Chieti: l’ex ministro Alemanno al convegno ‘Fermare la Guerra’, ma è polemica

L’ex ministro Alemanno a Chieti in occasione del convegno ‘Fermare la Guerra’ voluto dall’associazione Fondazione Cantiere Abruzzo Italia presieduta da Fabrizio Di Stefano. La nota del comitato referendario.

Il portavoce nazionale dell’omonimo comitato ha ribadito l’urgenza di non inviare più le armi in Ucraina. “La politica tutta sua di destra che di sinistra dice ancora sì alla guerra e i cittadini dicono No. Bisogna tirare fuori gli attributi nel senso che bisogna dimostrare che l’Italia e questo Governo difende realmente l’interesse del nostro popolo”.

LA NOTA DEL COMITATO REFERENDARIO “RIPUDIA LA GUERRA” – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Il sig. Alemanno non rappresenta e non fa parte del Comitato referendario “Ripudia la Guerra”. Il comitato “Ripudia la Guerra” nell’ambito della raccolta firme per il referendum, il 20 giugno stava, come quasi tutti i giorni, raccogliendo le firme lungo il Corso di Chieti ed è stato alquanto fortuito aver intercettato il suddetto convegno. Accoppiare la raccolta firme con il convegno di Alemanno non risponde in nessun modo a quella che è la realtà politica del comitato referendario che non ha nessun riferimento politico. Anzi ci preme sottolineare che, mentre il sig. Alemanno gira l’Italia proclamandosi contro la politica del Governo Meloni sulla questione ucraina, il suo partito, o ex (ma questo poco importa vista la convergenza ideologica) F.d.I. è “l’azionista di maggioranza” di questa compagine governativa e che la consorte del sig. Alemanno è, addirittura, sottosegretario alla Difesa nel Governo Meloni, inoltre, la stessa sig.ra Alemanno è stata nel precedente governo Draghi membro della 4° commissione permanente (difesa) e di conseguenza corresponsabile della sciagurata politica governativa di invio delle armi al governo nazifascista di Kiev. Pertanto, ci preme ribadire la nostra incompatibilità con il sig. Alemanno e con chi lo sostiene, e se lui e gli altri della sua associazione firmano per il nostro referendum è una loro scelta personale ma non di appartenenza ad un comitato che ha nei valori dell’antifascismo il carattere predominante.