Caccia: terreni agricoli esclusi, azione del WWF in difesa di decine di ettari

Terreni agricoli esclusi alla caccia: primo risultato grazie all’azione promossa dal WWF Abruzzo. Una grande azienda agricola ha ottenuto il diritto di vietare l’attività venatoria nei propri terreni: diverse decine di ettari di tenuta saranno salvati dall’invasione delle doppiette.

Arriva il primo risultato della campagna messa in atto dal WWF Abruzzo per far valere il diritto dei cittadini a vietare la caccia sui propri terreni. Un’importante azienda agricola vedrà sottratti diverse decine di ettari all’attività venatoria con la sola perimetrazione tramite tabelle, esenti da tasse, a cura del proprietario o conduttore del fondo, le quali – citiamo alla lettera dalla legge 157/92 – delimitino in maniera chiara e visibile il perimetro dell’area interessata. “Un risultato epocale”, come lo definiscono i proprietari della tenuta.
Era stato proprio il WWF Abruzzo, dopo l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio della Regione, ad attivare un’importante campagna di informazione perché fosse riconosciuto il diritto dei proprietari a vietare la caccia sul proprio terreno. La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio prevede, infatti, la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia inviando, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Regione una istanza motivata.
Diversi cittadini, guidati dalle indicazioni fornite dall’Associazione, hanno presentato tale richiesta, stanchi di assistere impotenti al passaggio dei cacciatori fino a ridosso delle abitazioni, dovendo rinunciare spesso alla tranquillità di poter fruire dei propri terreni per vivere, lavorare o semplicemente passeggiare.
Dopo una non facile interlocuzione la Regione Abruzzo che, oltre a non pubblicizzare adeguatamente questa norma (come dovrebbe fare!), aveva creato un po’ di confusione rispondendo in modo fuorviante e con riferimenti normativi sbagliati alle prime richieste, ha finalmente consentito, per ora almeno a uno dei proprietari di interdire i terreni della propria azienda all’attività venatoria.
Fondamentale è stato il supporto legale dell’Avv. Michele Pezone, che affianca il WWF Abruzzo anche per altre vicende, il quale ha sostenuto le legittime ragioni dell’azienda in questione e di molti altri proprietari.
L’auspicio è che anche le altre pratiche ancora aperte possano vedere la stessa positiva conclusione.