Pescara: scritte no vax, due indagati appartenenti ai “Guerrieri ViVi”

Stencil e materiale no vax sequestrati dalla Polizia

La Polizia di Pescara ha sequestrato materiale appartenente a un 47enne e una 36enne, indagati per appartenenza al gruppo dei “Guerrieri ViVi”, autori dell’imbrattamento di scritte no vax su edifici pubblici

Nella mattinata di lunedì 15 aprile 2024 il personale della Digos della Questura di Pescara ha eseguito un decreto di perquisizione, emesso dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di due soggetti, residenti nel capoluogo adriatico, sottoposti a indagine, perché ritenuti appartenenti, insieme ad altri soggetti ancora ignoti, a un sodalizio criminale conosciuto sotto il nome di “Guerrieri ViVi”.

Rifacendosi all’ideologia no vax, il gruppo si è costituito a seguito dell’introduzione dell’obbligo vaccinale adottato durante il periodo pandemico e si è reso protagonista sull’intero territorio nazionale, anche quando l’emergenza sanitaria ha avuto termine, di plurimi danneggiamenti e imbrattamenti di scuole, sedi di partito, sindacati, redazioni di giornali, sedi comunali, ipermercati, uffici postali e ospedali, siglando le proprie azioni con il simbolo della doppia V inscritta in un cerchio e rivendicandole attraverso i canali social.

Propaggini di detto sodalizio hanno dato concretezza e attuazione al programma criminoso dei Guerrieri Vivi anche nella città di Pescara, con vari reati commessi dal gruppo sul territorio (tra questi l’imbrattamento della sede della Cgil pescarese in via Benedetto Croce, avvenuta il 3 novembre 2022) con la chiara strategia di diffondere il principio della disobbedienza alle leggi dello stato, con particolare riferimento alle campagne di profilassi vaccinale, obbligatorie durante il periodo pandemico.

Più recentemente, a gennaio di quest’anno, il gruppo ha colpito obiettivi simbolo come l’ospedale civile di Pescara e il Palazzo del Governo, in un’ottica di scontro istituzionale. Il 14 gennaio scorso infatti all’interno dell’ospedale Santo Spirito di Pescara sono state rilevate scritte no vax, riconducibili al gruppo ViVi. Le scritte, tutte corredate dalla sigla “W” all’interno di un cerchio rosso, sono state apposte sia sui muri che sugli ascensori situati al sesto piano del nosocomio.
La sera del successivo 15 gennaio 2024 i Guerrieri ViVi sono tornati a colpire: questa volta l’obiettivo è stato il Palazzo del Governo, sede della Prefettura e della Provincia di Pescara, la cui gradinata, il portone e la facciata centrale sono state imbrattate con grandi scritte e simboli, tracciati con vernice rossa e firmate appunto ViVi.

Le indagini immediatamente avviate dalla Polizia di Stato, sotto la direzione della Procura della Repubblica, grazie anche all’attenta analisi delle immagini degli impianti di videosorveglianza dell’ospedale e del Palazzo del Governo, hanno consentito di focalizzare l’attenzione investigativa su due soggetti destinatari delle perquisizioni: si tratta di un 47enne e di una 36enne.

Gli elementi investigativi raccolti, supportati dall’esame dei profili social, hanno portato a ritenere che l’uomo, il 14 gennaio, abbia posto a segno l’azione all’interno dell’ospedale civile e successivamente, il 15 gennaio, coadiuvato dalla donna, che lo avrebbe accompagnato sul posto a bordo della propria autovettura, abbia imbrattato il Palazzo del Governo, utilizzando verosimilmente una lancia per verniciare a spruzzo (le istruzioni sul come realizzarla sono reperibili in rete proprio nei canali riconducibili al sodalizio dei Guerrieri ViVi).

Lunedì mattina i poliziotti della Digos della Questura di Pescara, delegati dall’autorità giudiziaria, hanno proceduto alla perquisizione delle abitazioni dei due indagati, sequestrando materiale ritenuto di interesse in relazione ai fatti fin qui esposti, tra cui anche oggettistica riconducibile al citato gruppo no vax e stencil per la realizzazione della scritta ViVi.

In particolare, nell’abitazione dell’uomo, è stata rinvenuta la lancia di fabbricazione artigianale per la pittura a spruzzo, utilizzata presumibilmente per imbrattare la Prefettura.

I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere, danneggiamento e imbrattamento.