Nuova Pescara: Carlo Costantini “contento della pubblica presa di posizione di molti”

“Non posso che essere soddisfatto della pubblica presa di posizione di molti rappresentanti politici ed istituzionali, dal Senatore D’Alfonso al M5S, sulla necessità di tirare finalmente le somme sulla Nuova Pescara”. Così Carlo Costantini da molti ritenuto il papà del progetto di fusione

 

E di certo principale promotore del Si nel referendum di quasi 8 anni fa.

“Del resto i numeri snocciolati nei giorni scorsi dal Presidente di Confindustria Chieti-Pescara, Silvano Pagliuca, saranno evidentemente sembrati ancor più convincenti dei dati che già quasi 8 anni fa rendevamo noti noi del Comitato Promotore a favore della fusione, sulla formazione di una macro area urbana di circa 200.000 abitanti , caratterizzata da una dinamicità imprenditoriale sotto il profilo economico, tra le più importanti del centro sud, e che potesse ambire a cospicui finanziamenti dall’Unione Europea, oggi ancor di più alle irrinunciabili risorse del PNRR, per realizzare progetti di sviluppo reale del territorio. Senza nulla togliere – precisa Costantini – rispetto alle preoccupazioni di qualche singolo sindaco, alle peculiarità dei singoli territori, non certo alle ambizioni di qualche politico locale che teme per le sorti del suo piccolo “feudo”. Per questo, qualora dovesse perdurare l’immobilismo dei Consigli Comunali, anche io non esiterei un attimo a condividere l’appello al Presidente della Regione Marco Marsilio di nominare al più presto un commissario ad acta, per il bene dell’Abruzzo piuttosto che di qualche fronda interna alla sua maggioranza che continua a distoglierlo da questa importante e necessaria incombenza.”

“L’istituzione della “Nuova Pescara” – aggiunge Giulio Sottanelli, coordinatore regionale di Azione – rappresenta per noi, da sempre, una priorità. Non a caso siamo stati ben felici di accogliere tra le nostre fila il suo principale promotore,C arlo Costantini. Ma quello che a noi interessa non è tanto la singola fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore, ma piuttosto il modello di fusione tra vari territori, come opportunità di sviluppo concreto per le aree interne della nostra regione e di modernizzazione delle amministrazioni locali, caratterizzate da piccole Comunità, non solo montane, che rischiano un totale isolamento”.