Chieti, anniversario della fondazione dell’Arma con il comandante della Legione generale Aceto

«Il tessuto socioeconomico abruzzese e molisano è tendenzialmente sano»: lo ha detto il generale Paolo Aceto, comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, in merito al rischio di infiltrazioni malavitose, durante il 208° anniversario della fondazione dell’arma dei carabinieri

Sono 32mila i reati perseguiti in un anno; i più preoccupanti quelli legati allo spaccio di stupefacenti e contro il patrimonio. Ricordato l’impegno dei carabinieri a supporto dell’emergenza sanitaria con medici e infermieri dell’Arma.

Ogni anno in Italia il 5 giugno si celebra l’anniversario della fondazione dell’arma dei Carabinieri, ricordando quel lontano 5 giugno del 1920, quando la bandiera dell’Arma fu insignita della prima medaglia d’oro al valor militare per la partecipazione dei Carabinieri alla prima guerra mondiale.

Nella caserma Rebeggiani di Chieti Scalo la Legione dei Carabinieri di Abruzzo e Molise anche quest’anno ha celebrato il 208° anniversario dell’Arma, nata il 13 luglio del 1814, quando, nell’ambito della riorganizzazione amministrativa del Regno di Sardegna dopo la parentesi napoleonica, Re Vittorio Emanuele I decide di costituire un corpo di militari scelti “per buona condotta e saviezza” al fine di assicurare la difesa dello Stato, la tutela della pubblica tranquillità e l’osservanza delle leggi.

È il 24 gennaio del 1861 che viene invece istituita l’Ottava legione dei Carabinieri di Chieti. Nel piazzale della caserma Rebeggiani, dove ha sede il Centro Nazionale Amministrativo dell’Arma, oltre alla parata dei vari corpi sono stati assegnati riconoscimenti ai militari che si sono distinti in operazioni particolari nell’ambito della loro attività di prossimità territoriale della tutela della legalità, che diventa funzione sociale, come ribadito anche nel suo intervento dal generale Aceto.

«Il legame con la forestale è molto importante», ha detto il generale, «ma direi che è fondamentale il legame con il territorio e l’ambiente in queste aree del Molise e dell’Abruzzo, che diventa una componente del contesto sociale. I riconoscimenti ai carabinieri in servizio sono solo una parte di quelli che abbiamo dato e che avrei voluto dare oggi. Il lavoro è quotidiano e intenso e molte volte non è facilmente quantificabile in numeri perché si esprime nel quotidiano. Durante la pandemia siamo stati attivi 18 mesi in concorso con altre forze armate. Quello di Abruzzo e Molise è stato l’unico caso in Italia in cui l’arma si è messa a disposizione per il sostegno sanitario, rendendosi disponibile per la comunità e intervenendo con medici e infermieri dell’arma, provenienti da tutta Italia per fornire questo supporto. Un anno di reati si può raccontare non solo con i numeri, 32.000 quelli perseguiti, ma con l’attività quotidiana, la presenza sul territorio, l’ascolto e la vicinanza alle popolazioni: è un’attività che difficilmente si può trasformare in numeri, ma che assorbe veramente l’anima dei carabinieri impegnati. Ormai in Italia nessun territorio può dirsi immune da rischi di infiltrazione della criminalità organizzata, ma la cosa che più ci rassicura è che il tessuto socio-economico abruzzese e molisano sia sano e che i rischi di infiltrazione sono al momento circoscritti.»