Tifo? No, semmai maleducazione

Tifo? No, semmai maleducazione: i gesti volgari dell’editore di Super j e vicepresidente della Torrese, sono chiari, non c’è bisogno di interpretarli. Arriva la censura dell’Unione Stampa Sportiva Italiana.

Questione di stile? Anche, ma sarebbe il meno. Questione di galateo? Certo, ma non tutti hanno la fortuna di avere il patrimonio prezioso della buona educazione. Questione di fair play? Lo sarebbe, se qualcuno gli assegnasse l’importanza che merita. E, invece: oltre al calpestio del diritto televisivo, ad uscire acciaccati da cotanta protervia sono state tutte le virtù sopraelencate e pure molto altro. Il rispetto per il lavoro, in campo e fuori dal campo; il rispetto dello spettatore, che preferirebbe avere l’immagine televisiva sgombra da corna e dito medio; il rispetto dello sport, già ciancicato da vicende che  spesso ne tradiscono lo spirito e gli obiettivi più nobili; il rispetto, soprattutto, per chi – siamo nel campionato di eccellenza – scende in campo per pura passione e suda quasi gratis – sottraendo tempo alla famiglia, agli affetti, al lavoro – perché lontano da quel pallone proprio non ci sa stare.

Tifo? No, semmai maleducazione: i gesti volgari del signor Filippo Di Antonio, editore di Super j e vicepresidente della Torrese, sono chiari, non c’è bisogno di interpretarli.

Sistemata la sua troupe, quella di Super j, nella postazione assegnata per le riprese della partita, l’editore-vicepresidente è andato a piazzarsi, in piedi, proprio davanti alla telecamera della troupe di Laqtv, che segue il campionato di eccellenza in sinergia con Rete8, ostacolando visibilmente il lavoro dell’operatore. Il signore in questione non è il matto del villaggio, né un alzatore abituale  di gomito, ma il vicepresidente di una delle squadre in campo, nonché l’editore televisivo che ha partecipato, come Rete8, al bando emanato dalla Lega nazionale dilettanti per i diritti di esclusiva del campionato di eccellenza. Ora, se il non avere digerito l’esito finale è un problema suo, il modo in cui lo ha manifestato potrebbe essere un problema di tutti, anche della democrazia, e magari potrebbe finire sotto la lente dell’ordine dei giornalisti.

LA NOTA DI CENSURA DELL’USSI ABRUZZO

L’Ussi Abruzzo censura fortemente quanto avvenuto domenica scorsa sul campo Castrum di Giulianova, dove un signore in tribuna, con atteggiamento chiaramente ostruzionistico se non provocatorio, ha di fatto impedito di lavorare a una troupe TV, incaricata di confezionare il servizio sull’incontro Torrese-Casalbordino, del campionato di Eccellenza. Episodio ancora più grave se l’autore del gesto risultasse effettivamente tesserato Figc, in quanto dirigente di società. L’Ussi, nel ribadire la propria ferma posizione a difesa della libertà di stampa nella sua più estesa
interpretazione, sollecita quindi il Comitato regionale e la stessa LND a richiamare tutte le società affiliate e tutti i tesserati ad adoperarsi al massimo per garantire agibilità e sicurezza agli operatori dell’informazione impegnati settimanalmente sugli impianti. Raccomandazione ancora più stringente laddove si ritiene di esercitare la facoltà di commercializzare i diritti televisivi degli incontri.