video » Cepagatti, dolore e sgomento per la tragedia

omicidio suicidio cepagattiSe non fosse per l’idea di quella impossibile torcia di 5 anni, che ha frustato il cuore di noi tutti, il gesto orribile di Gianfranco Di Zio rimarrebbe confinato fra gli altri, altrettanto orribili, episodi di violenza contro le donne. Ancora una volta, ci saremmo interrogati su cosa spinga un uomo respinto a riprendersi tutto, compresa la vita stessa della sua ex-donna; ma di fonte alla morte della piccola Neyda ogni parola appare vana, ridicola, insufficiente. Sul campo restano gli sforzi compiuti dalla comunità, che pure ha cercato di ridare serenità a quella famiglia. Il Comune di Cepagatti, per esempio, attraverso i servizi sociali, ha seguito gli incontri protetti fra Di Zio e la figlioletta, avvenuti in un luogo familiare alla bimba. E poi la psicoterapia, a Pescara, perché che l’uomo avesse un problema era noto a tutti, non solo alla ex compagna che l’aveva denunciato. Quelle due dispense, una per il cibo destinato alla piccola e una per il resto della famiglia, i panni separati e il bucato fatto a parte sono cose che parlano chiaro. E ancora più chiaro parla l’intenzione della madre di togliere ilnome dell’uomo dallo stato di famiglia. Forse di più non si poteva fare, o forse sì, un dubbio che lacera in queste ore anche il sindaco Rapattoni.


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