Ciclismo in lutto per la morte di Fabio Taborre, aveva solo 35 anni

Ciclismo in lutto. Fabio Taborre, professionista dal 2008 al 2015, si è spento a soli 35 anni a causa di una malattia. Taborre era cresciuto ai colli, a Pescara, e da qualche anno viveva a Cappelle sul Tavo.

I suoi amici, specie quelli che hanno condiviso con lui la passione del ciclismo, lo avevano visto per l’ultima volta, tutti insieme, un paio di settimane fa. Ha lottato a lungo contro la malattia. Nel 2015 una squalifica per un controverso caso di doping che lui aveva definito sabotaggio. Professionista dal 2008 al 2015 vestendo le maglie del gruppo Androni di Gianni Savio (fino al 2010), poi dell’Acqua&Sapone e della Vini Fantini prima di tornare all’Androni, con cui aveva chiuso la carriera nel 2015 quando venne trovato positivo a un controllo antidoping all’FG-4592, un metabolita che simula la produzione di Epo. L’Uci lo aveva squalificato per quattro anni, fino al 2019. Un caso controverso, perché Taborre aveva parlato di sabotaggio. “Come mai i miei valori, dopo un controllo, non si siano sostanzialmente modificati, come mai l’ematocrito non è salito, l’emoglobina è rimasta identica ? Nulla di ciò che mi è accaduto ha una logica”, aveva dichiarato all’epoca.

Taborre, nel corso della carriera da professionista, aveva ottenuto tre vittorie: Memorial Pantani e Gp Camaiore nel 2011, una tappa del Giro d’Austria nel 2012. Aveva preso parte 2 volte al Giro d’Italia e a 10 classiche monumento: 4 Sanremo, 4 Lombardia, 1 Fiandre e 1 Roubaix. Lascia i genitori, Silvana e Marco.