L’Aquila, la politica anima la città dopo le elezioni amministrative

La politica infiamma L’Aquila dopo il voto alle elezioni amministrative che hanno riconfermato il sindaco Pierluigi Biondi

Due le questioni. La prima, la formazione della nuova  giunta comunale. La seconda invece è tutta interna al Pd con un continuo di assemblee e le dimissioni, come primo atto, della segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista. La giunta: il sindaco incontrerà tutti i rappresentanti dei partiti e delle liste che lo hanno sostenuto per ripartire gli assessorati e poi, singolarmente, incontrerà partiti e movimenti per riempire le caselle con i nomi. 15 giorni per formare la squadra di governo. La presidenza del consiglio comunale potrebbe vedere la riconferma di Roberto Tinari di Forza Italia ma l’alternativa potrebbe essere Vito Colonna di Fratelli d’Italia. Il vice sindaco potrebbe andare alla Lega, non si esclude ad una donna Laura Cucchiarella, la più votata, oppure ad uno dei due eletti, gli ex assessori Fabrizio Taranta e Daniele Ferella.

Potrebbe rientrare in giunta l’ex assessore al turismo Fabrizia Aquilio non rieletta. In giunta dovrebbero entrare un minimo di 4 donne. A Fratelli d’Italia tre assessorati: Raffaele Daniele, Vito Colonna se non dovesse avere la presidenza ed Ersilia Lancia. La lista di Santangelo L’Aquila Futura potrebbe proporre Laura Cococcetta o riportare dentro Luca Rocci, non entrato in consiglio. Daniele D’Angelo di L’Aquila al centro potrebbe restare semplicemente in consiglio e l’assessorato andrebbe al medico Stefano Flamini. Anche Fabio Frullo, sindacalista e nella lista del sindaco, potrebbe avere un posto in giunta. Il Pd intanto è alla resa dei conti e si susseguono le assemblee. Ora la base del partito e non solo i più giovani chiedono un rinnovamento.

La segretaria cittadina Emanuela Di Giovambattista ha rassegnato le proprie dimissioni parlando di errore fatto con la linea della doppia candidatura per allargare il fronte del consenso e portare Biondi al ballottaggio e la candidatura di Stefania Pezzopane, ha detto, non era evidentemente quella giusta. Anche il Pd é andato male perché rispetto a cinque anni ha dimezzato i voti.

Fatta la sua analisi la Di Giovambattista ha rimesso il mandato ricandidandosi però sulla base di una nuova piattaforma, di una nuova linea politica e programmatica. Sarà il voto assembleare a decidere se si proseguirà con lei o meno. Insomma è finito un ciclo e la linea è chiara. Dovranno emergere nuove figure con l’obiettivo dichiarato di ricostruire un campo largo progressista facendo una sintesi tra le forze di opposizione in consiglio comunale e provando a recuperare pure l’intesa con Americo Di Benedetto. A guidare però questo cambiamento, la Di Giovambattista è stata chiara, non potrà essere Stefania Pezzopane e a quanto pare la maggioranza del partito è d’accordo.