Eutanasia, Mina Welby a Chieti: “La mia vita per le libertà”

Oggi al Piccolo Teatro dello Scalo di Chieti Mina Welby racconta la sua battaglia per l’eutanasia e la sua storia con Piergiorgio Welby

 

Oggi a Chieti, al Piccolo teatro dello Scalo, incontro con Mina Welby, protagonista di tante battaglie per l’eutanasia. L’appuntamento dal titolo “La mia vita per le libertà” ha affrontato la sua storia e l’amore con Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare e pioniere della battaglia sull’eutanasia, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, venuto a mancare nel 2006. L’incontro è stato moderato da Riccardo Varveri, coordinatore della campagna per la legge sul fine vita in Abruzzo.

“È un onore – commenta Varveri – avere Mina Welby in Abruzzo. La sua storia è un esempio di amore e libertà, due parole che si intrecciano in particolare nella sua storia con Piergiorgio. Questo evento è un bel momento di confronto e di arricchimento”.

In Abruzzo intanto procede la raccolta firme per la legge regionale sul suicidio medicalmente assistito. Mancano meno di 2000 firme, da raccogliere in un mese presso i tavolini allestiti in varie località (vedi inabruzzo.liberisubito.it)

Wilhelmine Schett (detta Mina Welby) è nata a San Candido (Bolzano) il 31 maggio 1937. Dopo anni di insegnamento a Merano, si è trasferita a Roma, dove ha sposato Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare. Dal 2003 è iscritta ai Radicali Italiani e all’associazione Luca Coscioni, di cui è co-presidente dal 2011. Dopo la morte del marito Piergiorgio ha proseguito il suo impegno e continua a testimoniare nei dibattiti pubblici l’importanza di temi come l’autodeterminazione della persona, le scelte di vita e fine vita, nonché la rilevanza di un’assistenza adeguata alla persona malata e la vita indipendente della persona con disabilità. Nel 2015, insieme a Marco Cappato e Gustavo Fraticelli, ha fondato l’associazione Sos Eutanasia, nata come monito alla politica e a sostegno delle persone che chiedono aiuto per terminare le loro sofferenze. Nel 2017, insieme a Marco Cappato, mette in atto una disobbedienza civile accompagnando in Svizzera Davide Trentini, affetto da sclerosi multipla, dove ottiene il suicidio assistito. A seguito di una autodenuncia, Marco Cappato e Mina Welby finiscono a processo dinanzi alla Corte d’assise di Massa con l’accusa di istigazione e aiuto al suicidio, punito dall’articolo 580 del Codice penale con una pena che va dai 5 ai 12 anni.

Il 27 luglio 2020 la Corte d’Assise di Massa assolve i due imputati perché il fatto non sussiste, per la parte relativa all’istigazione al suicidio, e perché il fatto non costituisce reato, ai sensi della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale per la parte dell’aiuto fornito a Trentini. Al ricorso del PM la Corte d’Appello di Genova assolve definitivamente Marco Cappato e Mina Welby . Dopo la pronuncia dei giudici, Mina Welby ha affermato di volere continuare la disobbedenza civile fino a quando il Parlamento non approverà una legge che tuteli e disciplini il fine vita in Italia. Mina Welby insieme al giornalista Pino Giannini ha pubblicato per Noubs 2010 il libro L’ultimo gesto d’amore, rieditato nel 2016 per Marotta&Cafiero, con prefazione di Emma Bonino e postfazione di Beppino Englaro.