Caro energia, l’allarme dei panificatori abruzzesi: “C’è il rischio che il pane artigianale possa sparire dalle tavole”

L’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia elettrica mette a serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione. Secondo Roberto D’Intino, presidente provinciale dell’associazione panificatori della Confcommercio Pescara, c’è il rischio che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole

“Abbiamo non più di sessanta giorni davanti” – afferma il presidente Provinciale dell’Assipan Confcommercio Pescara Roberto D’Intino. “Il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Di questo passo, le piccole e medie imprese scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.

Assipan/Confcommercio – l’Associazione panificatori aderente alla Confcommercio – riprende e amplifica il grido di allarme lanciato dall’Assipan nazionale, e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come Spagna e Portogallo.

“L’analisi dei bilanci delle imprese del settore della panificazione relativamente al periodo pre-crisi evidenziava un impatto dei costi riconducibili alle materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) pari mediamente al 5% circa del fatturato complessivo aziendale. La situazione attuale disegna uno scenario che configura un balzo eclatante delle stesse voci di costo, mediamente quadruplicate per gli operatori del settore della panificazione. Il quadro che ne consegue rischia di produrre effetti devastanti sul comparto, prevalentemente per coloro che si appoggiano su un numero di addetti più corposo”.

“Le prime stime prudenziali degli effetti della crisi sul settore della panificazione evidenziano che da qui alla metà del 2023, in assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione, che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro.

Assipan/Confcommercio ritiene pertanto “indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF. Inoltre, il contesto economico attuale richiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, cosi come avvenuto in piena emergenza pandemica. Senza questi interventi immediati il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole degli italiani”.