Università Chieti Pescara, domani i test Professioni Sanitarie

All’Università d’Annunzio Chieti Pescara si svolgeranno domani le prove di accesso ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.

Il complesso lavoro di preparazione è stato coordinato dalla professoressa Patrizia Di Iorio, presidente della Scuola di Medicina e Scienza della Salute dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio Chieti Pescara. Per poter ospitare i 1.657 concorrenti nel pieno rispetto delle norme anti-COVID, la d’Annunzio utilizzerà 36 aule nel Campus di Chieti e 14 nella sede universitaria di Pescara, con circa 100 docenti coinvolti e 60 unità del personale tecnico-amministrativo impegnato nell’identificazione dei candidati.

Per la vigilanza esterna e il controllo degli accessi in Ateneo saranno impegnate circa 100 unità del personale della Cooperativa Biblos.
Questi i posti disponibili per l’anno accademico 2020-2021 nell’ambito dei sedici Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie:

Assistenza Sanitaria, 37 posti per cittadini italiani, comunitari e non comunitari più 3 per cittadini non comunitari residenti all’estero; Dietistica, 12 posti più 3; Fisioterapia, 47 posti più 5; Igiene Dentale, 10 posti più 3; Infermieristica, 248 posti più 2; Logopedia, 18 posti più 4; Ortottica e Assistenza Oftalmologica, 10 posti più 3; Ostetricia, 15 posti più 2; Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, 19 posti più 4; Tecniche di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, 20 posti più 3; Tecniche di Laboratorio Biomedico, 14 posti più 3; Tecniche di Radiologia Medica, per immagini e Radioterapia, 14 posti più 2; Terapia Occupazionale, 27 posti più 3 per non comunitari.

“Abbiamo concluso l’organizzazione necessaria per il test di ammissione di domani, che si svolgerà anche nella sede di Pescara, e siamo fiduciosi che la positiva esperienza del test di accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria e Protesi Dentaria del 3 settembre scorso ne possa garantire la buona riuscita – spiega la professoressa Patrizia Di Iorio, Presidente della Scuola di Medicina e Scienza della Salute della d’Annunzio -. Lo svolgimento della prova precedente ha dimostrato l’efficace collaborazione dell’intero gruppo di lavoro messo in campo dalla d’Annunzio. Ringrazio i colleghi e il personale dell’Ateneo che hanno consentito la piena riuscita della prova, grazie anche al prezioso lavoro svolto dalle unità della Cooperativa Biblos. Un particolare ringraziamento va, inoltre, a tutti gli addetti delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana che hanno garantito la partecipazione al test in piena sicurezza e tranquillità dei candidati e che saranno con noi anche per la prova di domani”.

 

Sono 77.205 i giovani che, in tutta Italia, proveranno i test di ammissione alle 22 professioni sanitarie (infermiere, fisioterapista, logopedista, dietologo, tecnico di radiologia ecc).
Sono in media il 2,6% in meno dello scorso anno, così come a tentare l’ammissione a medicina sono stati il 3% in meno del 2019, ma la riduzione non è un vero calo.

“In realtà a calare sono stati i diplomati della maturità, passati da circa da 520mila del 2019 a 463mila del 2020: ben 57 mila in meno in un solo anno, il -11 per cento” spiega Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza Nazionale Corsi Laurea Professioni Sanitarie, che da anni rileva i numeri di posti, domande, ammissioni e forza lavoro delle 22 professioni sanitarie.
Secondo i dati della Conferenza, delle 77.205 domande per il 2020 -2021, 25,192 sono per la professione di infermiere e infermiere pediatrico: il 33 per cento di tutte le domande.

“Un calo fisiologico dovuto al calo dei giovani che possono iscriversi alle università e quindi non preoccupante – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – ma con una particolarità: la nostra professione è in controtendenza e registra un aumento delle domande per i test del +7,5% per infermiere e del +4,6% per infermiere pediatrico”.

Merito del cosiddetto effetto Covid:

“I giovani, nella gravità della pandemia, si sono resi conto di cosa fanno e di chi sono gli infermieri – sottolinea Mangiacavalli – e nonostante sia ormai noto che la professione è sotto organici e sottopagata, si sono resi conto anche della preparazione clinica e umana e hanno scelto di essere vicini a chi soffre, hanno optato per quella prossimità con le persone che è la prima caratteristica della nostra professione.
Indubbiamente i posti a bando per infermiere, nonostante l’aumento nel 2020-2021, sono ancora troppo pochi per fare fronte alla carenza di almeno 53mila professionisti, soprattutto sul territorio, dove c’è più bisogno di assistenza e di vicinanza con gli assistiti, come COVID-19 ha dimostrato. La FNOPI ha avviato il confronto col ministero dell’Università e grazie all’intervento del ministro della Salute, con il decreto rilancio gli organici sono stati in parte integrati e si è lanciata la specializzazione dell’infermiere di famiglia e comunità, una figura essenziale per l’assistenza sul territorio. Abbiamo già dato la nostra disponibilità a Governo e Regioni per lavorare insieme per rendere il Servizio sanitario nazionale sempre più efficiente e forte. Le nuove assunzioni sono un passo importantissimo, che però può essere considerato un primo passo rispetto a un fabbisogno stimato dalla Federazione di almeno 21mila infermieri di famiglia e comunità.
Sicuramente molti giovani che hanno presentato la domanda per i test lo sanno e vogliono proprio questo: aiutare ed essere più vicini possibile a chi soffre. Auguri – conclude la presidente FNOPI – a tutti coloro i quali domani si impegneranno per entrare a far parte della nostra professione, con una certezza: sia la Federazione che i cittadini hanno sicuramente bisogno di voi”.