INTERVISTE ELETTORALI – Una squadra per l’Abruzzo

Federica Chiavaroli, capolista al Senato di Civica Popolare e candidata del centrosinistra nel collegio uninominale Chieti Pescara: “L’Abruzzo deve continuare a contare a Roma. Occupazione e misure per la famiglia le priorità”.

 

Sottosegretario, Lei ha deciso di tornare a candidarsi in Senato con la lista Civica Popolare Lorenzin, così restando nella coalizione di Governo. Ora che siamo nel pieno della campagna elettorale ritiene sia stata una scelta giusta?

Ho partecipato per due anni alle attività del governo Renzi e poi del governo Gentiloni.
Matteo Renzi ci ha consentito di iniziare un percorso riformatore importante, che sarebbe ingiusto negare; in seguito Gentiloni ha raccolto quella spinta, ci ha aggiunto un tono diverso, equilibrato, moderato e, anche grazie al suo grande standing internazionale, ci ha messo nelle condizioni migliori per lavorare.
Sono stati due anni intensi e impegnativi, che hanno permesso all’Italia di tornare ad indici economici di crescita. Basti pensare che oggi il PIL è il più alto degli ultimi sette anni: questo è un dato oggettivo, non un’opinione. Possiamo e dobbiamo fare di più ma la strada è quella giusta.
Perciò restare in questa squadra è stata innanzitutto una scelta di coerenza, che sono certa gli elettori sapranno riconoscere e premiare. Ognuno di noi compie un percorso politico che, al di là delle etichette, deve corrispondere al modo di sentire la realtà e le proprie responsabilità.

Quali sono le attività di governo che ritiene importante rivendicare?

Abbiamo fatto un grande lavoro per le imprese, abbiamo realizzato industria 4.0, con i bonus per le assunzioni abbiamo dato una possibilità a molti giovani. Io vado tanto in giro per le aziende e posso affermare, per averlo constatato personalmente, che le grandi imprese italiane sono per la maggior parte ripartite. Adesso dobbiamo dare il giusto impulso alla ripartenza delle piccole e medie imprese, ma abbiamo una direzione già definita.
Sul fronte delle tasse abbiamo tolto l’IMU sulla prima casa, abbiamo abbassato l’IRAP, abbiamo sostanzialmente eliminato le imposte sull’agricoltura, l’IRES è stata riotta. Non si può certo dire che non si sia fatto nulla. Dobbiamo continuare, occorre compiere un lavoro sull’IRPEF e soprattutto bisogna abbassare il costo del lavoro per le imprese, altrimenti l’occupazione stabile non crescerà mai.
Abbiamo già previsto gli sgravi contributivi sui primi tre anni di assunzione a tempo indeterminato e questo ha portato risultati importanti, ma soprattutto ci ha fatto comprendere che il vero incentivo all’assunzione è nella riduzione degli oneri fiscali sul costo del lavoro. In questa campagna elettorale quasi nessuno parla delle cose da fare a partire da un’analisi e da un’esperienza sulla possibilità di farle concretamente.
D’altra parte in Italia ci sono stati altri Governi ed è davvero preoccupante che nessuno dei loro esponenti sia in grado di raccontare quali risultati ha raggiunto e perché vorrebbe tornare alla guida del Paese. Si sentono solo promesse irrealizzabili, formulate per racimolare qualche voto facendo leva sui bisogni della gente. Solo che le necessità delle persone non andrebbero messe alla berlina dell’asta delle frottole. Noi indichiamo una direzione perché abbiamo già iniziato a lavorare, abbiamo già preso delle iniziative, abbiamo già posizionato dei mattoni. Sognare un’Italia migliore, parlare di questo sogno, mettere insieme idee per realizzarlo è giusto. Prendere in giro gli elettori è solo una cattiva azione.

Dal panorama nazionale al panorama regionale. Qual è il suo sogno per l’Abruzzo?

Parto da quello che, negli ultimi cinque anni, ho potuto fare per la comunità dei miei elettori perché davvero ogni giorno li ho incontrati, li ho ascoltati e mi sono domandata come potevo aiutarli. Anche grazie a loro, fin dall’inizio, ho saputo individuare e ho seguito con attenzione tutti i provvedimenti sensibili per il nostro territorio, a partire dalle iniziative normative sul sisma. Tra l’altro nel 2009 ero a L’Aquila come consigliera Regionale e l’evento del terremoto mi ha coinvolto così potentemente da aver lasciato un segno indelebile nella mia vita. L’Aquila è anche la città di origine di mio marito e di residenza dei miei suoceri, perciò ho un’idea molto precisa di cosa comporti per una popolazione l’esperienza di una simile tragedia. Mi sono spesa non solo per ottenere i fondi necessari alla ricostruzione, ma anche per le misure di sostegno fiscale e per la salvaguardia delle infrastrutture e dei servizi. In questo contesto è stato possibile, ad esempio, salvare dalla chiusura definitiva i Tribunali minori della nostra Regione (Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto) garantendone la sopravvivenza sino al 2020 e, volendo, anche oltre. Inoltre, come relatore della legge di bilancio per gli anni 2014 e 2015, ho potuto supportare con ragioni adeguate il finanziamento di capitoli direttamente incidenti sullo sviluppo del nostro territorio e su iniziative importanti per la vita sociale e lavorativa del Paese. In particolare mi piace ricordare il mio impegno per la bonifica delle aree inquinate di Bussi sul Tirino e la reindustrializzazione della Val Pescara. Più recentemente posso rivendicare un ruolo importante nella risoluzione dell’annosa questione degli immobili del lungomare di San Salvo (circa 1000 appartamenti), salvati dall’esproprio grazie alla ridefinizione della linea demaniale marittima. E’ stato necessario un apposito intervento normativo che, consentitemelo, non è piovuto dal cielo.
Per il futuro l’Abruzzo ha il diritto di reclamare quello che altre regioni d’Italia già hanno: collegamenti veloci, investimenti per l’industrializzazione, opportunità commerciali, un futuro per le giovani generazioni.

Tra tutte queste necessità qual è secondo lei la prima emergenza da affrontare per risollevare la nostra Regione?

Non ho alcun dubbio perché incontro tanti, decisamente troppi genitori, giustamente preoccupati per il futuro dei loro figli che a 26, 30, 35, addirittura 40 anni non riescono a trovare un lavoro degno di questo nome. Sento la nostra gente e so, senza aver bisogno di statistiche e medie ponderate, che la carenza di lavoro e di opportunità per i nostri giovani sono la vera emergenza da affrontare. Non è solo una questione economica, perché tante volte le famiglie sono anche in grado di mantenere un giovane in difficoltà, ma è una questione di dignità. Ognuno di noi ha il diritto di contribuire alla costruzione di una società produttiva. Al bisogno di sentirsi utili, attivi, costruttivi, non può rispondere nessun reddito di cittadinanza.

Senatrice, sappiamo che Lei ha una bella famiglia, con tre figli. In che modo pensa che la sua attività politica ed il suo impegno possano essere da stimolo ed esempio per la loro crescita personale e per quella dei giovani?

Credo che ogni persona si formi sulla base degli stimoli ricevuti nell’ambiente familiare e scolastico. Spero che il mio impegno sia per loro testimonianza che solo con il lavoro, la serietà e la disciplina si possono raggiungere traguardi ambiziosi e inseguire i propri sogni.
Inoltre, i miei figli sono cresciuti con l’esempio di una madre che si occupa con ogni energia del bene comune, anche questo mi auguro sia per loro fonte di riflessione sul valore del patrimonio della collettività che va gestito con grande cura ed attenzione.