Pesca: la crisi coinvolge anche tavole e tasche

Ieri la manifestazione svoltasi a Roma, protesta che non ha sortito gli effetti desiderati. Il prezzo del gasolio rimane altissimo. La marineria è ferma dallo scorso 22 maggio. Tutto ciò si ripercuote sull’intera filiera. Sulle tavole dei ristoranti niente pesce fresco. Pesce che arriva da fuori e costa molto di più. Situazione insostenibile

Per Riccardo Padovano, Presidente Confcommercio Pescara: “Servono provvedimenti urgenti. Il prezzo alle stelle del gasolio ha messo in crisi un settore importante della nostra filiera, quello della ristorazione. Il pesce viene dalla Croazia, è fresco ma costa tantissimo. Se fino allo scorso una frittura al tavolo costava 8/9 euro, oggi ci vogliono 12/13 euro. E tra circa 45 giorni si riparlerà del fermo biologico. In questo paese ci dobbiamo mettere d’accordo. Veniamo già da due anni di dura pandemia, superati dignitosamente. Si vede che c’è una ripresa. C’è voglia di andare al mare. I nostri lidi sono pieni, ma se i prezzi sono questi, diventa tutto più complicato”.

“Al Presidente Draghi consiglio di uscire dal palazzo ovattato, di gioielli e oro e di ascoltare le persone. Tutto parte dalla speculazione energetica. Non l’ho detto io ma il ministro Cingolani un mese e mezzo fa. Poi, non l’hanno intervistato più. Molto probabilmente gli hanno messo il tappo. Non c’entra niente l’Ucraina, non c’entra niente la pandemia. Vorrei capire per quale motivo le accise sono così alte. Stanno ammazzando i lavoratori“.