Editoria, il Liborio di Remo Rapino diventa un burattino

 Il Liborio di Rapino, Premio Campiello 2020, diventa un burattino. Forse la grandezza di un romanzo non si misura soltanto dal numero dei suoi lettori, ma dalle innumerevoli e spesso imprevedibili altre forme d’arte che esso è in grado di sollecitare.

Dopo le letture in lingua italiana e nei dialetti della penisola, promosse rispettivamente dall’Agenzia Scribo e dalla casa editrice minimum fax, un Carnevale lancianese, dedicato allo strampalato Liborio, il docufilm “Gli occhi di Liborio”, prodotto da Rete 8, e una canzone, composta dal cantautore genovese Federico Sirianni, il personaggio letterario nato dalla penna di Remo Rapino entra nel mondo dolce, incantato e poetico dei burattini.

Col sorriso di chi, stringendo le sue pietre nella tasca, sa che la sua storia può essere raccontata in vari modi e attraverso le più svariate tonalità, Liborio si fa strada in una dimensione artistica nuova, in cui la paura di sembrare ridicoli o il peso di sentirsi diversi vengono stemperati dalla tenerezza ora malinconica ora ilare delle movenze semplici e spontanee di un burattino.

Il progetto, che già si prevede prenderà pieghe artistiche più compiute in un prossimo futuro, è nato da un’idea dell’Agenzia Scribo di Lanciano, in collaborazione con l’autore, ed è stato realizzato ad opera del burattinaio di origini catanesi Dario Longo, che ha il suo laboratorio artistico a Lanciano, e che ha anche preparato un video per promuovere e presentare l’iniziativa. Il video, la cui voce narrante è dell’attore Cristian Zulli, sarà pubblicato sulle pagine facebook dell’Agenzia Scribo di Lanciano, del Laboratorio artigianale di Dario Longo e della Casa editrice minimum fax. Affinché il burattino di Liborio possa essere ammirato dai lancianesi e dai turisti, verrà ospitato per un lungo periodo nella vetrina della Libreria D’Ovidio di Lanciano, la più antica della città, sita sotto i Portici comunali.

La voce di Liborio, personaggio la cui essenza sembra essere non solo più quella del protagonista di un romanzo, quanto piuttosto di un eteronimo di pessoiana memoria, capace di godere di vita propria, risuonerà anche nel teatro dei burattini, complici la sua cadenza e il suo fluire che già di per sé strizzano l’occhio all’oralità e al racconto. Così, se il 2020 è stato l’anno della vittoria del Campiello con “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”, il 2021 si può dire che sia, parafrasando l’autore stesso, l’anno che entra in scena Bonfiglio Liborio burattino, però quasi d’estate.