Green pass: tutti in farmacia per farselo stampare ma…

Dopo la corsa ai vaccini ecco la corsa al Green pass nelle farmacie, dove grazie ad una intesa Ferderfarma-Governo è possibile stampare gratuitamente il certificato in assenza di iscrizione ad una delle piattaforme digitali (tramite Spid o App IO). Tutto bene in linea teorica, ma resta il fatto che non vi è un obbligo preciso da parte del farmacista di mettersi al pc e stampare il Green pass, quindi ci si affida al buon senso del farmacista.

 

La procedura per farsi stampare il certificato verde in farmacia è semplice. Tessera sanitaria alla mano ci si reca nel punto vendita e in pochi minuti si ottiene il rilascio cartaceo, o via mail, dell’agognato documento dal 6 agosto imprescindibile per tanta parte di vita sociale. Una vera e propria corsa partita dopo l’approvazione del decreto che ha reso obbligatorio il green pass per palestre e teatri, cinema e  manifestazioni sportive e culturali, per ristoranti e bar al chiuso. Sul sito del Governo è indicato che «il medico e il farmacista, accedendo con le proprie credenziali al Sistema Tessera Sanitaria, potranno recuperare la Certificazione verde COVID-19» di chi la richiede. Cosa serve? Il codice fiscale e i dati della Tessera Sanitaria, che si dovranno mostrare. La Certificazione verde COVID-19 verrà, quindi, consegnata in formato cartaceo o digitale. Ma questo può rappresentare un problema se le richieste sono tante. In alcune farmacie, gli operatori si lamentano del fatto che stampando continui green pass, si rischia di travisare il ruolo del farmacista. La voce di Federfarma Pescara nelle parole del presidente Fabrizio Zenobii.

“La richiesta è indubbiamente aumentata – dichiara Zenobii -, ma ci è stato chiesto di dare una mano a questo tipo di bisogno, soprattutto verso coloro che hanno meno dimestichezza con l’informatica. In questo momento ritengo che sia fondamentale dare una mano al Paese e a chi ha bisogno, anche se mi rendo conto dell’impegno e del dispendio di tempo. Semmai – conclude Zenobii – quello che spiace è vedere che lo stesso aiuto è stato chiesto ai medici di base, ma spesso sono proprio loro che mandano da noi i loro assistiti”.