Torino di Sangro: lavoratore edile morto, dolore e rabbia della Fillea e della Cgil di Chieti

Nel pomeriggio di mercoledì 18 febbraio, si è consumata l’ennesima tragedia del lavoro. Antonio Fabiano,  che stava lavorando per un’azienda del settore edile del proprio paese, è morto poco prima delle 16, dopo essere stato colpito dal braccio di un’autobetoniera

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo stava lavorando a terra, quando è stato travolto dal braccio dell’autobetoniera. La ditta stava effettuando lavori all’interno del complesso turistico in contrada Lago Dragoni. Si tratta dell’ennesima morte sul lavoro: una catena infinita di vite spezzate. Una mattanza che ha delle cause e delle responsabilità. Perché nel nostro paese non si investe sulla cultura della sicurezza, i controlli sono ridotti al lumicino, la catena infinita di appalti e sub-appalti de-resposabilizza il committente.

“Dobbiamo smettere con la retorica della tragica fatalità, perché le responsabilità della politica – incapace di intervenire con serietà per arrestare questa scia di sangue – sono evidenti. Solo prevenendo, creando cultura della sicurezza e aumentando i controlli e quindi le risorse economiche dedicate, si può combattere realmente questa piaga, che sino ad oggi invece è stata – nei fatti – non solo consentita ma anche incentivata da scelte politiche che guardano solo al profitto anziché alla tutela della vita dei lavoratori.

In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia e a tutte le persone che erano più vicine al lavoratore. La Fillea e la Cgil di Chieti mette a disposizione della famiglia tutti i servizi di assistenza e tutela di cui dispone il sindacato”.