Lanciano: presentato l’ultimo libro di Remo Rapino

Presentato a Lanciano l’ultimo romanzo di Remo Rapino, “Di nome faceva Arturo”. Lo scrittore abruzzese, intesse una storia d’amore per i libri

Con “Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” Remo Rapino ha vinto il Campiello nel 2020 e da allora non si è più fermato. Ogni sua nuova pubblicazione cattura i lettori per l’originalità delle storie e la particolarità dello stile narrativo.

Certo non sarà da meno questo ultimo libro, “Di nome faceva Arturo”, che narra le avventure di Arturo Sabatini, manovale di Casal del Campo, e del suo bizzarro gruppo di compagni di strada.

“Di nome faceva Arturo” è il terzo volume della collana di narrativa di Città Nuova diretta da Stefano Redaelli.

Un giorno, per puro caso, Arturo si imbatte in un libro; comincia a leggerlo prima con una certa fatica, poi si trova sempre più avviluppato da questa inattesa scoperta. A folgorare il manovale a giornata Arturo Sabatini è un altro Arturo, ma più celebre: “Aspetta primavera, Bandini” dello scrittore di origini abruzzesi John Fante. Il manovale Arturo, nella sua ingenuità, crede che il libro lo riguardi in qualche modo, vista l’omonimia con il protagonista. E in fondo è esattamente quello che accade, il libro lo riguarda eccome, perché gli apre le meravigliose porte della lettura.

Da qui inizia la nuova, grande visione firmata Remo Rapino e costruita attorno ai personaggi: lo stesso Arturo, poi una bibliotecaria miope, un filosofo di strada, un architetto anarchico, un vecchio rilegatore, un cane zoppo e altri. Insieme si mettono a coltivare l’inaspettato: il progetto di una biblioteca per sognatori stanchi e disillusi.

“Di nome faceva Arturo” è un libro sui libri, sulla bellezza e sulla speranza delle parole: la possibilità che, in qualche modo, possano cambiare il mondo.