Marinelli, Fina, D’Alfonso, Ranalli e i consiglieri comunali Pd su elezioni a Pescara: “Da Masci dichiarazioni irresponsabili, non vede realtà. Tutta la città deve tornare al voto, ne ha diritto. Con Costantini stiamo valutando tutte le opzioni sul tavolo”
E’ arrivata ieri sera l’accelerazione dell’azionista di maggioranza, il Partito Democratico, su Costantini e la sua coalizione, che nella sostanza apre le porta alla strategia del ricorso con la richiesta al Consiglio di Stato anche della sospensiva dell’ordinanza del Tar e dei conseguenti adempimenti elettorali per le sole 27 sezioni. Quello che i dem vogliono è un’estensione dell’attestazione delle irregolarità, con l’annullamento totale delle elezioni comunali del 2024.
Il testo della nota del Pd:
“Sono gravi e irresponsabili le dichiarazioni di queste ore del sindaco di Pescara Carlo Masci e denunciano l’assoluta incomprensione della gravità della situazione che è stata certificata dal Tar sulle elezioni che un anno fa lo hanno visto eletto al primo turno per soli 500 voti. Alla luce di quelle e delle tante irregolarità registrate in moltissime altre sezioni, pensiamo che la situazione sia talmente grave che la città tutta merita di tornare alle urne, perché il processo democratico è stato inquinato dalle evidenze che sono state certificate dal Tar”, così il segretario del PD Marinelli con i parlamentari Luciano D’Alfonso e Michele Fina, la segretaria provinciale del PD di Pescara Carmen Ranalli, insieme ai consiglieri comunali.
“In vista anche di ciò che potrebbe emergere da tutte le attività di verifica in corso sulle irregolarità riscontrate, noi pensiamo che si debba andare fino in fondo e che non solo 27 sezioni, ma tutta la città debba votare – asseriscono gli esponenti PD – per questo stiamo valutando insieme al candidato sindaco Carlo Costantini e insieme al resto della coalizione tutti gli strumenti utili per arrivare a tale scopo, compresa l’ipotesi di ricorrere al Consiglio di Stato. Siamo accanto a Costantini, candidato sindaco e a tutte le forze politiche e civiche che lo hanno sostenuto e lo sostengono, perché con il voto ci siano davvero elezioni in grado di scegliere la migliore guida per la città, in trasparenza e con il rispetto di tutti i protocolli e regole stabiliti dalla legge. Cosa che, stando alla sentenza emessa, a Pescara non è avvenuta, ma che è un diritto di tutti gli elettori e le elettrici pescaresi”.