Ecco un’altra parola da imparare, ma soprattutto ecco un’altra riflessione da fare. La parola è “Queer”, un termine politico usato da chi rifiuta le tradizionali identità di genere o le categorie dell’orientamento sessuale. La primavera queer è sbocciata all’Università d’Annunzio di Chieti, dove è iniziata la settimana di approfondimento teorico-pratico sulle tematiche relative. In inglese queer significa eccentrico, insolito, strambo; ma chi sono i queer? Persone, naturalmente, ma anche un insieme pronto a collaborare: gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuati. L’approdo a Chieti nasce dall’iniziativa di un gruppo autonomo di studenti e studentesse, alcuni dei quali già attivisti nel Laboratorio Le Antigoni e ne La Mala Educacion. Docenti, autori e autrici, noti anche a livello internazionale, si alterneranno in sei giorni di seminari e laboratori. Il primo incontro in calendario è stato con Marco Pustianaz, che ha proposto una riflessione sintetica sul percorso della teoria e dei posizionamenti queer dagli anni Ottanta a oggi.

{avsplayer videoid=9841}