

Nell’Ordinanza si rivelano alcuni passaggi che farebbero indirizzare le indagini verso una nuova ipotesi ritenuta di particolare interesse e nella quale il Gip fa riferimento al particolare che i due presunti aggressori erano stati indirizzati e guidati per bene, non essendo facile raggiungere l’ufficio di Di Mascio, lungo un tragitto che solo degli addetti ai lavori potevano conoscere in quanto  non aperto al pubblico.

“Peraltro ivi giungendo – recita l’Ordinanza -in un momento in cui sapevano, per il giorno e per l’ora, di trovare esclusivamente la persona offesa e il di lui collega di lavoro”. Si entra più nel dettaglio nel punto 6 dell’Ordinanza, quando si fa riferimento a numerose chiamate, senza risposta, di uno degli aggressori all’utenza telefonica intestata alla società dell’allora presidente della “Gioventù Teramo” Massimo Sposetti, tra l’altro in un arco temporale in cui si collocava l’aggressione.

Inoltre, altro elemento interessante, emerge pure l’esistenza di un rapporto professionale oramai deteriorato tra il Presidente del Teramo Iachini e lo stesso Di Mascio. Ancora più esplicito il riferimento nel punto 16 dell’Ordinanza, nel quale si riporta il contenuto di una dichiarazione dell’allora presidente della “Gioventù Teramo”, Massimo Sposetti, il quale conferma di aver assunto da un anno e mezzo all’interno del magazzino della società di cui è titolare la “Sposetti186 Srl”, uno dei due aggressori, ma che questi, verso la fine di maggio, inizi di giugno del corrente anno, si era infortunato sul lavoro e che i contenuti delle frequenti chiamate intercorse tra loro, erano riferite esclusivamente a documenti da produrre per i permessi da ottenere per l’infortunio stesso.

Su questo, però il Giudice aggiunge, si presentano punti di non perfetta linearità interna, e non trova comunque riscontro nella disamina dei tabulati telefonici. Su questi elementi si stanno concentrando da tempo gli inquirenti e ben presto potrebbero emergere sviluppo dalle indagini, ciò che appare, invece, sempre più evidente è che la figura dell’allenatore pescarese Cetteo Di Mascio, già profondamente segnato per quanto gli è accaduto, non può essere, come sostiene a più riprese la Procura Teramana e lo stesso Tribunale, posta ulteriormente sotto la gogna di ipotesi senza fondamento come quelle di presunti debiti di gioco o vicende di natura sentimentale.