Il rosso delle società partecipate colora anche l’Abruzzo

corte dei conti

C’è chi lo definisce “sprofondo rosso”: è l’elenco delle uscite, spesso troppo superiori agli utili, delle società partecipate di sette regioni italiane, Abruzzo compreso. L’allarme è stato lanciato dalla Corte dei Conti.

Sette regioni italiane hanno società partecipate con perdite d’esercizio in larga misura superiori agli utili, al netto delle imposte. L’allarme lanciato dai magistrati contabili riguarda Abruzzo, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. I piani di razionalizzazione delle società partecipate, previsti dalla legge di Stabilità, sono stati presentati da oltre la metà degli enti di Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, mentre percentuali più basse si riscontrano nelle altre Regioni. Fortissimi gli squilibri registrati nei conti della Sicilia, a fronte di perdite per 117 milioni, gli utili ammontano appena a 36 milioni. La banca dati Siquel della corte dei Conti ha censito, fino al 19 giugno del 2015, 7.684 partecipate locali, di cui quasi 2mila (1.898) totalmente pubbliche (con uno o più enti partecipanti). Le partecipate attive ancora oggi sono 6.402 mentre le altre sono cessate o in liquidazione: tra queste 4.395 hanno presentato il bilancio 2013, ma appena il 35,72% offre servizi (forniture di acqua, energia, gestione dei rifiuti, trasporti e magazzinaggio, sanità e assistenza sociale) e rappresenta il 71,35% del valore della produzione. Il resto (64,28%), invece, opera nelle “attività strumentali” che vanno dalla pesca alle assicurazioni fino alle “altre attività di servizi”, che da sole rappresentano quasi il 20% (circa il 6% del valore). Nelle società partecipate analizzate, i magistrati contabili hanno rilevato “la netta prevalenza degli affidamenti in house, mentre le gare con impresa terza risultano essere soltanto 90, su un totale di 26.324 rapporti tra enti e organismi, e gli affidamenti a società mista, con gara a doppio oggetto, 366″. Appena il 17,55% dei Comuni ( e cioè 1.414 su 8.057) “non risulta in possesso di partecipazioni in società/organismi”.