Roseto, 13 enne autistico resta senza assistenza

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L’Abruzzo non ha strutture residenziali per persone con autismo e se le famiglie non riescono a seguire adeguatamente i loro congiunti la scelta obbligata è trasferirli lontano da casa.

E’ la drammatica soluzione, anzi l’unica, che si prospetta per un tredicenne della provincia di Teramo. Vive con il padre settantenne che fino a pochi giorni fa assisteva anche la moglie, stroncata da un tumore a luglio. A raccontare la storia è l’associazione ‘Autismo Abruzzo Onlus’ che lamenta come la Asl di Teramo non voglia concedere al ragazzo l’autorizzazione ad accedere a un adeguato servizio residenziale a Rimini, nonostante il padre, cardiopatico, da tempo lo abbia richiesto poiché non è più in grado di assicurare assistenza al figlio che ogni giorno deve raggiungere Teramo per terapie riabilitative in un centro diurno dalle 15 alle 18.

“Da anni raccontiamo di persone destinate presso strutture residenziali fuori regione – spiega Dario Verzulli, presidente dell’associazione – alimentando così la mobilità passiva che esporta risorse e persone fuori regione. I servizi residenziali in Abruzzo sono da avviare con estrema urgenza. Forse con risparmio di risorse e generando lavoro sul territorio. Invece, sempre più spesso, ai diritti sanciti da Costituzione e leggi vigenti si antepone una mera valutazione economica, una valutazione fredda che non tiene conto della sofferenza delle famiglie”. In questo caso, per di più, la struttura residenziale di Rimini ‘Una Luce sul mare’ è disposta ad accogliere il tredicenne con l’autorizzazione del rapporto 1 a 1, assistenza dedicata e specializzata dovuta all’autismo e alla tenera età. “La Asl di Teramo – precisa Verzulli – non ritiene opportuno tale servizio insistendo per un inserimento ‘più economico’. Nel frattempo padre e figlio vagano e soffrono, appesi a una fredda decisione presa sulla base di numeri, senza valutare i diritti delle persone”.