Pescara: al Museo delle Genti d’Abruzzo la quinta generazione dei Cascella

“Riannodiamo i fili” è la mostra che fa tornare a Pescara la quinta generazione degli artisti che più di ogni altro l’hanno rappresentata, con la loro capacità e il loro ingegno. Susanna e Tommaso Cascella portano le loro opere al Museo delle Genti d’Abruzzo

 

I fili dell’arte, i fili del cuore, i fili della storia. Riannodati in un percorso che parte dalla materia e alla materia arriva, assecondando il cambiamento dei tempi. Una grande rassegna che non coinvolgerà soltanto lo spazio arte, ma l’intera struttura. Arazzi, ceramiche, disegni dialogheranno con le sale che raccontano la storia popolare d’Abruzzo: è il percorso della Bottega Cascella che torna, attualizzato, a prendere vita nella città dove tutto è cominciato.

L’inaugurazione domani, sabato 26 febbraio alle ore 18, con a seguire una cena di gala, nella sala Favetta: “Alla quale saranno presenti gli artisti – sottolinea il presidente Emilio Della Cagna – che, donando una loro opera ai partecipanti, sosterranno i progetti della Fondazione Genti d’Abruzzo. Un’iniziativa che vuole rinsaldare, proprio nel nome dei Cascella, il legame storico dei musei civici con Pescara. E’ il primo grande evento di quest’anno, che segnerà la ripresa complessiva dell’attività della Fondazione dopo l’emergenza sanitaria, e il rilancio dell’immagine culturale della città, anche in vista della stagione turistica”.

 

“I fratelli, Tommaso e Susanna Cascella, oltre ad essere artisti di talento con personalità forti e distinguibili, sono la prova vivente della loro unicità, in quanto esponenti di una dinastia più che centenaria di artisti provenienti dalla stessa famiglia. – scrive il curatore della mostra Mariano Cipollini – Da ben cinque generazioni, riescono a mantenere vivo il concetto quattrocentesco di bottega d’arte conservando, al suo interno, sia i valori fondanti della tradizione che le trasformazioni interpretative: valori ed interpretazioni che hanno contrassegnato l’attività di tutti i suoi componenti, imponendoli all’attenzione nazionale ed internazionale.”.

“Il bagaglio creativo di entrambi, riscontrabile nei lavori accostati a quelli permanenti, oltre a mettere in luce i diversi campi di ricerca, contribuisce in maniera efficace e innovativa a una lettura più significativa di tutto l’insieme. – prosegue Cipollini – Le geniali intuizioni di Tommaso, nel presentare una serie di tracciati grafici insieme a manufatti di materiali differenti, ci restituiscono lo stretto contatto tra il segno e la materia nella sua primordiale essenza narrativa e rituale. L’oggetto d’arte assume valore univoco. Il gesto estemporaneo, legato alla sua creazione, quasi divinatorio, ha valore sociale. Lavori che fanno da contraltare a quelli di Susanna dove progettazione, disegno, tessuto e colore, recuperano la memoria del manufatto eleggendolo testimone delle esigenze umane del creare. Oggetti in vetro, ceramica, tessuto, disegni preparatori, narrazioni grafiche di ampie dimensioni, raccolgono antiche eredità colloquiali per diventare oggetti di culto”.
Susanna è la prima donna, nella famiglia Cascella, ad essere protagonista nel mondo dell’arte “Da trent’anni lavoro con i tessuti che uso come tele – racconta – e in questo lavorare il tatto è importante come la vista. Esporre a Pescara è portare me stessa nei luoghi dove la prima generazione dei Cascella ha iniziato a lavorare con la materia realizzando oggetti di uso quotidiano”.

Il fratello Tommaso pittore e scultore porta a Pescara i suoi colori: “Manufatti che si fondono con il percorso tracciato dalle sale del ‘Genti’ e che richiamano le opere custodite, poco distante, nel museo nato dove la Basilio Cascella aprì il suo stabilimento litografico d’illustrazione”.

“Questa mostra – sottolinea la direttrice della Fondazione Genti d’Abruzzo, Letizia Lizza – raccoglie in un’unica cornice due strutture culturali che rappresentano il cuore della città di Pescara, perché ne rappresentano la storia più autentica quella che trae origine da gesti ed oggetti che raccontano e ricordano frammenti di vita quotidiana”.

La mostra resterà aperta fino al 18 aprile.

Barbara Orsini: