Coronavirus Abruzzo, gli aggiornamenti del 22 aprile

Coronavirus Abruzzo, qui tutti gli aggiornamenti di mercoledì 22 aprile. Revocata la zona rossa a Caldari. Marsilio replica alle polemiche sull’ospedale Covid di Pescara.

 

+++NOTIZIA IN CONTINUO AGGIORNAMENTO+++

Ore 20.30Coronavirus: a Castiglione Messer Raimondo adesso anche una frana

Ore 19.00Coronavirus: a Pescara arrivano i macchinari per 2400 tamponi al giorno

Ore 18.54Ortona: Marsilio revoca la zona rossa a Caldari

Ore 18.05Coronavirus Abruzzo: #hochiusoperriaprire chiede incontro al Prefetto

Ore 17.03Pronto Medicina facile domani sera con il prof. Di Giannantonio

Ore 16.56San Giovanni Teatino: 35 positivi nella Rsa Villa San Giovanni, arriva la task force

Ore 16.45Covid hospital: Marsilio risponde alle polemiche

Ore 15.51Bollettino del 22 aprile: in Abruzzo 66 nuovi casi di Covid 19

Ore 14.11 – Coronavirus Abruzzo: eventi annullati, il dramma del mondo della musica

Ore 13.35 – Coronavirus Abruzzo: Gran Sasso Teramano, una Zes per il rilancio

Ore 10.16La Honda di Atessa (Chieti) riaprirà lunedì 18 maggio

Ore 9.32Il Comune di Teramo proroga scadenze di varie imposte municipali

Ore 8.45Contestati i criteri stabiliti dalla Regione per l’assegnazione del bonus famiglie 

Ore 8.35 – Coronavirus Abruzzo: la Cei sostiene la Fondazione Paolo VI con fondi dell’8×1000

Ore 8.21A Montesilvano una app per prenotare spiaggia e ombrelloni 

Ore 6.00 – Coronavirus: Pescara e Montesilvano blindano il lungomare il 25 aprile e 1 maggio

 

LE NEWS DALL’ITALIA E DAL MONDO (ANSA)

Coronavirus Italia: il bollettino del 22 aprile
Continua il calo dei malati di coronavirus in Italia. Oggi sono infatti 107.699 gli attualmente positivi, 10 in meno di ieri, quando erano scesi di ben 528 unità. È il terzo giorno di calo consecutivo dei malati. Il dato è stato fornito dalla Protezione civile.
Superate le 25 mila vittime di coronavirus in Italia. Sono oggi 25.085, con un incremento di 437 in 24 ore. Ieri l’aumento era stato di 534.
Nuovo record di guariti dal coronavirus in Italia in un solo giorno: sono complessivamente sono 54.543, con un 2.943 rispetto a ieri, quando l’aumento era stato di 2.723.
Prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.384, 87 in meno rispetto a ieri. Di questi, 817 sono in Lombardia, 34 in meno rispetto a ieri. Dei 107.699 malati complessivi, 23.805 sono ricoverati con sintomi, 329 in meno rispetto a ieri e 81.510 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile.
Il numero dei contagiati totali dal coronavirus in Italia – compresi morti e guariti – è di 187.327, con un incremento rispetto a ieri di 3.370. L’aumento ieri era stato di 2.729.
Dai dati della Protezione civile emerge inoltre che sono 34.242 i malati in Lombardia (+264 rispetto a ieri), 13.084 in Emilia-Romagna (-160), 15.122 in Piemonte (+311), 9.991 in Veneto (-86), 6.167 in Toscana (-455), 3.476 in Liguria (+13), 3.230 nelle Marche (+12), 4.463 nel Lazio (+61), 2.998 in Campania (+52), 1.874 nella Provincia di Trento (-35), 2.874 in Puglia (+62), 1.308 in Friuli Venezia Giulia (-14), 2.287 in Sicilia (+28), 2.108 in Abruzzo (+41), 1.512 nella provincia di Bolzano (-24), 371 in Umbria (-36), 833 in Sardegna (-4), 821 in Calabria (+2), 501 in Valle d’Aosta (-21), 232 in Basilicata (-13), 205 in Molise (-8). Quanto alle vittime, se ne registrano 12.740 in Lombardia (+161), 3.204 in Emilia-Romagna (+57), 2.559 in Piemonte (+74), 1.181 in Veneto (+27), 705 in Toscana (+19), 1.022 in Liguria (+32), 845 nelle Marche (+11), 370 nel Lazio (+7), 327 in Campania (+10), 381 nella provincia di Trento (+5), 362 in Puglia (+11), 246 in Friuli Venezia Giulia (+5), 208 in Sicilia (+2), 276 in Abruzzo (+5), 256 nella provincia di Bolzano (+5), 61 in Umbria (+1), 96 in Sardegna (+3), 76 in Calabria (+0), 127 in Valle d’Aosta (+1), 24 in Basilicata (+0), 19 in Molise (+1).

#Il virus SarsCov2 è attivo anche nelle secrezioni oculari, ovvero nelle lacrime, dei pazienti positivi. Lo dimostra uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine dai ricercatori dell’Istituto Spallanzani di Roma. Partendo da un tampone oculare, hanno isolato il virus dimostrando che esso è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive. La ricerca, affermano, dimostra che gli occhi non sono solo una delle porte di ingresso del virus nell’organismo, ma anche una “potenziale fonte di contagio”.

#Una donna è risultata ancora positiva al Sars-Cov2 dopo 55 giorni, il caso è stato definito dai medici “quasi unico” in Italia. È l’esito dell’ultimo tampone eseguito il 16 aprile sulla prima paziente ricoverata nel reparto di Malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, una ragazza di 23 anni entrata in ospedale il 28 febbraio e in isolamento da 55 giorni. A diffondere la notizia è l’edizione bolognese del Resto del Carlino. “Dall’arrivo in reparto – spiega al quotidiano l’infettivologo del Sant’Orsola Luciano Attard – la paziente dopo quattro giorni stava bene, ma i tamponi sono ancora positivi. La stiamo studiando attentamente. A quanto ci risulta, nessun altro in Italia è rimasto positivo ai tamponi così a lungo. Usualmente la positività non supera le quattro settimane”. La 23enne commenta così al Carlino: “Sono diventata un caso nazionale? Ormai ci rido su, ora aspetto che gli operatori della sanità pubblica mi sottopongano ad esami del sangue più approfonditi, di tipo sierologico”. La 23enne, precisa l’infettivologo, “non era stata sottoposta ad alcuna terapia. Le avevamo dato solo sintomatici e in pochissimi giorni erano comparsi i sintomi. Allora non si trattavano i casi lievi”.

#Ancora 48 ore per la scelta dei test sierologici che saranno impiegati per la campagna nazionale che rileverà l’immunità al SarsCov2 in campioni della popolazione. Venerdì 24 aprile, infatti, il commissario straordinario Domenico Arcuri aggiudicherà la gara accelerata per i primi 150 mila kit. L’obiettivo è stringere i tempi, ma il tutto, ha assicurato il premier Giuseppe Conte, avverrà con una procedura “trasparente e rigorosa”. Il governo incentiva l’uso corretto dei test, sia di quelli molecolari, ovvero il tampone, ad oggi unico strumento certo di identificazione del virus, sia di quelli sierologici con prelievo di sangue, utile strumento di indagine epidemiologica, anche al fine di predisporre un piano nazionale. Per questo, il 17 aprile è stata indetta una gara in procedura semplificata e di massima urgenza per la fornitura di kit reagenti e consumabili per l’effettuazione di 150.000 test, con possibile successiva estensione per ulteriori 150.000 test. La gara pubblica, ha affermato Conte, “si concluderà in tempi strettissimi ed entro il 29 aprile ci sarà la sottoscrizione del contratto”.

#Mai così tanti dimessi e guariti; calo netto dei malati; otto Regioni, tra cui la Lombardia, più le province autonome di Trento e Bolzano, che registrano una diminuzione degli ‘attualmente positivi’. Si consolida il contenimento del Coronavirus in Italia, con la curva del contagio che prosegue, seppur lenta, la sua discesa verso l’azzeramento dei casi. Che non vorrà dire aver sconfitto il virus quanto piuttosto aver portato a termine la prima battaglia e fermato la strage di anziani e persone più fragili. Il bollettino quotidiano della Protezione Civile dice che anche la soglia dei 50 mila guariti è stata superata: su quasi 184 mila contagiati totali sono 51.600, ben 2.723 in più rispetto a lunedì. Un incremento che non si era mai registrato dall’inizio dell’emergenza, così come mai dal 20 febbraio ad oggi c’erano stati così tanti pazienti dimessi dagli ospedali: 722 in 24 ore. Non solo: gli attualmente positivi, vale a dire il totale delle persone ricoverate e in isolamento domiciliare, sono 107.709 e cioè 528 in meno rispetto a lunedì, quando c’è stato il primo calo simbolico di 20 pazienti. Anche il dato delle terapie intensive è positivo: 102 ricoverati in meno, per un totale di 2.471. Un dato ormai in discesa da almeno due settimane che ha consentito di alleggerire di molto la pressione sulle strutture ospedaliere – per la prima volta cominciano a circolare immagini dei letti vuoti – e che è stato sottolineato anche dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri: ci sono ora più ventilatori polmonari – 2.659 – che pazienti in rianimazione. I numeri dicono però anche altro. E, soprattutto, sono lì a ribadire che non è pensabile la fine del lockdown senza predisporre altre misure di contenimento, indicare regole precise per ogni attività lavorativa, riorganizzare trasporti e spazi pubblici. Due gli indicatori da tenere in considerazione. Il primo è il numero delle vittime: nelle ultime 24 ore se ne contano altre 534, ottanta in più rispetto a ieri, 203 delle quali – dunque quasi la metà – ancora una volta in Lombardia. Il secondo indicatore riguarda proprio la Regione più martoriata dalla pandemia, che ad oggi ha la metà degli oltre 24 mila morti e più di un terzo dei contagiati totali. Perché a fronte di un calo in tutta la Lombardia sia delle terapie intensive (-50) sia dei malati ricoverati negli altri reparti (-333), a Milano e provincia il virus non molla. Nell’hinterland i contagi totali sono 16.520 con un aumento di 408 nelle ultime 24 ore; e in città sono 6.955: in questo caso l’aumento è di 246. A preoccupare sempre di più è il Piemonte, che ha fatto registrare ben 254 nuovi positivi rispetto a ieri e, dopo aver superato anche l’Emilia Romagna, è ormai la seconda regione per numero complessivo di malati (14.811, in Emilia Romagna sono 13.244).

Non è un caso dunque che lo studio dell’Inail che contiene tutte le indicazioni per la ripartenza nei luoghi di lavoro inserisca Lombardia e Piemonte nella ‘zona 1’, quella più a rischio, assieme a Veneto, Emilia Romagna e Marche. Nella zona a medio rischio ci sono invece Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria e Lazio, mentre il sud è tutto a basso rischio: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Ed è proprio la disparità di situazioni che non consente una riapertura veloce e senza limitazioni. Lo ha detto chiaramente Arcuri. “Non bisogna prendere alcuna decisione frettolosa, non dobbiamo abbandonare né la cautela né la prudenza”. Il commissario ricorda le ‘tre frecce nell’arco’: test sierologici, covid hospital e soprattutto la App per il contact tracing. “L’alternativa alla mappatura tempestiva dei contatti è semplice – ha detto Arcuri – le misure di contenimento non possono essere alleggerite e noi dovremmo continuare a sopportare i sacrifici di queste settimane, privandoci di quote importanti della nostra libertà”.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.