Ortona: evacuate altre 16 famiglie dalle palazzine Ater

Dopo il rischio a Fontegrande, dove una palazzina Ater ha corso il pericolo di crollare, nella notte del 6 ottobre, a causa dei cedimenti strutturali di due pilastri, il sindaco di Ortona Leo Castiglione ha firmato l’ordinanza di sgombero delle palazzine n.23 e n.25 di via 28 Dicembre.

L’atto si è reso necessario dopo la richiesta dell’Ater, su una relazione tecnica di esperti che evidenzia la necessità di fare ulteriori approfondimenti su quelle strutture che altrimenti non possono essere definite sicure. Dalla relazione si evince come le due strutture fossero state già segnalate per “criticità strutturali” nel 1984, oggi i tecnici dovranno capire se quelle criticità sono state successivamente sanate e se quindi oggi vi sia l’idoneità statica. L’Ater dovrà provvedere alla sistemazione temporanea degli inquilini dei due edifici. Intanto il presidente dell’Ater di Chieti, Antonio Tavani e tre tecnici, sono stati iscritti nel registro degli indagati come atto dovuto, dopo il sequestro della palazzina al civico 27 di piazza 28 dicembre, disposto dal sostituto procuratore Marika Ponziani.

Intanto continuano a soggiornare nell’agriturismo Marina, a spese del Comune, le 8 famiglie evacuate il 6 ottobre e oggi hanno avuto un incontro con il sindaco Leo Castiglione. Ognuna di esse ha lasciato un pezzo di cuore nelle abitazioni dove c’è chi vi ha vissuto per oltre 40 anni. Ora queste altre famiglie che, al momento, non si sa quando dovranno lasciare le abitazioni per permettere le verifiche e quando potranno rientrare se le condizioni lo permetteranno.

In seguito alla verifica e al sopralluogo dei tecnici incaricati dall’azienda di edilizia residenziale sulla palazzina interessata dal cedimento ma anche sugli edifici gemelli di via 28 dicembre, è stata fornita una relazione della Asdea srl. Nella stessa, si legge sul quotidiano Il Centro, viene sottolineato che

“le misurazioni effettuate, le calcolazioni preliminari e i documenti disponibili hanno evidenziato il grave stato di precarietà della palazzina numero 1. I movimenti osservati stanno peggiorando lo stato di danno e potrebbero portare al crollo dell’edificio che, per tali motivi, deve essere monitorato continuamente. Non è possibile affermare se le palazzine 2 e 3, gemelle della 1, siano sicure. I documenti ritrovati mostrano che alcuni pilastri della palazzina 2 erano già danneggiati nel 1984 e per questa ragione erano stati prescritti degli interventi urgenti di rinforzo. Purtroppo, dalla documentazione disponibile e dal sopralluogo effettuato, non è stato possibile confermare che gli interventi previsti per la messa in sicurezza siano stati effettuati correttamente”. Per questo motivo, “vista la rottura fragile e senza preavviso dei pilastri osservata la notte del 6 ottobre, ritiene necessario lo sgombero delle palazzine 2 e 3 (civico 23 e 25) al fine di effettuare gli approfondimenti aggiuntivi necessari per valutare se gli edifici siano idonei staticamente”. Sulla base di queste valutazioni il primo cittadino ha provveduto a firmare l’ordinanza che vieta l’utilizzo delle unità abitative e le relative aree di pertinenza esterna. Viene inoltre interdetto il passaggio pedonale e il tratto di strada di accesso agli edifici, indicato attraverso transennamento e idonea segnaletica da parte dell’Ater. Altre sedici famiglie sono così costrette a uscire dalle rispettive abitazioni. In un altro passaggio significativo delle due pagine con cui il sindaco Castiglione ha preso le necessarie decisioni a garanzia della sicurezza, viene infine ordinato “all’Ater di provvedere alla sistemazione degli inquilini delle palazzine”.

Intanto il presidente Ater Chieti, Antonio Tavani, in una nota ha sottolineato. “Stiamo facendo la nostra parte fin dalla notte del 6 ottobre, indirizzando le nostre azioni in tre direzioni”.

La prima: abbiamo “messo a terra” almeno tre soluzioni di monitoraggio per capire come e dove si sta muovendo la nostra palazzina, incaricando tecnici di comprovata e chiara fama per valutarne i dati. E abbiamo report costanti.

La seconda: abbiamo dato vita a lavori di immediata urgenza, che ci consentono in queste ore di consegnare al Comune di Ortona ben 8 appartamenti, ristrutturati e pronti, altresì arredati, da assegnare alle famiglie evacuate con la prima ordinanza di sgombero.

La terza: abbiamo istituito un tavolo di emergenza al quale abbiamo invitato a partecipare tutte le istituzioni interessate, a nostro giudizio, da questa emergenza; istituzioni che – ognuno per le proprie competenze – dovranno fare la propria parte, anche e soprattutto oggi verso le ulteriori 16 famiglie che sono destinatarie della nuova ordinanza di sgombero firmata dal Sindaco di Ortona.

“È evidente che nel frattempo si è abbattuta una corrispondenza inenarrabile di amministratori e responsabili di autogestioni, i quali improvvisamente evidentemente preoccupati, pretendono ad horas controlli e rassicurazioni sullo stato di salute dei fabbricati Ater. Per fare questo ci vogliono risorse, economiche e tecniche, che un ente in via di ristrutturazione finanziaria come il nostro necessariamente non può disporre nell’ordinario immediato. Chiediamo che Regione Abruzzo, Comune di Ortona e tutti i comuni interessati siedano a fianco a noi in un tavolo di responsabilità istituzionale dove insieme, anche grazie agli strumenti oggi disponibili quali il 110 Superbonus e il PNRR, si possa dare una risposta generale e definitiva a questa grande problematica di manutenzione straordinaria del patrimonio pubblico, che non può essere limitata solamente a quello di Ater Chieti. Sia questa l’occasione per fare scelte coraggiose e lungimiranti. Con il Direttore e la struttura tecnica domattina saremo in Piazza XXVIII Dicembre ad Ortona per incontrare i nostri inquilini e i due proprietari, delle palazzine 2 e 3”.