Giorno della Memoria, l’Abruzzo non dimentica

La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Le iniziative della Polizia di Stato.

E’ consuetudine che in tale ricorrenza si svolga la cerimonia di consegna delle “Medaglie d’Onore” conferite con decreto del Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti, come previsto dalla legge 27 dicembre 2006, n.296, articolo 1, commi 1271-1276.

Anche quest’anno, in considerazione del permanere dell’emergenza epidemiologica, la cerimonia commemorativa si terrà nel rigoroso rispetto delle misure di contenimento e di controllo previste dalla normativa anti Covid e avrà carattere prettamente ristretto.

Il Prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, oggi giovedì 27 gennaio 2022, alle ore 10.00, presso i saloni di rappresentanza del Palazzo del Governo, consegnerà alla presenza dei Sindaci dei comuni di residenza, dei vertici delle Forze di Polizia e del Comandante Esercito Sez. Stac. Autonoma di Pe, le “Medaglie d’Onore” ai familiari dei tre insigniti, già residenti nella provincia di Pescara.

I riconoscimenti alla Memoria sono stati concessi con decreti del Presidente della Repubblica del 15 dicembre 2020 e del 23 novembre 2021, in favore di:

  • AMPOLO RELLA Romano, nato a Gallipoli (Lecce) il 1 gennaio 1920;
  • DI MECO Leonello, nato a Città Sant’Angelo (Pescara) il 16 gennaio 1910;
  • MACCARONE Antonio, nato a Pianella (Pescara) il 27 marzo 1912.

Il 27 gennaio e le iniziative della Polizia di Stato

Mentre una grande foto di una pietra d’inciampo ad aprire le pagine dei profili ufficiali su Facebook, Instagram e Twitter: è l’iniziativa della Polizia in occasione del Giorno della Memoria, per ricordare le vittime dell’Olocausto e rinforzare il valore del ricordo affinché non si ripetano mai più i crimini compiuti dal nazifascismo. La foto rimarrà in apertura dei profili per tutta la settimana a testimoniare, sottolinea il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, “il forte legame che fa anni lega la Polizia alla comunità ebraica”. Sui profili ufficiali, inoltre, ogni giorno saranno presenti
anche dei post su quanto accadde e in ricordo dei poliziotti che sacrificarono la loro vita per salvare quelle di migliaia di ebrei. Per riflettere sulle origini delle teorie naziste, dice ancora la Polizia, un post riporta l’attenzione sulla più grande fake news della storia, cioè la leggenda della cospirazione ebraica mondiale, usata da Hitler come base ideologica del nazismo e come motivazione per lo sterminio degli ebrei.

Il 27 gennaio e il corto circuito di memoria pubblica. Il cambiamento deve partire dalla scuola

Sono passati quattro mesi dall’atto di squadrismo fascista che si è riversato contro la sede della CGIL Nazionale a Roma. Erano i primi di ottobre.  La giornata della memoria che ricorre ogni 27 gennaio, dalla sua istituzione, più di 20 anni fa, dà l’occasione per riflettere su tutto questo. Sulla memoria che, a quanto pare, sembra vacillare sempre di più.

La Giornata della Memoria si celebra nelle scuole ormai dal 2001. Se ne parla dalla scuola primaria all’ultimo anno della secondaria di secondo grado. Eppure ci sono tanti segnali preoccupanti di intolleranza e di violenza squadrista.

Oggi è bene chiedersi: cosa significa essere antifascisti? È chiaro che l’antifascismo non può essere più quello del ‘45. Bisogna tradurlo nei problemi attuali della società. Durante il periodo del fascismo le leggi razziali del ‘38 hanno portato a correnti migratorie pesanti e forzate, non solo di ebrei, in tutta Europa. Si determinò una situazione di profughi che partirono senza nulla e nel momento in cui entrarono negli altri paesi hanno ricevuto forme diverse di accoglienza. In Italia gli ebrei furono trattati come bestie. Spiegare un antifascismo oggi potrebbe essere prendere l’esempio dei rifugiati che arrivano da noi e chiedono asilo.

Negli anni si sono date risposte dove l’antifascismo è stato ai margini. Antifascismo è rispetto di diritti, di libertà, capacità di accoglienza, tutto quello è scritto nella nostra Costituzione. Come insegnanti, come lavoratori dei settori della conoscenza, ci interroghiamo su quali sono gli strumenti per far agire veramente i valori dell’antifascismo

In questa giornata in molte scuole si espongono i fatti agli studenti, si  contestualizzano, non giocando sull’emotività che magari fa scendere una lacrima e il giorno dopo ci si è già dimenticati tutto. Non serve dire “mai più Auschwitz”, quando altri genocidi sono stati commessi dopo, quando si respingono indietro i profughi e mandandoli  a morire senza battere ciglio. Non basta dire “mai più”, ma  serve spiegare  agli studenti e alle studentesse cos’è il nemico, qual è il suo ruolo nelle guerre, aiutandoli a capire perché ad esempio gli ebrei furono presi come capro espiatorio. Insegnando cos’è stato il 25 aprile e quindi  come si è arrivati alla nostra Costituzione.

Occorre, dunque, evitare  un  corto circuito di memoria, di memoria pubblica. Così queste date, spiegate e non banalizzate, saranno rese vive. Occorre parlare di Costituzione, di diritti e doveri. Tornare a parlare di antifascismo, chiedendosi in prima persona, noi, cosa possiamo fare per essere antifascisti ogni giorno. E le nostre parole non saranno sprecate. Un lavoro che vede la scuola in prima fila.

Giornata della memoria: l’Abruzzo non dimentica, oggi un evento che coinvolge studenti e istituzioni

“Ricordo Storia Futuro” è il titolo dell’evento, organizzato dalla Regione Abruzzo, con il Comune dell’Aquila, in occasione della Giornata della Memoria, per commemorare le vittime della Shoah ed offrire un momento di riflessione e approfondimento storico-culturale agli studenti abruzzesi. Si tiene all’Auditorium del Parco, all’Aquila, con inizio ore 10.  Dopo i saluti istituzionali del Presidente Marco Marsilio, del sindaco Pierluigi Biondi, dell’assessore regionale all’istruzione Pietro Quaresimale e della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Tozza, interverranno Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma e Alberto Di Castro, della Fondazione beni culturali ebraici in Italia.

Un evento che coinvolge le scuole abruzzesi per approfondire la conoscenza delle tematiche che riconducono al fenomeno della Shoah, per non dimenticare le atrocità del passato ed educare al rispetto della diversità e della dignità di ogni individuo, contro ogni forma di violenza e di discriminazione. L’associazione culturale “Ricordo” dell’Aquila porterà sul palco letture e interpretazioni tratte da opere riguardanti il tema della Memoria con gli attori Roberto Ianni, Luca Centi, Luca Serani e Giuseppe Tomei. L’accompagnamento musicale sarà della violoncellista Flavia Massimo. L’evento sarà aperto dalla lettura del brano ‘Auschwitz’ di Guccini da parte di una giovanissima attrice e studentessa aquilana, Mariafrancesca Tomassetti. L’evento sarà trasmesso in streaming, sui canali Youtube “Regione Abruzzo Web tv” e “Web tv del Comune dell’Aquila”.  E’ consentito l’accesso agli organi d’informazione nel rispetto della normativa anti-Covid.

SHOAH, UNARMA: IL SACRIFICIO DEI CARABINIERI E IL VALORE PREZIOSO DELLA MEMORIA

“La storia di un Paese è fatta dalle storie di ciascuno di noi, nessuna esclusa. Ed è per questo che di tutte va conservata la memoria, perché la memoria siamo tutti noi compresa, tra gli episodi meno conosciuti legati sempre alla Resistenza, quella relativa alla deportazione subita da circa 2mila carabinieri romani tra il 6 e il 7 ottobre del 1943, episodio di fatto legato indirettamente al famoso e tragico rastrellamento di un migliaio di ebrei del ghetto di Roma il 16 ottobre. Evento da noi Carabinieri ricordato con lo stesso valore del sacrificio di Salvo D’Acquisto, il vicebrigadiere che si sacrificò volontariamente pochi giorni prima per salvare un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste”, lo scrive in una nota Antonio Nicolosi, Segretario Generale del Sindacato dei Carabinieri Unarma, in occasione della giornata della memoria. “L’ Arma si era sempre dichiarata non disponibile a prendere parte alle esecuzioni capitali e non aveva giurato fedeltà al regime di Salò. Ragion per cui Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma, aveva già messo nel mirino i carabinieri, ritendendoli inaffidabili per l’alleanza tedesca e considerandoli un possibile ostacolo al rastrellamento del ghetto che sarebbe avvenuto appunto di lì a poco. Non c’è umanità senza libertà -incalza Nicolosi-  e non c’è libertà senza rispetto per ogni persona. La democrazia, la tolleranza, l’uguaglianza, che non è egualitarismo, sono valori da salvaguardare e trasmettere ai giovani” precisa. “Ecco perchè dobbiamo coltivare e rinnovare il ricordo, far conoscere la storia, coinvolgere le nuove generazioni tramandando fatti e circostanze che portarono alla più grande tragedia del Novecento. Senza memoria -conclude Nicolosi- l’umanità è condannata a ripetere gli errori e gli orrori della storia. Ma la memoria non accompagnata dall’impegno quotidiano contro tutte le forme di antisemitismo e intolleranza rischia di essere un monumento fragile”.

RIFONDAZIONE COMUNISTA PARTECIPA ANCHE A TERAMO AL “GIORNO DELLA MEMORIA”. IL 27 GENNAIO 1945 LE TRUPPE SOVIETICHE DELL’ARMATA ROSSA LIBERARONO AUSCHWITZ.

La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea partecipa alla celebrazione del “Giorno della Memoria”, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia e liberarono gli ultimi prigionieri sopravvissuti allo sterminio nazista di Hitler. Più di 1 milione di persone morirono dal 1940 al 1945, solo in quel lager. L’Unione Sovietica, con i suoi 25 milioni di morti, è stata la principale artefice della sconfitta militare e politica del nazismo.

Vogliamo ricordare i tanti luoghi di internamento e concentramento presenti anche in Provincia di Teramo, dove furono detenuti e in molti casi anche torturati centinaia di cittadini: ebrei, zingari, cinesi, slavi, omosessuali, disabili, comunisti jugoslavi e italiani, ed altri oppositori politici, nonché militari disertori dopo l’8 settembre 1943. Tra i vari campi di prigionia presenti nel nostro territorio rammentiamo quello di Teramo situato presso l’ex Caserma Mezzacapo nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie, quello di Isola del Gran Sasso collocato all’interno del Santuario di San Gabriele requisito dalle autorità fasciste ai Padri Passionisti, quello all’interno della Fortezza di Civitella del Tronto, la Badia Celestina di Corropoli, i campi di Nereto, Notaresco, Tortoreto Stazione (Alba Adriatica), Tortoreto Alto e Tossicia.

Ricordare è decisivo per non ripetere, per capire come tutto sia potuto succedere nell’indifferenza e nel consenso dei più, per evitare che di nuovo oggi l’indifferenza permetta il riemergere del razzismo, della xenofobia, dell’odio e della ricerca dell’uomo della provvidenza. Gli uomini della provvidenza hanno fatto danni enormi nel secolo scorso, ricordarlo aiuta ad evitare che tornino a farne oggi. Ricordiamo l’assurdità delle “leggi razziali”, una serie di leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei che vennero promulgate dal fascismo a partire dal 1938 ricalcando le leggi razziali naziste di Hitler del 1935, realizzando una delle pagine più buie della storia.

Non un solo giorno ma ogni momento per ricordare coloro che sono stati uccisi dalla barbarie nazifascista. Perché ebrei, rom, asociali, omosessuali, disabili, malati mentali, disertori, comunisti ed altri dissidenti politici rischiavano di contaminare la purezza di un’inesistente “razza ariana”. Oggi come ieri c’è chi nega o sminuisce la shoah, c’è chi dimentica che l’anticomunismo fu col razzismo e l’antisemitismo il cuore della folle ideologia nazifascista. In nome di un revisionismo miserabile, si cerca di rivalutare anche pubblicamente quello che è stato e rimane il male assoluto. Non ci può essere alcuna assoluzione per chi scelse di stare dalla parte dei fascisti e dei nazisti. Cosi come non può esserci alcuna giustificazione verso l’uso della xenofobia e del razzismo come veicoli di raccolta di consenso: è necessario quindi rialzare la voce contro vecchi e nuovi fascismi, in nome di chi è morto, di chi ha disobbedito, di chi ha resistito. E non possiamo tralasciare i vergognosi tentativi di equiparazione tra comunismo e nazifascismo, perpetrati anche a livello istituzionale.

Rifondazione Comunista non dimentica il sacrificio dei deportati e di tutte le vittime del nazifascismo e continuerà ad onorarne la memoria per trasmettere il loro esempio alle nuove generazioni, per renderle consapevoli delle atroci vicende che hanno segnato il nostro passato, affinché restino scolpiti per sempre i valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo, la dignità dei popoli, la libertà e la pace, caratteri essenziali di ogni società democratica. E in quest’ottica va sostenuta con forza la richiesta, presentata al governo da un largo schieramento di forze sociali, culturali e politiche, di mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste, richiedendone quindi l’immediato scioglimento