Celano: dopo gli arresti arriva il Commissario Prefettizio

Nominato dal Prefetto il Commissario a Celano dopo l’indagine che ha decapitato l’amministrazione comunale

A Celano, dopo l’inchiesta che ha portato in manette il sindaco Settimio Santilli, ai domiciliari, e il vice sindaco Filippo Piccone in carcere a Vasto con altre figure coinvolte, arriva il commissario prefettizio nominato dal Prefetto Torraco.

Sarà il dottor Giuseppe Canale a svolgere le funzioni del sindaco e della giunta per il periodo di sospensione degli amministratori.

Intanto anche oggi i Carabinieri del Nucleo Investigativo, così come avevano fatto ieri, hanno acquisito altri documenti del Comune.

I particolari di questa indagine sono moltissimi. 500 pagine di ordinanza fitte fitte.

L’inchiesta choc che ha decapitato il Comune di Celano vede 25 persone coinvolte in totale con reati diversi, dalla turbativa d’asta al falso in atto pubblico e molto altro, tanto da mettere in luce un sistema clientelare fatto di amicizie e favori con gli indagati che pilotavano secondo gli inquirenti appalti pubblici e di cui Piccone, secondo l’accusa, era il vertice.

Dalle pagine emerge proprio la figura apicale dell’ex senatore. Una inchiesta lunga e complessa che ha fatto emergere però tantissimi passaggi e particolari, iniziata nel 2018 grazie alle dichiarazioni del consigliere di opposizione del Pd Calvino Cotturone che aveva paventato irregolarità portate avanti dall’amministrazione, passata e attuale.

Tanto che nel 2018 sia a giugno che ad ottobre c’era stata l’acquisizione da parte dei Carabinieri dei primi documenti in Municipio e forse gli indagati avevano già capito di essere intercettati.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del
Comando provinciale dell’Aquila, diretti dal Maggiore Edoardo Commandè, hanno utilizzato intercettazioni appunto e anche filmati realizzati proprio nell’ufficio di Filippo Piccone in Comune dove era solito, si legge nell’ordinanza, ricevere imprenditori, tecnici comunali, cittadini in cerca di lavoro, insomma decideva lui chi far lavorare, anche nelle cooperative esterne al Comune e infatti nell’indagine c’è anche un lungo passaggio relativo a favori sessuali che una donna avrebbe dovuto fare a Piccone per avere benefici.

Piccone, ora in carcere a Vasto, aveva finora sempre schivato guai giudiziari e dopo le prime notizie uscite nel 2018 diceva: “fare del bene è reato?” accusando la stampa di gettare fango sull’amministrazione.

A distanza di due anni in carcere ci è finito, ovviamente con accuse tutte da dimostrare e con un giro di lavori del Comune (campi sportivi, scuole, rifacimento del centro) affidati ad imprenditori o professionisti considerati evidentemente amici secondo un sistema clientelare, questo viene descritto nell’ordinanza.

In tutto questo bailamme ci sarebbero state anche ritorsioni su un dipendente comunale che non era in linea con l’amministrazione.

Secondo gli indagati, erroneamente, era lui che faceva denunce ed esposti.

Un imprenditore Piccone che ha costruito la sua fortuna a Celano, passando da Palazzo Madama a Montecitorio e rinunciando poi ad incarichi politici più alti per occuparsi di Celano.

Per l’accusa lui muoveva i fili del Comune e anche in alcune intercettazioni si evince il suo ruolo quando spesso si fa riferimento a Piccone dicendo: “chiedi a Filippo”. Il segretario comunale lo definiva il padrone di Celano o l’imperatore. Ci sono anche altri nomi noti nell’inchiesta che sta facendo parlare e interrogare pure la politica.

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