Coronavirus Abruzzo: covid hospital, Marsilio risponde alle polemiche

Coronavirus Abruzzo: il governatore Marsilio chiarisce le ragioni del Covid hospital di Pescara, rispondendo alle polemiche di questi giorni.

Le risposte del governatore Marco Marsilio sono arrivate in diretta streaming e hanno riguardato le polemiche gravitate attorno alla realizzazione del covid hospital di Pescara e a quelle innescate dalla richiesta di chiarimenti inviata all’Aric dalla Edilfrair di Gianni Frattale, la ditta seconda classificata nella gara d’appalto, che aveva posto una serie di interrogativi in merito alla correttezza della procedura, chiedendo, in particolare, se l’imprenditore Antonio Colasante, titolare dalla società vincitrice Omnia Servitia, risultasse iscritto nella white list della Prefettura di Pescara come richiesto nella lettera d’invito.

“La polemica sulla realizzazione dell’ospedale Covid a Pescara è pretestuosa e rischia di infangare l’onestà e la trasparenza con cui stiamo portando avanti quest’operazione”, ha dichiarato il governatore Marco Marsilio. “Rispetto alla procedura di affidamento alla ditta che dovrà realizzare quest’opera, alcuni continuano a reiterare la domanda che bisogno c’è di questo ospedale: è una domanda di una stupidità enorme, che qualifica chi la fa. La realizzazione di un ospedale covid è necessaria per affrontare l’emergenza e per garantire il diritto alla salute anche per chi non è malato di Coronavirus.
Per quanto riguarda le procedure di affidamento, è stato chiesto all’agenzia per la committenza, che effettua le gare, di fare un affidamento da 5 milioni di euro per l’ospedale di Pescara e altri 6 milioni circa per l’acquisto dell’attrezzatura necessaria al funzionamento dell’ospedale stesso.
Prima ancora di invitare le imprese alla procedura negoziata per la realizzazione dell’ospedale Covid di Pescara, è stata verificata la loro iscrizione alla white list, la banca dati nazionale antimafia che certifica la rispondenza a requisiti professionali ed etici. Nonostante le procedure d’urgenza garantite dal Governo mi avrebbero consentito di procedere all’affidamento diretto per la realizzazione dell’ospedale Covid di Pescara, abbiamo deciso di indire una procedura negoziata tramite l’Aric, che si è svolta con la massima trasparenza, invitando 11 operatori, dunque più del doppio rispetto al numero prescritto dalla legge. Nessuno può pensare che non verrà portato a termine questo cantiere, avviato con una procedura regolare, rispetto alla quale è stato applicato il principio del maggiore ribasso, che è quello più oggettivo.
Il criterio di scelta è stato quello dell’offerta più vantaggiosa: l’assegnazione è avvenuta sul fatto matematico per cui chi offre meno vince, nel rispetto dei requisiti garantiti. Le offerte sono passate su una piattaforma criptata e le buste che sono state consegnate a mano sono state chiuse in cassette di sicurezza con vigilanza armata. Dunque chi fa polemica si sciacqui la bocca, perché quello che stiamo leggendo è al vaglio dei nostri uffici legali.
La polemica politica è di un altro piano. Dove vivono quelli che ci interrogano e che esprimono ministri e maggioranza di un Governo che ci sta tenendo dentro casa? A chi si domanda a cosa serve l’ospedale Covid di Pescara, visto che diminuiscono i ricoveri in terapia intensiva, io domando in che mondo vivete? C’è bisogno di spiegarlo? Riapriranno le regioni che hanno i requisiti per farlo in sicurezza e tra queste ci sono quelle che hanno ospedali covid da rendere stabili per essere pronti in caso di una seconda ondata di epidemia.
Gli ospedali Covid devono essere autonomi, per non rischiare di mescolare pazienti non contagiati dal Covid.
Mi chiedono perché questi investimenti proprio a Pescara? Perché l’area metropolitana della costa è quella che ha subito più contagi. Basta guardare i numeri. Nella prima fase dell’emergenza il Santo Spirito ha assorbito i 2/3 della percentuale di malati Covid e anche adesso, guardando i numeri, si capisce che la maggior parte dei contagiati gravitano proprio su Pescara. Nel capoluogo adriatico l’emergenza è stata più forte e l’afflusso iniziale è stato enorme, in un momento in cui l’ospedale del G8 all’Aquila non era ancora pronto e in regione non erano ancora stati attrezzati ospedali Covid. Per curare i primi positivi all’inizio a Pescara è stato di fatto chiuso l’ospedale con interi reparti che si sono fermati.
Senza il reparto Covid che stiamo ora costruendo, l’ospedale di Pescara non potrebbe tornare alla sua normale attività e così per gli altri ospedali che devono essere liberati.
A Pescara il cantiere sta lavorando con decine e decine di operai h 24, recuperando un edificio di sette piani abbandonato pur dentro l’area dell’ospedale di Pescara. I lavori in corso permetteranno di rendere agibili 4 piani su 7 piani dello stabile che assorbirà i malati Covid. Fra poco più o meno di due settimane avremo già il primo reparto disponibile.
All’Aquila stiamo liberando il delta medico. Atri finora è stato utilizzato come ospedale Covid con attività e reparti interdetti che dovranno presto tornare alla normalità. Anche Teramo ha un fabbricato all’interno dell’area ospedaliera da recuperare e a Chieti, poiché la struttura ospedaliera non presenta adeguati requisiti sismici, il Santissima Annunziata sarà collegato funzionalmente con Atessa per i posti che serviranno.
Queste polemiche dunque sono figlie della grettezza che la politica si porta dietro e che sono state un flagello per l’Abruzzo. Mi chiedono perché ho speso 10 milioni di euro su Pescara e meno sulle altre Asl: perché a Pescara c’è più bisogno. Dividere i fondi per le quattro Asl era inutile. Le stupide polemiche di cortile e di campanile di questi giorni mi fanno capire le ragioni per cui per troppo tempo l’Abruzzo è rimasto indietro.
Il sogno è che non si debba avere bisogno dell’ospedale, ma almeno i nostri reparti resteranno in dote alla sanità abruzzese, perché, passata l’epidemia, quei reparti serviranno comunque a potenziare altri reparti e noi avremmo comunque realizzato nuovi posti di terapia intensiva: un’eredità che lasceremo in dote alla sanità abruzzese, che verrà potenziata in maniera permanente. Quei reparti potranno sempre tornare utili anche per altre occasioni: ci troveranno pronti. Ora si sta strutturando la risposta al futuro, creando strumenti per non interrompere più le altre attività sanitarie. L’obiettivo è ritornare alla normale attività sanitaria per abbattere le liste di attesa che si sono allungate in questo periodo.
Voglio sperare che ci critica oggi possa aiutarci invece a far convogliare risorse economiche sull’Abruzzo.”

Sulla vicenda dell’ospedale Covid di Pescara si è espresso con una nota anche Domenico Pettinari (M5s), vice presidente del Consiglio regionale.

“Chiediamo alla Regione Abruzzo di mettere le opposizioni del Consiglio Regionale nelle condizioni di esercitare a pieno le funzioni di sindacato ispettivo. Andando sul sito dell’ARIC, non si trovano gli elenchi dove sono esplicitati i professionisti che hanno partecipato al bando per la realizzazione del nuovo ospedale Covid di Pescara e dei nominativi che sono stati esclusi dalla gara. Chiedo pubblicamente che questa mancanza sia colmata il più presto possibile e che siano quindi pubblicati gli elenchi, affinché si possa lavorare al meglio per i cittadini”, afferma Domenico Pettinari.
“Non avere accesso a tutti i documenti limita fortemente la nostra funzione di sindacato ispettivo. Questa Giunta deve capire che le opposizioni sono un valore importante e devono poter svolgere il proprio dovere. Invito altresì il Presidente Marsilio ad ascoltare i professionisti, gli ordini professionali e le imprese, che chiedono spiegazioni alla Regione in merito al bando e alle sue tempistiche. Spiegazioni che, a quanto ci risulta, gli ordini professionali hanno rivolto anche all’ARIC e che meritano il giusto rispetto. Stiamo parlando di professionisti che rappresentano una parte corposa del nostro sistema produttivo e una politica lungimirante non può chiudersi alle critiche e alle richieste di trasparenza da parte di professionisti e imprese del proprio territorio.
La realizzazione dell’ospedale Covid deve avvenire nella totale trasparenza e mi auguro che venga terminato nel più breve tempo possibile, perché c’è bisogno di ripristinare tutti i reparti e gli ambulatori che sono stati sospesi nell’ospedale di Pescara a causa dell’emergenza Coronavirus. Sono tanti i cittadini che hanno bisogno di cure e non si muore solo di Covid. Stiamo facendo una corsa contro il tempo. Sono anni che denuncio ritardi e sprechi e tra questi l’abbandono della struttura ex Ivap di Pescara, lasciata a marcire per oltre 10 anni. Se si fosse dato seguito alle mie denunce, oggi saremmo stati pronti con una nuova struttura invece di rincorrere l’emergenza. Rincorsa che la Regione sta perpetuando anche con un altro aspetto importante della battaglia al Coronavirus: i tamponi per accertare i contagi. I ritardi nelle analisi non sono più tollerabili. Ci sono cittadini che in assenza di risultati non sanno se sono ancora positivi dopo aver eseguito le terapie. Altri, troppi, non sanno se sono positivi o meno e continuano a svolgere il loro lavoro o la loro quotidianità senza avere coscienza che possono essere vettori del virus. Chiedo, quindi, all’assessore Verì di sollecitare ogni azione possibile, volta a eseguire più tamponi possibile e ad analizzare i risultati in tempi brevi. Non si può più aspettare”.

TUTTE LE NOTIZIE SUL CORONAVIRUS, CLICCA QUI