L’Aquila, si sblocca il cantiere della cattedrale di San Massimo

Ad inizio 2023 dovrebbero partire finalmente i lavori alla cattedrale di San Massimo, il Duomo, per terminare nel 2028

Dopo ben 13 anni si sblocca uno dei cantieri più attesi. Lo scorso mercoledì è stata pubblicata la graduatoria delle ditte che hanno partecipato alla gara d’appalto. La Cobar di Altamura è l’aggiudicataria in via provvisoria. La procedura prevedeva un importo complessivo a base d’asta di oltre 25 milioni. Avevano partecipato 14 ditte. Lavori che dovrebbero durare 5 anni e che saranno divisi in due stralci funzionali. Per quel che riguarda le risorse oltre 18 milioni arrivano dal Cipe, altri 18 e mezzo sono previsti con l’inserimento dell’intervento nel piano sviluppo e coesione del ministero della cultura.

Entro la fine dell’anno dunque ci sarà la stipula del contratto e nei primi mesi del nuovo anno la consegna dei lavori con apertura del cantiere. Federica Zalabra, segretario regionale, si è detta molto soddisfatta dal risultato. A guidare i lavori saranno l’architetto Valerio Tesi, soprintendente per le province di Pisa e Livorno che sarà il Rup e l’architetto Augusto Cicciotti, responsabile del segretariato e direttore dei lavori.

Innanzitutto sarà realizzata una copertura per la cattedrale le cui condizioni sono addirittura peggiorate a causa delle intemperie. Per il Duomo c’è già un progetto esecutivo approvato dalla Soprintendenza a giugno scorso. La storia del Duomo è stata controversa e fatta di lungaggini burocratiche. La cattedrale peraltro è stata oggetto della visita di Papa Francesco lo scorso 28 agosto per la Perdonanza Celestiniana. Il Papa, accompagnato dal cardinale Petrocchi, aveva visitato il Duomo e aveva chiesto una “attenzione particolare” per le chiese nell’ambito della ricostruzione dell’Aquila colpita dal terremoto. “Nell’opera di ricostruzione – aveva detto – le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza”. Dal punto di vista dei lavori quelli del primo stralcio riguarderanno la zona presbiteriale interessata dal crollo della copertura mentre il secondo stralcio interesserà la restante aula del duomo. La storia della mancata ricostruzione del duomo è stata caratterizzata anche da qualche polemica negli anni. Le condizioni di ciò che rimane della struttura infatti sono peggiorate a causa delle condizioni climatiche avverse all’aquila negli anni essendo praticamente una parte senza copertura.

All’interno erano cresciute anche delle piante. Tra le cause del ritardo il fatto che il Duomo era stato inserito nel lotto dell’intero complesso, compreso l’arcivescovado che invece è stato ristrutturato, assegnato con le regole della ricostruzione privata cioè in deroga all’appalto privato, poi stralciato per essere ricompreso tra gli appalti pubblici.